Nell’ultimo aggiornamento trimestrale dell’indagine sulle aspettative delle imprese medio-grandi, la Banca d’Italia ha registrato una situazione di cauto ottimismo tra le imprese dell’industria e dei servizi, e una situazione meno positiva tra quelle delle costruzioni.
L’indagine, condotta a dicembre 2016 su un campione di oltre 1.000 aziende industriali, delle costruzioni e dei servizi non finanziari, mostra che l’80% delle imprese con almeno 50 addetti continua a ritenere stabile la situazione economica generale; tra le restanti, i giudizi differiscono in base al settore di appartenenza. Nell’industria in senso stretto e nei servizi non finanziari la percentuale di aziende che dichiarano un miglioramento della situazione economica generale è tornata a crescere per la prima volta dall’estate del 2015; il saldo tra chi ne ravvisa un progresso e chi ne percepisce un peggioramento è aumentato, anche se resta ancora leggermente negativo. Nelle costruzioni i giudizi continuano invece a peggiorare, specialmente nel segmento non residenziale, confermando la tendenza in atto dal quarto trimestre del 2015. Nelle aspettative per il prossimo trimestre la probabilità media che la situazione migliori resta più o meno stabile per il complesso delle imprese.
Incertezza politica ed economica
A livello settoriale, per quanto riguarda la specifica situazione operativa attuale delle aziende rispondenti, le differenze tra i tre mercati sono analoghe a quelle viste per l’economia in generale. Per il complesso dell’industria e dei servizi il saldo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento è tornato a crescere, dopo la diminuzione dei due trimestri precedenti (5,6%, da 1,7% in settembre); per il settore edile, prosegue la flessione in atto dall’inizio dello scorso anno, con giudizi di peggioramento che superano dell’8,4% quelli di miglioramento.
Le aspettative delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi sono influenzate positivamente soprattutto della variazione della domanda e, per quanto riguarda le imprese di costruzione, dell’andamento dei nuovi cantieri e di quelli già avviati. In tutti i settori l’incertezza economica e politica si conferma il principale fattore di ostacolo per l’espansione dell’attività.
Le valutazioni sull’evoluzione della domanda nell’ultimo trimestre del 2016 migliorano nuovamente dopo la flessione di settembre per il comparto industriale e dei servizi, grazie in particolare alle valutazioni espresse dalle imprese più orientate al mercato interno. Anche le prospettive per i primi tre mesi del 2017 sono positive, con un saldo in crescita tra chi si attende un aumento e chi una diminuzione della domanda. Anche per le imprese di costruzione sia i giudizi sia le attese a tre mesi sulla domanda mostrano un recupero, seppur in modo più contenuto rispetto all’industria in senso stretto e solo per le imprese del comparto residenziale.
Un clima (un pochino) più favorevole per gli investimenti
Le valutazioni sulle condizioni per investire nell’ultimo trimestre del 2016 risultano più favorevoli per il terziario, per il quale il saldo tra giudizi di miglioramento e peggioramento torna positivo, mentre peggiorano per le imprese industriali e di costruzione. Per queste ultime, la quota di imprese che esprime giudizi negativi torna a prevalere su quella di coloro che segnala un miglioramento, per la prima volta dalla fine del 2014. Il risultato è dovuto fondamentalmente alle imprese specializzate nel settore non residenziale. Le condizioni dichiarate di accesso al credito rimangono invariate in tutti i comparti rispetto a quanto dichiarato tre mesi prima, con un saldo che resta positivo per l’industria e i servizi, e negativo per le costruzioni.
I lievi segnali di ripresa evidenziati nel quarto trimestre portano le aziende a formulare previsioni di investimento positive in tutti i comparti sia nel primo semestre del 2017 sia per il complesso dell’anno. In particolare, la quota di imprese industriali e dei servizi che ipotizza un rialzo della spesa per investimenti nel primo semestre del 2017 (rispetto al secondo del 2016) supera del 15% quella delle imprese che si attendono una flessione, con stime ancora più positive per le aziende di grandi dimensioni. Sulle attese di spesa per investimenti inciderebbe positivamente l’incentivo contenuto nella legge di bilancio del 2017 (cosiddetto “iper-ammortamento” per investimenti in tecnologie digitali avanzate), che viene considerato rilevante da circa il 20% delle imprese, soprattutto quelle industriali e quelle localizzate al Sud.
Anche se meno di quelle manifatturiere e dei servizi, anche le imprese di costruzione prevedono un incremento della spesa in investimenti nel corso del 2017. Le aspettative sono particolarmente favorevoli per le imprese del segmento residenziale, per le quali il saldo tra chi ipotizza un aumento della spesa per investimenti e chi ne stima una flessione si attesta attorno al 10% sia per il 2017 nel complesso che per il primo semestre. Per le imprese non focalizzate sul comparto residenziale, le attese di spesa per il 2017 restano positive, ma più contenute, e si accompagnano a un peggioramento delle condizioni di liquidità di breve periodo: una quota maggiore di imprese, pari al 29%, le ritiene insufficienti per la propria operatività nei prossimi tre mesi, il che potrebbe indicare qualche opportunità per una proposta tattica di noleggio di breve periodo.