L’Istat ha recentemente pubblicato i risultati della sua indagine “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero”, dove sono riportate diverse informazioni statistiche molto interessanti.
In generale, l’Istat stima che il numero complessivo di viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia sia stato di 66 milioni e 347 mila, in leggera crescita rispetto al 2016: il dato è dovuto a un aumento dei viaggi per vacanza (+1,3 milioni) e una netta diminuzione dei viaggi di lavoro (-1 milione).
I dati confermano quindi una situazione nel complesso positiva per il turismo italiano, in particolare nel settore leisure. Questo è dovuto in primo luogo al miglioramento dell’economia italiana, che ha consentito alle famiglie di concedersi qualche giorno di vacanza in più (come appunto testimonia l’Istat nell’indagine); a questo poi si aggiunge la crescita della domanda turistica globale, che ha portato molti turisti a visitare il nostro Paese.
D’altra parte, sul fronte del turismo business, sembra che le imprese siano ancora poco propense a riprendere a spendere per i viaggi d’affari. Non è poi da escludere che una parte di questi viaggi di lavoro sia stata eliminata grazie all’uso di strumenti digitali di comunicazione a distanza, che sempre di più, anche grazie al cambiamento delle abitudini di lavoro, consentono di gestire riunioni e incontri senza spostarsi dall’ufficio.
Cresce la condivisione
Al di là di queste considerazioni di natura generale, l’indagine Istat fa emergere un interessante trend con riferimento alle case e alloggi per vacanza.
Gli alloggi privati si confermano infatti la sistemazione preferita (54,3% dei viaggi e 62,3% dei pernottamenti), soprattutto per le vacanze lunghe (59,1% dei viaggi, 65,5% delle notti). Lo sono in realtà praticamente da sempre: al loro interno sono ricomprese le case di proprietà, quelle di parenti e amici e gli alloggi presi in affitto.
Le abitazioni di parenti e amici si confermano la tipologia più utilizzata per le vacanze (35,3% dei viaggi e 40,1% dei pernottamenti). Ma è interessante notare che gli alloggi in affitto, che costituiscono la seconda tipologia più utilizzata, registrano una percentuale di vacanze del 15,2%, in aumento rispetto al 2016 (+31,2% rispetto all’11,8% del 2016).
Parallelamente, l’indagine Istat ha registrato una crescita sensibile della prenotazione diretta dei viaggi, passata dal 55,2 al 55,7% dei viaggi. Tra le opzioni di prenotazione diretta, Internet è passata nel complesso dal 38,5 al 44,1%.
L’indagine non fornisce un’analisi incrociata di queste due fonti (tipologia di struttura e modalità di prenotazione); tuttavia non è difficile immaginare che, con la diffusione delle case e B&B in affitto rese disponibili online su piattaforme come Airbnb e Booking.com, questi due fenomeni siano correlati, e che la crescita dei viaggi in case di affitto sia dovuta anche alle sempre più diffuse forme di condivisione e sharing.
Il report e le tavole con i dati si possono scaricare da questo collegamento.