Che cosa un noleggiatore può imparare da un giocatore di baseball

Baseball and Bat on the Field
Baseball and Bat on the Field

Durante una gara in Giappone nel 1999, il giocatore di baseball Ichiro Suzuki, particolarmente frustrato per essere stato eliminato dal gioco, ruppe la sua mazza da baseball Mizuno nera in uno scatto d’ira. Tale fu l’imbarazzo per il gesto compiuto, che Suzuki scrisse poi una lettera di scuse all’artigiano che l’aveva realizzata per lui, utilizzando legno speciale Tamo dell’isola di Hokkaido.

Il 21 marzo 2019, dopo aver disputato le prime due partite della stagione regolare 2019 che si sono svolte al Tokyo Dome in Giappone, Ichiro si è ritirato dal professionismo, dopo aver giocato per molti anni nel campionato americano di baseball, il più importante al mondo. La cura che ha mostrato nei confronti delle sue mazze è stata maniacale, come se si trattasse di violini pregiati. Mentre tutti gli altri giocatori riponevano le loro mazze alla rinfusa dentro sacche qualunque quando non le stavano usando, Suzuki conservava le sue otto migliori in una custodia nera a prova d’urto, che ne regolava l’umidità, specialmente quando doveva giocare d’estate in uno degli stati del Sud degli USA. Quasi come una rockstar con la sua chitarra.

Secondo Suzuki la quantità di umidità nella mazza è, infatti, essenziale per stabilire come la si sente tra le mani al momento della battuta. E i risultati si sono visti: Suzuki è stato uno dei battitori migliori di sempre, con uno stile unico e statistiche elevate. Per molti anni è stato il leader della classifica dei battitori per numero di battute nella stagione regolare.

E a quanto sembra, questi risultati non si possono ottenere con strumenti troppo umidi o addirittura bagnati. Per questo in fondo alla sua custodia, realizzata appositamente per lui dalla Mizuno, ci sono sempre stati due sacchetti di materiale che assorbe umidità (di quel tipo che si vede nelle confezioni di prodotti tecnologici) e un indicatore dell’umidità del contenuto, fatto con un materiale che cambia colore passando dal blu al rosa.

Nella custodia, che viaggiava con lui e sembrava un piccolo baule, c’era spazio per otto mazze. Le prime quattro, messe in alto e avvolte nella gommapiuma antiurto, erano quelle con cui giocava abitualmente. Le seconde, messe più in basso, sarebbero state promosse per l’uso in gara se avessero dato buoni risultati durante gli ultimi allenamenti. Tutte lunghe precisamente 33,46 pollici (84,99 centimetri), e con un peso da 31 a 31,75 once (da 879 a 900 grammi), a seconda appunto della quantità di umidità che potevano assorbire. Se una mazza diventava troppo umida durante una gara, oppure se si fosse rotta, Suzuki l’avrebbe sostituita con una di quelle di riserva.

Prima di ogni gara le verificava tutte da cima a fondo, controllandone la superficie e sentendo il rumore. Anche le sue scarpe, prodotte dalla Asics, erano fatte su misura ed eccezionalmente leggere: tanto leggere da dover essere sostituite dopo poche gare, a causa della facilità con cui si usuravano. Ma gli hanno consentito di rubare un numero impressionante di basi, e di realizzare centinaia di battute, insieme alle mazze per le quali aveva così tanta cura.

Un esempio da seguire

Ora, so benissimo che i lettori che sono riusciti ad arrivare fino a qui si staranno chiedendo: ma tutto questo cosa c’entra con il noleggio?

Semplice: Ichiro Suzuki è un esempio da seguire per tutte le aziende di noleggio: per la cura che ha messo nella gestione dei suoi strumenti fondamentali di gioco e di lavoro. Con le mazze da baseball e le scarpe fatte su misura ha conquistato punti e aiutato le sue squadre a vincere gare di campionato (e, quindi, ha guadagnato di conseguenza un lauto stipendio).

Allo stesso modo, i noleggiatori dovrebbero avere una cura quasi maniacale delle proprie macchine: non intendo dire ovviamente che dovrebbero farsi fare le macchine su misura dai fornitori (anche se non sarebbe una cattiva idea) o togliere dal parco mezzi a noleggio quelle che sono state esposte all’umidità. Ma che dovrebbero dotarsi di efficienti strumenti di controllo e manutenzione preventiva e predittiva (come l’indicatore di umidità per Suzuki) e tenerle in stretta osservazione fino al momento di darle a un cliente, e poi in quello del ritiro.

Il motivo è che con questi strumenti (che devono essere scelti in base alle esigenze della clientela) vi guadagnate da vivere giorno per giorno.

E’ infatti disarmante la risposta che Suzuki ha sempre dato a chi gli chiedeva il perché sia stato così maniacale nella cura dei suoi strumenti: “Perché è molto importante”, rispondeva.

Ikiro Suzuki

Ikiro Suzuki

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