Siamo nell’era dell’accesso, siamo nell’economia dei servizi, il noleggio non è più quello di una volta e anche i clienti hanno capito che conviene loro fidelizzarsi a chi li tratta come partner, giocando a carte scoperte, mettendo sul tavolo con trasparenza costi e benefici. Eppure, qualcuno si muove ancora su un terreno di comunicazione dissimulata, facendo leva sull’ignoranza (non conoscenza) per portare a casa qualche piccolo risultato in più.
Ricordo che un costruttore di piattaforme aeree fino a qualche anno fa declamava nella prima pagina dei propri libretti di uso e manutenzione che “Con questi mezzi puoi sbarcare in quota”; quando anche i muri sanno che su una macchina costruita in base alle norme costruttive EN:280 lo sbarco non è consentito, a meno di intricati processi di presidio della sicurezza messi in atto con altre modalità, trasformando il mezzo in un punto di ancoraggio. Attività peraltro rarissime, che nessun dispositivo applicato sui mezzi può consentire “a cuor leggero”, come invece ancora oggi certi altri costruttori vogliono far credere, con la complicità di associazioni un po’ alla frutta (per fortuna casi rari) che si prestano a firmare documenti “ufficiali” non certamente mosse da rigore etico.
L’informazione manipolata entra in gioco ancora nell’offerta di formazione: recentemente ho visto il volantino di un costruttore di piccola attrezzatura che, nel promuovere un corso per l’uso delle proprie macchine, citava genericamente una obbligatorietà di legge per il conseguimento di “patentini” laddove l’unico obbligo reale per questa fattispecie di attrezzi è in capo al datore di lavoro nell’istruire i suoi dipendenti all’uso sicuro, senza necessità di certificazioni. Peraltro, il valore di questo corso si evidenziava di per sé: partecipavi gratis al corso acquistando un paio di accessori.
Anziché usare questi mezzucci per grattare sul fondo del barile, non sarebbe meglio rendere edotti i clienti circa i loro obblighi, rischi, opportunità e dei benefici veri del tuo servizio? Propinare in modo subdolo qualcosa facendo leva su un’ignoranza che prima o poi finirà, ci porta davvero insieme ai clienti nel mercato del futuro? Davvero non abbiamo altre e più valide argomentazioni?
Condivido la riflessione della redazione. Passano gli anni ma purtroppo la situazione non migliora. Incidenti non diminuiscono sebbene tante leggi e investimenti in formazione. Ma la formazione che vedo o vivo, in maggior parte è “ pur di partecipare e rilasciare attestati”. Nei giorni scorsi ho notato una ditta di manutenzione che operava in un’industria e delimitato per modo di dire area della piattaforma con nastro, i due operai sono saliti sul tetto .uno era con casco e imbrago non allacciato. L’altro che sembrava il titolare o caposquadra in tenuta da spiaggia, ha per primo scavalcato il cestello e iniziato a camminare sul tetto seguito dal secondo. Nessuna linea vita. Ecco poi accadono disgrazie. Poi i commenti: era esperto ,sarà stata la fatalità, la confidenza… No per me è stupidità e nessuno spesso la fa’ notare. Per fortuna ci sono operatori, noleggiatori, rivenditori e produttori che non hanno come primo obiettivo la stupidità, ma etica e consulenza vera. Sosteniamo sempre questo gruppo di minoranza ma con la speranza che diventi maggioritario. È indispensabile per i cambi generazionali.
Proseguo una bozza di chiacchierata chattata con Pierangelo. Ci guadagna chi lavora senza regole certe, senza certificazioni di terzi, senza etica, senza investimenti in formaziione. Chi sfrutta l’ambiente, del quale anche noi persone facciamo parte. Perché al centro devono esserci sempre le persone non il solo guadagno. La soluzione sta nella accettazione di clienti e fornitori che l’obiettivo sia il risultato migliore e meno costoso e non il più economico. Il paradosso è che agendo in questo modo ci guadagneremo tutti e i furbi resterebbero isolati. Un bel decalogo per informare i clienti firmato dagli operatori del mercato.