Le nuove immatricolazioni hanno avuto un calo pesante nel mese di gennaio, lo sappiamo, -32,6% per le vetture, -39,6% per i veicoli commerciali; il governo è corso ai ripari varando gli incentivi per le rottamazioni finalizzate all’acquisto di auto nuove
E le usate?
L’assenza di incentivi per l’usato (il cui calo ha toccato il -17,24%) rischia di provocare una caduta negativa a catena, promotrice di ulteriori preoccupazioni: l’usato non si vende (o si vende meno); le sue quotazioni calano; idem quelle delle vetture in possesso di persone tendenzialmente disponibili all’acquisto del nuovo con la permuta del proprio usato; il peso finanziario aumenta; una percentuale di possibili acquirenti potrebbe rimandare l’acquisto della macchina nuova a data da destinarsi; le nuove immatricolazioni, sostenute da un lato, potrebbero essere compromesse dall’altro a causa di questa nuova difficoltà. Non è tutto. Anche le aziende specializzate nel noleggio a breve, che comprano vetture nuove secondo un roll-rover di 6/8 mesi, sarebbero indotte a mantenere le proprie auto in parco per un periodo più lungo, cioè a proseguire lo sfruttamento del loro usato dalle basse quotazioni, che non sarebbe più appetibile come prima: un rallentamento di pochi mesi potrebbe rendere vana quella promozione che si è tentato invece di sollecitare.
Non dimentichiamo che il mercato dell’auto (nel comprendere il nuovo, l’usato, le tasse, le assicurazioni, la benzina, i pedaggi autostradali, la manutenzione, insomma tutto quanto gira intorno all’auto) vale l’11% del PIL: uno spostamento, anche piccolo, di tempi e costi ha un effetto relazionale e congiunturale di notevole impatto.