Chi sono i primi cento noleggiatori al mondo?

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Nel panorama mondiale del noleggio per l’industria, le costruzioni e i servizi B2B, la prima notizia è che il mercato dei big è spartito da un numero sempre maggiore di società nordamericane.

E’ ciò che si evidenzia al primo impatto scorrendo la tradizionale classifica IRN100 che, con tutti i suoi pregi e limiti, ci permette di offrirvi un’analisi accurata di ciò che spinge in avanti il noleggio B2B nel mondo, sia numericamente che per driver di crescita.

Abbiamo analizzato questi numeri e i commenti dell’editore, rapportando i dati a schemi comparativi molto semplici che ci hanno permesso di aggiungere qualche nostra considerazione, che esporremo in alcuni articoli.

La prima considerazione è, ahimé, constatare la totale assenza del noleggio italiano, completamente fuori dai radar Top100 mondiale, ma questo ce lo potevamo immaginare. Ciò che spiace è però vederlo borderline anche nella Top50 europea.

United RentalsSulle ragioni di questo provincialismo parlano chiaro le ragioni dei numeri espressi: nessuna delle strategie perseguite da chi sta crescendo all’estero è adottata dai player di casa nostra.

Il mercato si consolida e si sviluppa esponenzialmente per nuove logiche aggregative, come abbiamo spiegato anche in un recente articolo, e sempre di più sarà così dopo il Coronavirus.

Ma a noi sembra faccia più comodo continuare a pensare, come nella favola di La Fontaine, che la colpa è di qualcun altro: del mercato italiano degli utilizzatori, della propensione alla proprietà, del sistema, delle banche, eccetera. Giustificazioni un po’ datate, ma che circolano sempre nelle assemblee dove si incontrano gli operatori.

Aggiungo che, considerati i ritmi con cui proseguono le aggregazioni all’estero, il nostro mercato risulta evidentemente meno appetibile ai grossi player internazionali e questo ci deve far pensare molto seriamente.

Non sono solito dare troppo spazio alle voci di corridoio, ma ciò che si racconta sia dei due player d’oltralpe che sono venuti ad acquistare noleggiatori in casa nostra a scopo strategico sia sulla company arancione sbarcata qualche anno prima col desiderio di sviluppare una propria rete, che se potessero tornare sui loro passi lo farebbero anche domani, mi sembrano voci interessanti. Riporto questi rumors perché sono i continui movimenti sul management e il ridimensionamento dei piani di sviluppo a renderli autorevoli.

Ma partiamo con i commenti alla classifica.

Il mercato nordamericano

La forza inarrestabile del mercato nordamericano del noleggio è confermata anche dalle più recenti cifre pubblicate dalla American Rental Association (ARA): la penetrazione del noleggio nel Nord America è aumentata tra il 2018 e il 2019 passando dal 55,9% al 56,7%. Più di un mezzo operativo all’opera nei cantieri di ogni tipo, è preso a noleggio.

Il dato riflette certamente l’incertezza che circonda le elezioni presidenziali, la crescente complessità tecnica delle attrezzature e l’evoluzione delle società di noleggio in attività raffinate di “problem solving”.

La ragione principale però sembra risiedere nel fatto che le imprese americane conoscono molto bene i vantaggi del noleggio e il suo valore nei periodi di congiuntura. Ciò ha reso i noleggiatori molto ben consapevoli di cosa serve al mercato per poter crescere come ecosistema: macchine innovative e un servizio impeccabile sotto ogni punto di vista.

ARA stima la crescita del noleggio nordamericano del 2019 in un 5,5% rispetto al 2018. La Top 100 mostra una crescita dei player in lista dell’11,9% nello stesso periodo, dimostrando che i maggiori operatori crescono a ritmo doppio rispetto al mercato nel suo insieme.

Il mercato europeo

Nel frattempo, il mercato del noleggio di macchine e attrezzature del vecchio continente e rappresentato nella classifica planetaria, ha goduto di una crescita media del 7,6%. La stima di ERA (European Rental Association) è che l’intera industria europea del noleggio di attrezzature è cresciuta del 4,4% nel 2019, dopo una crescita del 4,4% nel 2018. Quindi, ancora una volta, le aziende leader sono cresciute di quasi il doppio.

stima-crescita-mercato-noleggio-EuropaLa penetrazione del noleggio è aumentata anche nel mercato europeo, in quanto il noleggio di attrezzature per l’industria è cresciuto più rapidamente sia del PIL che del turnover complessivo delle costruzioni nel 2018. ERA aveva previsto una ulteriore crescita del 3,2% nel 2020, ma questa stima è stata ormai compromessa dall’interruzione causata da Covid-19.

