Da entrambe le parti dell’oceano atlantico ci si attende che gli stimoli governativi al settore delle costruzioni portino nuovi lavori anche al noleggio per l’edilizia. Purtroppo, almeno per ora, le cose sembrano andare a rilento.
Negli USA, paese che ha reagito piuttosto rapidamente dal punto di vista della spesa pubblica, ancora poco dei 125 miliardi di dollari stanziati per le infrastrutture ha raggiunto il settore del noleggio. Molto di quanto è stato speso finora, infatti, ha riguardato lavori (come le riparazioni stradali) che non sviluppano una forte domanda di noleggio. A regime, secondo l’associazione dei noleggiatori (ARA), il programma dovrebbe sviluppare 5,5 miliardi di dollari di giro d’affari per gli operatori americani, dovuti alla costruzione di autostrade, sistemi di telecomunicazione e gestione delle reti elettriche e idriche.
Nel nostro paese, non decollano né il piano per le piccole opere locali (immediatamente cantierabili), né i piani casa, vincolati dalla necessità che si attivino le regioni prima e i comuni poi. Aprono però, i cantieri di alcune grandi infrastrutture: il Ponte sullo stretto di Messina (per finta), la Pedemontana (per davvero), in attesa della prima tranche dell’alta velocità tra Milano e Verona.
Come riporta il Cresme, nel 2010 la spesa in infrastrutture subirà un’ulteriore riduzione fra il 3,2% e il 3,9%, dopo il calo del 2009 del 5,8% reale. La situazione potrebbe riprendersi nella seconda metà di quest’anno.
Sembra quindi che i noleggiatori italiani possano aspettarsi ben poco dallo stimolo pubblico quest’anno. Senza contare che, applicando i valori del mercato USA sopra illustrati (ipotesi decisamente ottimistica), ci potremmo aspettare comunque un impatto per il 4% del valore dei nuovi lavori, non prima del 2011-2012. E per alcuni segmenti di mercato (ad esempio le piattaforme aeree) l’eventuale impatto è destinato a farsi sentire più in là nel tempo, in quanto nelle nuove costruzioni si utilizzano in prevalenza a cantiere già iniziato.
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Oltre ai numeri mi piacerebbe sentire la vostra opinione per quanto riguarda l’argomento formazione degli operatori secondo la normativa del Testo Unico.
Oggi noleggiare macchinari con rischi specifici richiede una formazione che il datore di lavoro deve dichiarare di avere sottoforma di attestato per poter noleggiare un miniescavatore, una gru ecc…
Questa formazione è necessaria in virtù della sicurezza.
Ahimé gli organi di controllo non sono preparati ad eseguire il controllo su questa tipologia di macchine (scambiando ad esempio un miniescavatore per un apparecchio da sollevamento!!!), in ogni caso i verbali fioccano e le multe piovono ovunque ai noleggiatori e agli operatori.
organi di controllo che sono anche formatori a pagamento!
scuole edili, organi per eccellenza che devono eseguire i corsi di formazione per l’utilizzo in sicurezza dell macchine, che sono totalmente impreparate e in difficoltà economica perchè per fare i corsi sulla macchine servono le macchine!
lo scenario non è roseo affatto.
immagino con questo intervento di incontrare l’interesse di molti noleggiatori nel settore edile, mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.
grazie
La materia è, in effetti, molto calda e la normativa non aiuta, per quanto le modifiche del Dlgs. 106/2009 al Testo Unico (D.lgs.81/2008)siano state comunque un passo avanti.
Nella confusione normativa si fanno largo i soggetti che odorano il business, come purtroppo anche alcune associazioni che bazzicano il mondo del noleggio, mentre altri soggetti, ad esempio nel settore del sollevamento aereo, si muovono con rigore.
I datori di lavoro, confusi, si affidano a chiunque pur di avere un pezzo di carta in mano da esibire in caso di controllo.
Noi la pensiamo così:
Nessuna normativa, da sola, potrà mai presidiare interamente l’uso in sicurezza delle macchine da lavoro che, specie quelle di sollevamento in quota, portano le persone non adeguatamente formate e addestrate a operare in presenza di rischi per la loro vita. E nemmeno nessuna macchina, seppur costruita in base alle normative più evolute, potrà da sola garantire a priori l’incolumità a nessun operatore. Molti utilizzatori di piattaforme aeree anzi, addirittura si vantano presso i noleggiatori nel saper neutralizzare i dispositivi di sicurezza e operare al massimo dell’efficacia e della libertà d’uso. Si vantano, finchè non succedono incidenti e qualcuno muore.
La formazione, ogni formazione, prima ancora che una serie di informazioni acquisite o di obblighi da esibire, è un processo educativo, fatto di momenti formativi che comprendono anche le lezioni in aula, che non possono però essere efficaci in aule stracolme di gente distratta, e che non prevedono le prove pratiche su macchine specifiche.
L’articolo 73 del Dlgs. 106/2009, che ha modificato il Testo Unico (D.lgs.81/2008), parla di obbligo di informazione, formazione e addestramento adeguati: “Nell’ambito degli obblighi di cui agli articoli 36 e 37 il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati dell’uso dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in rapporto alla sicurezza relativamente: a) alle condizioni di impiego delle attrezzature; b) alle situazioni anormali prevedibili… Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori incaricati dell’uso delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità particolari di cui all’articolo 71, comma 7, ricevano una formazione, informazione ed addestramento adeguati e specifici, tali da consentire l’utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone.
Specificando inoltre che le informazioni e le istruzioni d’uso debbano risultare comprensibili ai lavoratori interessati e, più avanti, che i noleggiatori sono tenuti a verificare tale adeguata formazione.
Purtroppo, non tutti gli addetti operano secondo il medesimo fine di “promuovere in ogni sede e con ogni sforzo l’uso sicuro ed efficace delle piattaforme aeree”, che è ad esempio la missione di IPAF.
Con gli obblighi normativi è arrivata anche la libera concorrenza e, dove c’è odore di business, l’obiettivo si sposta dalla salvaguardia della persona a quella del proprio conto corrente.
Ci chiediamo, e chiediamo a chi opera nel settore, quale processo educativo sia possibile far compiere proponendo corsi di formazione che hanno come unico appeal quello di costare qualche euro in meno, caratterizzati da una genericità di istruzione che può arrivare a comprendere un solo attestato per una decina di tipologie di macchine da lavoro (dalle piattaforme, genericamente parlando, ai carrelli elevatori, passando per i sollevatori telescopici e gli escavatori)?
Ciò che si discosta da una specificità rigorosa non può essere definito “processo educativo” e quindi non si può ritenere sufficiente, né dalle normative né dal buon senso.
Formazione NON E’ ad esempio:
.fare corsi senza accertarsi che la gente abbia capito;
.mandare in aula persone che non sanno comunicare, che magari non hanno nemmeno la conoscenza di alcuni fondamenti tecnici basilari di come si gestisce un’aula e come si comunica efficacemente;
.pensare che tre ore o più di corso sia l’unica cosa da fare;
.non fare prove pratiche
.non accertarsi dell’adeguatezza della sede, dell’aula, del materiale didattico…
La formazione è lo strumento per evitare che gli operatori subiscano infortuni. È il mezzo, non il fine. Ma spesso la formazione viene, per questioni di business, mascherata.
Il noleggiatore serio, in questo contesto, dovrebbe essere presidio della sicurezza e non soggetto che sfrutta la formazione SOLO per inseguire un nuovo business…