C’è vita dopo il Bauma?

bauma 2022 ple
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L’edizione 2025 del Bauma tornerà ad aprile (dal 7 al 13).

Saremo tutti più vecchi di tre anni e chi ci sarà (al Bauma e nel settore, intendo) si troverà certamente all’interno di un mercato nuovo e al momento imprevedibile.

Il tempo che ci separa, non si evolverà comunque per inerzia, di questo siamo certi. Ma saremo noi gli artefici dello scenario che sta nella cornice in cui operiamo (B2B)?

Al momento non lo sappiamo, ma abbiamo comunque l’obbligo di comprendere a fondo e prima possibile cosa potrà accadere, con un sforzo di ascolto, discernimento e di immaginazione.

Il nostro settore vive per lo più di numeri logici, di stimoli e di risposte, a volte pericolosamente sull’orlo dell’analfabetismo funzionale.

Il Covid-19 ci ha insegnato invece che le cose si modificano senza preavviso e che la pandemia è solo una delle variabili che non siamo in grado di controllare.

Abbiamo bisogno quindi di saper leggere gli eventi al di là dei numeri (soprattutto se consuntivi) e di comprendere le informazioni incontrollabili. Possiamo farlo ascoltandoci senza troppi rumori di fondo, oserei dire “auscultandoci”.

Ci orientiamo tutti strada facendo, ed è proprio questo ad aver reso particolarmente ricco e interessante il contatto umano e gli scambi di pensiero durante la nostra visita.

Bauma, chi c’era e chi no

Fatta questa premessa, lascio spazio ad alcune valutazioni sull’edizione appena passata.

Al Bauma 2022 – evento leader mondiale per le macchine e le attrezzature per l’edilizia, l’industria mineraria, i veicoli e i materiali da costruzione – tutto sommato è andata bene.

L’edizione prevista nel calendario normale è stata rimandata solo di qualche mese.

Gli espositori americani avevano già dichiarato in coro e con anticipo l’intenzione di non varcare la porta principale. Salvo poi entrare dalla finestra, neanche tanto clandestinamente (nel caso di CAT con Zeppelin una finestra grande come un intero padiglione).

È la moda (o la pantomima) del momento. Ricorda un po’ il protagonista di Ecce Bombo: “Mi si nota di più se vado o se non vado? Oppure se vado e me ne sto in disparte…”. E così via.

cantù quaranta pianigiani

Da sinistra a destra: Paolo Pianigiani (IMER), Maurizio Quaranta (IPAF) e Pier Angelo Cantù

In compenso, la Messe Munchen ha aperto le porte all’Oriente, riempiendo bene gli spazi.

Un plauso va quindi agli europei che hanno partecipato nella massima trasparenza.

Un plauso (personale) a chi ha già dichiarato il sostegno al prossimo SaMoTer (3-7 maggio 2023), manifestazione meno ambiziosa, ma pur sempre parte del ciclo internazionale delle fiere partner del CECE.

E che tanto ha dato negli anni passati a un settore che forse ha la memoria troppo corta.

Le dimensioni contano, ma meno

Leggendo il comunicato conclusivo, non possiamo non notare il sospiro di sollievo tirato dagli organizzatori.

Le aspettative dovevano essere piuttosto basse se sono state dichiaratamente superate, pur con un notevole numero di visitatori in meno: 495mila rispetto ai 620mila dell’edizione 2019.

Anche gli espositori sono calati: erano 3.700 (da 63 paesi) nel 2019; sono stati 3.200 (60 paesi) in questa edizione.

Tuttavia, le dimensioni sono sempre notevoli per una fiera che resta bulimica per vocazione.

Ciò che conta sempre di più in esposizioni di questa grandezza, ma anche più piccole, è il cuore che batte dietro alle macchine, è il polso tastato alle persone: espositori, visitatori, osservatori e media. Gli aspetti che vanno oltre i numeri.

Ad esempio, i numeri dicono che l’Italia è la seconda nazione espositrice dietro la Germania. Dal punto di vista umano, l’ospitalità dei nostri espositori ha fatto salire di molto la temperatura.

E questo piace ai compratori stranieri.

In un Bauma deludente sotto l’aspetto delle novità eclatanti, presso gli stand di casa nostra ho toccato con mano un evidente innalzamento della componente tecnologica e della qualità produttiva.

Siamo geniali, progettiamo, produciamo ed esportiamo, sempre con qualche effetto speciale in aggiunta.

Un buon piatto di pasta e un ottimo bicchiere di rosso, infatti, non sono sufficienti da soli a orientare degli ordini di acquisto.

La mia visuale, per lo più relativa al mondo del sollevamento e delle nuove tecnologie, dice che siamo al primo posto per le novità di prodotto e per le innovazioni digitali viste a questa edizione.

Gli scambi di pensiero

Dicevo dell’importanza delle relazioni umane.

Al di là delle macchine in mostra, il filo conduttore, quest’anno più che mai, è stato il continuo scambio, molto attento e di grande ascolto, sugli scenari che avremo di fronte nei prossimi mesi.

Nessuno sa esattamente cosa succederà.

Più che delle risposte, si sono cercate insieme le domande, quelle che portano a una maggiore consapevolezza e che difficilmente trovate nei comunicati stampa.

Dei riflessi della pandemia sappiamo ormai quasi tutto (anche se qualcuno si dimentica che il virus è ancora vivo e lotta insieme a noi).