Sia il mercato nordamericano che quello europeo si stavano comunque avvicinando al 2020 con una certa cautela, principalmente a causa delle preoccupazioni sulla prospettiva di una recessione economica i cui segnali si erano già manifestati prima dell’uragano Covid-19.

Ciò si è riflesso in un calo del 2% della spesa in conto capitale totale (a 10miliardi di euro) per il 2019 rispetto all’anno precedente. Sebbene la spesa in conto capitale sia rimasta relativamente piatta, il livello è sempre elevato, soprattutto al di là dell’atlantico: gli investimenti di United Rentals nell’anno, vicini a 1,9 miliardi, seguiti dagli 1,87 miliardi di Ashtead e dagli 1,76 miliardi di Kanamoto guidano la classifica.

In Europa si sono spesi un bel po’ di soldi non tanto negli investimenti, quanto piuttosto per continuare con le acquisizioni. Ma di questo ne parleremo più avanti.

Le posizioni leader

Guardando le prime dieci aziende nell’elenco IRN100, United Rentals ha mantenuto la vetta con ricavi nel 2019 di 8,3 miliardi di euro, mentre Ashtead Group rimane aggrappata al secondo posto, con un fatturato di quasi 5,3 miliardi di euro. Segue Aktio Corp, con 2,3 miliardi di euro.

Loxam ha scavalcato due posizioni, occupando ora la quarta piazza. I ricavi della società francese sono aumentati fino a circa 2,3 miliardi di euro nel 2019 a seguito dell’acquisizione di Ramirent, in quella che è stata la più grande fusione nella storia del mercato europeo del noleggio.

Poi c’è Boels, balzata nella Top 10 con il raggiungimento dell’ottava posizione in classifica, spingendo Nikken Corp fuori da questa élite (12° posto). Il salto della società olandese si spiega con l’inclusione dei ricavi di Cramo all’interno di Boels, data la recente acquisizione. Di conseguenza, i ricavi sono aumentati da 579 milioni di euro del 2018 a poco meno di 1,3 miliardi nel 2019.

Oltre i primi dieci

Un bel movimento anima anche le posizioni subito dopo le prime dieci, sempre per merito delle aziende nordamericane.

Lo specialista dell’edilizia WillScot è salito di sei posizioni e si trova ora all’11° posto, avendo registrato nel 2019 ricavi per 946 milioni di euro, rispetto ai 656 milioni del 2018: un aumento del 42% giustificato dall’acquisizione di due aziende specializzate nel noleggio di spaziali modulari: ModSpace per un valore di 1,1 miliardi di dollari (940 mln di euro) e Tyson Onsite per un importo non reso noto.

noleggio-macchine-lavoroSegue un nuovo concorrente, la statunitense BrandSafway, arrivata al 15° posto con ricavi del 2019 a 765 milioni di euro. Anche in questo caso, nel 2019 la società ha acquisito il gruppo canadese AGF Access Group, uno dei principali attori del noleggio di piattaforme auto sollevanti, e l’americana Bowline. Oltre a questo, BrandSafway ha acquistato la Sheedy Hoist (sollevamento) e la società di trasporti pesanti Sheedy Drayage.

Oltre confine, in Canada, Toromont Industries sale di quattro posti e si piazza alla 42esima posizione. L’azienda ha visto aumentare i propri ricavi da 249 milioni di euro nel 2018 a 288 milioni nel 2019.

Una delle più grandi mosse di quest’anno è stata fatta dal Gruppo Renta che ha scalato 24 piazze, giungendo al 63° posto in classifica. La società di noleggio finlandese è in rapida crescita avendo quasi raddoppiato i ricavi rispetto all’anno scorso, da 108 milioni di euro nel 2018 a 192 milioni nel 2019, pari a circa il 78% del totale.

Verso la fine del 2018, Renta ha acquisito la società di noleggio norvegese Flexleie per un non divulgato importo, e il gruppo ha recentemente aperto il suo primo punto noleggio in Polonia.

Le analisi sui leader

Guardando più da vicino le aziende leader, non sorprende che United Rentals abbia distanziato il suo principale concorrente di un significativo margine. Il gigante statunitense costituisce il 15,6% del valore dei ricavi della Top 100 per il 2019, in una fetta della torta in crescita rispetto al 14,8% che rappresentava nel 2018.

