L’inizio dell’estate è uno dei periodi in cui la cittadina di Arzal, nella Francia occidentale, è più affollata di turisti, grazie al festival delle barche che vi si tiene ogni anno.
Centinaia di appassionati la prendono d’assalto per vedere le centinaia e centinaia di imbarcazioni, a vela e a motore, che prendono parte alla festa; anche se, va detto, la maggior parte di esse resta ancorata ai pontili.
Anche ad Arzal, infatti, come nella maggior parte dell’Europa e del Nord America, pochissimi proprietari usano con regolarità la propria barca. Secondo alcuni studi, in media gli yacht francesi vengono usati per soli 10 giorni all’anno, e le barche americane (che sono oltre 12 milioni) solo per due settimane. Nel frattempo, chi vuole andare in barca, ma non ne possiede una, può solo rivolgersi a costosi noleggi a breve termine.
Non stupisce quindi che siano nati diversi servizi che cercano di applicare anche in questo mercato le logiche di Airbnb e BlaBlaCar. In Europa tra i primi a provarci c’è Click&Boat, l’impresa francese, fondata nel 2013, di cui abbiamo già parlato sulle pagine del nostro portale. Con il suo staff di 70 persone (coerentemente ospitate su un battello sulla Senna a Parigi), Click&Boat gestisce prenotazioni per una flotta di circa 22.000 imbarcazioni private. I costi sono decisamente per tutte le tasche, dalle più ricche alle meno abbienti (uno yacht da otto posti ad Arzal, ad esempio, può costare 40 euro al giorno). L’azienda trattiene una commissione del 15% sul noleggio, e ha già raggiunto profitti stabili: il valore dei noleggi ha raggiunto i 15 milioni di euro nel 2017.
In America invece il leader è Boatsetter: fondata a Miami sei anni fa, è arrivata a gestire 26.000 noleggi per coloro che vogliono permettersi uno yacht (anche se solo per qualche tempo), per i pescatori alla ricerca di una barca a un prezzo conveniente, e per le famiglie.
Acque non sempre tranquille
Le piattaforme di noleggio di imbarcazioni si sono dovute adattare alle caratteristiche specifiche di questo mercato, che non sempre facilitano la loro attività. A parte la naturale stagionalità del business, le norme di riferimento, ad esempio, variano da paese a paese, specie in Europa: la Grecia, ad esempio, è molto meno permissiva della Francia in questo campo. Chi prende una barca a noleggio deve in genere avere la patente nautica, o trovare uno skipper in grado di gestirla. E costruire una flotta di barche a noleggio richiede tempo, perché i proprietari in genere sono uomini di mezza età, poco propensi all’uso dei social e più facilmente raggiungibili alle fiere di settore, o con il passaparola.
Nonostante le difficoltà, i due leader stanno cercando di crescere, anche attraverso acquisizioni. Click&Boat nel 2016 ha acquistato Sailsharing, per aumentare la sua base di potenziali barche a noleggio. Boatsetter ha acquisito alcune start-up americane: su una, Boatbound, ha battuto la concorrenza proprio di Click&Boat. Inoltre ad aprile di quest’anno Boatsetter ha acquisito un’azienda di charter tradizionali di Ibiza, per espandere la sua attività nel Mediterraneo.
Boatsetter ha anche lanciato un prodotto assicurativo per i noleggi peer to peer, e stretto una partnership con Airbnb per offrire “esperienze” che abbinano l’uso della barca ad altre attività. In questo, quindi, l’evoluzione del noleggio di barche da diporto segue traiettorie vicine a quelle della condivisione più tradizionale degli appartamenti e alloggi.
Click&Boat ha invece lanciato un sito satellite, Click&Yacht, che offre il noleggio di barche di lusso (a un costo giornaliero di migliaia di euro) per un pubblico internazionale, cercando in questo modo di portarsi sulla fascia più elevata, e lucrativa, del mercato.