Il 2015, come hanno anche confermato gli studi del Cresme, ha visto una sostanziale stagnazione del settore delle costruzioni. Diversamente va nel resto del mondo, in incremento rispetto al 2014 del 2,6%, un mercato che vale 7.000 miliardi di Euro. In Europa, la percentuale di crescita scende decisamente, facendo registrare un +0,7%, dove la crescita del mercato residenziale vale un +1%. Percentuali minime, anche se il ,valore della produzione non è certo disprezzabile.
Analizzando l’andamento dei alcuni mercati europei, si può notare come la Germania abbia fatto registrare una crescita dell’1%; la Francia è in forte calo (-3% circa), male l’edilizia abitativa, e anche la Gran Bretagna ha rallentato sensibilmente. Per il nostro paese, come detto, una situazione di stallo. Per tutti, però, il 2016 si presenta con prospettive migliori. In Italia, fino a oggi, non ci sono evidenti segnali di crescita, anche se l’ipotesi dei più ottimisti parla di una chiusura con un abbondante +1% di incremento. Alcuni settori, per esempio la distribuzione edile, non riescono a uscire da un’incertezza che lo scorso anno ha pesato negativamente sul bilancio finale. Bene le macchine, anche le esportazioni, ma la lotta vera è nel settore dei materiali, dove l’offerta di qualità fatica a emergere. Bisogna contrastare le consuetudini costruttive e non è un esercizio semplice.
I mercati più interessanti, a livello mondiale, sono dunque quelli asiatici che, insieme all’Oceania, incidono per oltre il 45% sul valore dell’edilizia mondiale. Ma noi siamo qui, con le solite grandi prospettive che certamente hanno una base realistica, non sono certo i lavori da fare che mancano, ma anche con la consapevolezza che la ripresa, quella vera, necessita ancora di tempi lunghi, e di qualche certezza in più.