Tra le certezze riacquisite, il rinnovato bisogno di vedersi di persona a una fiera, ottimo presupposto per un 2023 denso di manifestazioni.

Negli abbracci sinceri c’è l’essenza di chi siamo gli uni per gli altri, al di là dei nostri ruoli all’interno del mercato.

Intanto, l’orizzonte cambia ogni giorno e genera aspetti difficili da decifrare, senza scadere nelle demagogie e nel qualunquismo.

Cose che molto presto si rifletteranno sul nostro lavoro nel quotidiano.

Il quadro attuale

La guerra in Ucraina ha destabilizzato ulteriormente un quadro geopolitico apparso già fragile nei mesi precedenti per l’avanzare di un contesto speculativo senza precedenti.

Una situazione inedita che ha reso l’Europa meno padrona del proprio destino.

La squadra di Palazzani

La squadra di Palazzani al Bauma 2022

Non è mia intenzione fare analisi politiche. È però un dato di fatto che il nostro continente abbia imboccato alcune strade senza ritorno verso un declino irreversibile.

Una su tutte, la nobilissima scelta della riduzione totale del Co2, con tanto di norme e multe, gestita però malissimo e senza aver ben calibrato gli equilibri globali del mercato e le conseguenze economiche nell’area.

Di fatto, ci troviamo di fronte a una crisi energetica che sta condizionando negativamente l’economia del continente e penalizzando i settori tradizionalmente forti di molti paesi (automotive e costruzioni, su tutti).

Al contempo, sempre per le scelte suicide di Bruxelles, la nazione che inquina di più al mondo si è trovata le porte spalancate su un mercato enorme e vergine, con in mano tutte le carte sul tavolo per dettare i tempi del green e creare nuovi rapporti di forza: materie prime, prodotti, batterie, supply chain e così via.

Il vecchio continente arranca sul piano economico nei confronti della Cina, per mano sua.

Ma anche sull’identità comune siamo ai minimi storici.

E, paradossalmente, dopo aver profuso denaro a oltranza per aiutare le singole nazioni dell’area a uscire dalla crisi pandemica.

Purtroppo, per inserire norme protezionistiche ora è troppo tardi, ammesso che si possa invertire la rotta con nuove regole. Tornare indietro sarebbe un altro tipo di suicidio, soprattutto per le nostre imprese.

Bisogna armarsi di fionda e andare incontro al gigante con astuzia e competenza. Come il giovane Davide ha fatto con Golia, sperando di trovargli un punto debole che al momento non si vede.

Tra tre anni, vedremo se e come i governanti di Bruxelles e di Francoforte avranno saputo tenere a bada l’inflazione galoppante senza scatenare una nuova recessione, i cui segnali si vedono già bene all’orizzonte.

Resta chiaro il fatto che, con la sola arma dell’aumento graduale dei tassi, dare senso a nuovi investimenti e nel contempo recuperare valore sembra un’impresa molto ardua.

Ci sarebbe bisogno dell’America, ma al momento sembra distratta da altro, senza contare che ne siamo già fin troppo dipendenti.

Abbiamo dalla nostra una discreta liquidità da mettere sul mercato, e anche gli sforzi del PNRR restano una bella boccata d’ossigeno per l’economia reale dei prossimi mesi.

E dopo?

Il ruolo del noleggio nei prossimi mesi

Sul dopo nessuno azzarda delle ipotesi. L’impressione è che si proceda con un certo fatalismo, quasi facendo finta di niente.

Nel frattempo, tra i corridoi del Bauma il noleggio è tornato prepotentemente in auge per diverse ragioni.

In primis perché è anticiclico, e, in un momento in cui si prevede una stretta finanziaria, sempre lì si torna.

Poi perché è necessario, oggi più che mai.

Si devono rinnovare i parchi, la domanda cresce, c’è bisogno di macchine e di un supporto straordinario da parte dei costruttori più affidabili.

Il noleggio è risultato importante per molti espositori del Bauma, perché è pur sempre il principale acquirente di macchine e di soluzioni digitali di gestione del cliente e perché anima un’intera filiera.

Infine, è tornato alla ribalta perché le aziende di noleggio sono le più appetibili sul fronte degli investimenti, con il loro ROI a due cifre e un cash flow che non si vede in nessun altro comparto.

Pur nella sua estrema sintesi, in questa cornice si comprende come l’Italia abbia molte carte da giocare.

La vera concentrazione nel noleggio, da noi non è quasi nemmeno cominciata.

Ci sono aziende importanti e di grandi dimensioni che stanno acquistando aziende più piccole, per poter essere a loro volta interessanti all’acquisto da parte di qualcun altro.

Ci sono soggetti carichi di liquidità pronti a entrare nel mercato, anche temporaneamente.

Settori come l’automotive sono arrivati al tappo, non sono più interessanti in ottica di investimento. Molta della liquidità pronta per essere investita nel noleggio B2B arriva proprio dalle società di noleggio a lungo termine del settore auto.

La loro essenza di soggetti industriali e tecnologicamente avanzati li mette in una posizione di vantaggio.

Sono questi i nuovi attori che, insieme ad altri più tradizionali, si contenderanno i player meglio attrattivi e le nuove fette di un mercato che crescerà molto e che ha molti meno confini di quelli che appaiono, in un paese con un conclamato basso tasso di penetrazione rispetto alla media europea.

Sulla carta, quindi, lo scenario destabilizzato a livello globale sembra giocare a nostro favore, rendendo il noleggio italiano decisamente appetibile.

bauma 2022

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