La società ha investito oltre 1,9 miliardi di euro in nuova flotta, un aumento simile a quello del 1% sulle spese in conto capitale nel 2018 che le ha permesso di mantenere la sua posizione al vertice della classifica delle spese per investimenti.

Ashtead ha registrato ricavi di poco più di 5,3 miliardi di euro nel 2019, pari a una penetrazione nella classifica dei primi 100 del 10%.

La società di noleggio con sede nel Regno Unito ha aumentato la spesa per nuove attrezzature da poco più di 1,6 miliardi di euro del 2018 a oltre 1,8 miliardi di euro (non molto inferiore quindi di quella di United Rentals).

Questo ha messo Ashtead anche al secondo posto della classifica di chi ha speso di più in conto capitale, superando Kanamoto, terza in questa graduatoria e settima nella Top 100. Kanamoto ha speso più di 1,7 milioni di euro in nuove attrezzature della flotta nel 2019.

La terza posizione nella IRN100 è occupata anche per quest’anno da Aktio Corp. I ricavi della società giapponese nel 2019 hanno appena superato i 2,3 miliardi di euro, che rappresenta il 4,3% del totale dei primi 100 ricavi per il 2019. Aktio Corp opera in Giappone, Thailandia, Singapore, Malesia, Taiwan, Indonesia, Bangladesh e Myanmar.

mezzi-noleggio.LoxamLoxam è salito in quarta posizione avendo aumentato i suoi ricavi da quasi 1,5 miliardi di euro nel 2018 a poco meno di 2,3 miliardi di euro in 2019 con l’acquisizione di Ramirent. Prima di essere inglobata, Ramirent aveva generato ricavi per 774 euro milioni nel 2018. Con un valore globale del noleggio industriale in Europa stimato a 26,6 miliardi di euro, Loxam presidia una quota di mercato pari al 8,6%, con una penetrazione nella IRN100 del 4,3.

Loxam ha investito 345milioni di euro nella sua flotta in tutto il 2019, che però è il 16% in meno rispetto all’anno precedente, mettendo il gruppo francese all’ottavo posto nella classifica delle spese in conto capitale.

Aggreko scivola al quinto posto della classifica, con ricavi per 1,9 miliardi di euro nel 2019. Questo dato rappresenta un calo pari all’8% rispetto all’anno precedente. L’azienda ha investito in nuova flotta circa 223milioni di euro, con una riduzione del 3% rispetto all’anno prima, la stessa riduzione del 2018 sul 2017, mettendo Aggreko al decimo posto degli investitori in asset tecnici di noleggio.

Boels è in cima alla classifica per espansione, con ricavi più che raddoppiati dopo l’acquisizione di Cramo. L’acquisizione ha aggiunto agli “orange” oltre 2.500 dipendenti e quasi 300 filiali, pertanto oggi Boels a un totale di 7mila dipendenti e 750 punti di noleggio (in Italia, seppur presente ormai da dieci anni, la situazione resta ferma a 4 sedi, di cui 3 in Lombardia e una nel Veneto).

Un’altra azienda già menzionata per le performance è la finlandese Renta Grup, che evidenzia la seconda crescita più alta nel 2019. L’acquisto del noleggiatore Flexleie verso la fine del 2018 ha segnato il l’ingresso della società in Norvegia aggiungendo sei filiali alla sua rete. Renta ha l’ambizione di espandersi come operatore nazionale in Norvegia, per poi diventare uno dei principali fornitori di noleggio in tutta la regione del Mar Baltico. Fondata nel 2016, l’azienda conta oggi quasi 80 filiali in Finlandia, Svezia, Norvegia e recentemente anche in Polonia.

Vale anche la pena di notare la IRN100 di quest’anno vede la presenza anche di due società di noleggio cinesi.

Shanghai Pangyuan Construction Equipment Rental, i cui ricavi sono cresciuti del 56% a parità di perimetro di consolidamento a 256 milioni di euro, collocandosi al 31° posto nella classifica, opera in tutta la Cina, Malesia, la Filippine e Cambogia con una flotta che comprende quasi 6mila gru a torre. Shanghai Horizon
Equipment and Engineering, i cui ricavi sono cresciuti del 55% a 195 milioni di euro, collocandosi al 39° posto, è presente solo in Cina con una rete di 170 punti noleggio.

Per ora ci fermiamo qui. Nell’articolo di venerdì prossimo punteremo lo sguardo sull’Europa e analizzeremo i dati nell’ottica dei driver di crescita.

Ci toccherà parlare anche dell’Italia, purtroppo.

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Tag dell'articolo: IRN100

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