Come i nostri lettori più affezionati sanno benissimo, è da anni che su questo blog si parla di temi come l’economia della condivisione e tutti i fenomeni che, nel bene e nel male, stanno influenzando interi mercati, come quello del trasporto pubblico e quello dell’alloggio turistico.
Tra i settori che, almeno fino a oggi, sembravano immuni dalla diffusione del consumo condiviso, c’è quello del noleggio di macchine e attrezzature per l’edilizia. Abbiamo detto però “fino a oggi”, perché sembra che in queste settimane, per la prima volta, il noleggio per l’edilizia trovi il suo primo punto di contatto con la sharing economy, e questo, tra l’altro, avvenga in modo eclatante.
E’ infatti notizia di questi giorni che Caterpillar, uno dei leader mondiali nel settore della vendita e del noleggio di macchine da cantiere, ha stretto un’alleanza e investito risorse finanziarie in una start-up di San Francisco, Yard Club, per creare una piattaforma di noleggio peer to peer di macchine per edilizia.
Yard Club ha infatti sviluppato un servizio (ovviamente con sito web e App per dispositivi mobili) dedicato al settore delle costruzioni, in cui un’impresa edile può prendere a noleggio un escavatore o un’altra macchina da cantiere di proprietà di un’altra azienda ma non utilizzata. In questo modo l’azienda proprietaria del mezzo può aumentarne l’utilizzo, recuperando in parte il costo di acquisto attraverso i ricavi del noleggio e quindi riducendo il costo complessivo del possesso.
Fondata nel 2013, la piattaforma di Yard Club è focalizzata solo sul settore delle costruzioni. Fino a oggi l’azienda ha operato nella natia San Francisco, ma grazie all’investimento di Caterpillar potrà espandersi notevolmente. Come spesso accade per le piattaforme di consumo condiviso, il lancio (atteso nei prossimi mesi) avverrà inizialmente in alcuni mercati degli USA e del Canada, in collaborazione con i rivenditori Caterpillar in essi presenti. La piattaforma offrirà macchine sia di Caterpillar che di altre marche.
Una piattaforma, tante domande
Con questa mossa Caterpillar si pone direttamente sulla frontiera di un settore, quello della condivisione delle macchine per edilizia, che a oggi praticamente non esiste se non in settori molto specifici, e comunque in forme ancora embrionali.
Molte sono le incognite che potrebbero ostacolare lo sviluppo di una piattaforma di questo tipo. A noi ne sono venute in mente alcune.
Se Uber si rivolge potenzialmente a chiunque possieda un’auto, e Airbnb a chiunque possieda una casa, il numero di imprese edili proprietarie di macchine da cantiere (o bisognose di una macchina aggiuntiva) è invece molto inferiore, il che rende per forza quello di Yard Club un servizio più di nicchia, anche in un mercato vasto come gli USA.
E’ poi molto difficile stimare la durata di questi noleggi in condivisione, e quindi viene da chiedersi se le imprese edili non saranno in realtà restie a separarsi dalle proprie macchine, per timore di restarne senza proprio nel momento in cui si dovessero procurare del nuovo lavoro. Di conseguenza, un altro dubbio riguarda la qualità e l’anzianità di servizio delle macchine offerte: nel momento in cui l’azienda proprietaria dovesse avere dubbi come quelli appena visti, potrebbe decidere di mettere a disposizione di altri solo quelle meno nuove.
Poi ci sono tutti quegli aspetti che, quando si pensa al noleggio (quello professionale, almeno) tendiamo a dare per scontati: affidabilità, manutenzioni, assicurazioni e interventi in cantiere in caso di guasti. Da questo punto di vista il mercato italiano è emblematico, ed è pieno di piccole aziende che si sono improvvisate noleggiatrici delle proprie macchine poco o per nulla usate, con risultati sotto gli occhi di tutti in termini di servizio e valore.
Ci direte, cari lettori, che a questo dovrebbe pensarci la piattaforma: similmente a un autista di Uber che guida male, ha un’auto decrepita ed è scortese, anche un’impresa edile con macchine vecchie e non sottoposte a regolare manutenzione è destinata a fare poca strada nel noleggio peer to peer. Ma la stessa piattaforma non andrà molto lontano se quelli che abbiamo appena descritto saranno casi frequenti, e verrà percepita come piena di macchine vetuste.
Il coraggio di osare
Nonostante tutte le obiezioni potenziali all’iniziativa di Caterpillar e Yard Club, non si può non apprezzare la lungimiranza e il coraggio del colosso di Peoria: l’esperienza dei vari servizi più famosi della sharing economy mostra che ci vogliono anni per passare dal lancio a profitti stabili, e che molte start-up alla fine non ce la fanno e chiudono.
D’altra parte, un osservatore esterno potrebbe domandare: ma chi glielo fa fare a Caterpillar di costruirsi da sola un sistema in cui le macchine vengono sfruttate meglio e quindi, in ultima analisi, se ne vendono o noleggiano di meno?
La risposta è che, se il noleggio peer to peer di macchine edili prenderà piede (come sembra stia accadendo per Uber), Caterpillar avrà accumulato un vantaggio notevole rispetto ai suoi concorrenti. In questo scenario, se proprio dovrà vedere calare le vendite e i noleggi delle sue macchine, almeno sarà per un servizio comunque suo, e non di qualche competitor.
Se invece la condivisione di macchine edili fallirà, Caterpillar sarà stata comunque protagonista di un tentativo di far accrescere il valore e l’efficienza di utilizzo degli asset dei suoi clienti. Un posizionamento non da poco per chiunque voglia continuare a essere leader del proprio settore.
E voi, cari lettori, che cosa ne pensate? Secondo voi Caterpillar sta:
- investendo nella direzione giusta, per diventare il leader di una forma di noleggio che in futuro varrà sempre di più?
- Facendo niente più che una manovra di marketing e sola immagine?
- Semplicemente, sprecando le sue risorse in un’iniziativa che sarà un flop?
Come sempre i commenti qui sotto sono a vostra disposizione per darci la vostra opinione.
Personalmente la vedo come la “morte” del noleggio professionale.
Non si può sperare nella qualità del servizio e delle attrezzature se si propone tale condivisione, e con le leggi italiane che ci troviamo ne uscirebbe un minestrone disastroso.
Già difficile fare il noleggio in Italia, proporlo, farlo in modo professionale e utilizzarlo con mezzi adeguati e ….freschi e manutentori. Figuriamoci questo modo di ……prestito d’ uso fra possessori di mezzi . indubbiamente una forte azione di marketing in un mercato maturo. Ma in mercati maturi, il noleggio e’ molto diffuso e allora chi sono i proprietari ? Società finanziarie, produttori,distributori.? Ma allora non chiamiamolo peer to peer. Basterebbe fare RETE.