Amilcare Merlo se n’è andato da poche settimane ma la sua eredità è più che mai presente in azienda.
La carica di energia contagiosa, l’attenzione ai collaboratori e ai clienti, la passione per il lavoro, sono diventati tratti distintivi delle persone che lavorano nell’azienda fondata da Amilcare nel 1964 con la sorella Natalina.
Una realtà imprenditoriale sviluppata dalla piccola officina di lavorazione del ferro che il padre Giuseppe aveva fondato nel 1911 e che poi è andata alla conquista del mondo.
Il mio primo giorno di lavoro in Merlo, all’inizio degli anni ’90, non è stato come me lo aspettavo.
Quando sono arrivato, fui accolto dal responsabile delle risorse umane (all’epoca si chiamava ancora direttore del personale) il quale, fatti i convenevoli di rito, mi accompagnò al mio nuovo ufficio, al primo piano della palazzina.
Per raggiungerlo salimmo le scale (era evidente che non serviva l’ascensore).
Nel precedermi, saliva velocemente gli scalini, due alla volta. Pensai fosse per la fretta di un altro impegno che lo attendeva e, naturalmente, lo seguii con la stessa andatura.
Arrivati al piano, mi guidò nei corridoi con passo spedito. Ora mi era chiaro: aveva fretta per un altro impegno urgente.
Passando davanti agli uffici dei nuovi colleghi notai che pochi di questi erano seduti. Molti stavano in piedi e si parlavano attorno alle scrivanie o vicini agli schermi dei computer. Altri si spostavano rapidamente da un ufficio all’altro.
Lì per lì non ci feci caso, pensando che, evidentemente, si trattasse di un momento di pausa.

Paolo Peretti con Amilcare durante la consegna del premio Italplatform 2019 al Centro di formazione e ricerca
Arrivati all’ufficio, il mio accompagnatore si congedò augurandomi buon lavoro; così cominciai la mia nuova mansione di responsabile marketing del Gruppo Merlo.
Era iniziata da pochissimo la mia entusiasmante avventura in azienda, ma questo lo avrei scoperto solo più avanti.
Presi posto alla scrivania e notai che era predisposta di tutto punto e che erano già evidenziati gli impegni della settimana.
Tra questi, il giro di conoscenza dei colleghi e il primo incontro operativo con Amilcare Merlo, fondatore e presidente dell’azienda.
Mi ero accomodato da pochi minuti quando entrò in ufficio proprio Amilcare Merlo.
Saltai in piedi, quasi un riflesso condizionato di quando, da militare, bastava la vista dei gradi sulla divisa di un superiore per farti scattare sull’attenti. Altri tempi.
L’incontro era previsto per l’indomani ma “passavo di qua, volevo darle il benvenuto e farle da guida all’interno dell’azienda”.
Restai senza parole.
Il mio imbarazzo era evidente: il titolare dell’azienda in persona che dedica il suo tempo a condurmi negli uffici e nei reparti produttivi, proprio non me lo sarei mai aspettato.
Venni introdotto ai responsabili e ai loro collaboratori e tutti mi furono presentati con nome e funzione: scoprii che ero l’ultimo arrivato dei 224 dipendenti e che Amilcare Merlo li conosceva uno per uno.
Nel frattempo, eravamo scesi in officina (all’epoca si chiamava così quello che oggi è uno stabilimento di quasi trenta ettari coperti).
Passando nei diversi reparti, Amilcare mi guidò tra le nuove macchine utensili, mi descrisse con entusiasmo i primi robot installati in azienda, mi evidenziò le aree di prossima espansione.
Era un fiume in piena: idee, progetti, strategie, nuovi prodotti, piani di sviluppo e di industrializzazione, sfide commerciali e di marketing, scelte di mercato e mille altri argomenti, il tutto senza un momento di pausa.
Questa visione strategica avrebbe portato, qualche anno dopo, il Gruppo Merlo a essere riconosciuto in tutto il mondo come leader tecnologico nel campo dei sollevatori telescopici e non solo.
La nostra chiacchierata continuava a passo veloce da un reparto all’altro, giusto il tempo per fermarsi a salutare le persone che incontravamo e magari fare due parole, anche solo su come sta la famiglia.
Ero frastornato, ma quell’entusiasmo mi stava contagiando a ogni passo.
Sentivo che il marchio Merlo ricamato sulla camicia di ordinanza stava attraversando la mia pelle per entrarmi nel cuore.
Cominciavo a essere accaldato, vestito com’ero in giacca e cravatta sotto le ultime calure estive. Ma quasi non me ne accorsi durante le ore trascorse in stabilimento.
Completata la visita degli ultimi reparti, rientrammo.
Un saluto cordiale alla signora della reception e andammo decisi verso le scale per salire al primo piano.
Amilcare Merlo mi precedeva salendo gli scalini, due alla volta, con una falcata da fare invidia a un atleta.
In un attimo tutto mi era chiaro: saltare gli scalini in salita e in discesa e avere sempre un passo veloce era una sua caratteristica distintiva.
Per tutti i collaboratori è stato un esempio da seguire. Un esempio di passione per il lavoro e di entusiasmo per la vita che ognuno aveva fatto propria.
Il responsabile del personale che mi aveva ricevuto non aveva qualcuno che lo stava aspettando. Saliva e scendeva le scale e camminava velocemente come facevano tutti, me compreso da quel giorno.
I colleghi che vedevo fare capannello negli uffici non erano in pausa, ma disquisivano su argomenti di lavoro, in riunioni che non erano riunioni ma scambi di idee senza formalità e senza perdere tempo.
Al mio primo giorno di lavoro in Merlo ne sono seguiti già oltre 7mila, uno diverso dall’altro.
Ognuno sempre con un incredibile valore aggiunto.
La forza irrefrenabile di Amilcare Merlo, quella sua carica umana, imprenditoriale e professionale, è stata di esempio e di stimolo per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio e il piacere di lavorare con lui.
Noi, quelli che lui chiamava “la mia famiglia allargata”.
Ma questa è un’altra storia.
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Paolo Peretti
Maestro del Lavoro, classe 1958, è esperto in comunicazione e marketing dei beni industriali con una specializzazione in organizzazione della produzione e tecnologie dei cicli produttivi presso l’Università di Torino. Entrato in azienda come responsabile marketing, dal 2012 è direttore del Centro Formazione e Ricerca Merlo e responsabile delle Pubbliche Relazioni del Gruppo. È autore di manuali per l’uso in sicurezza di macchine e attrezzature industriali e agricole; ha maturato significative esperienze nella progettazione di percorsi di formazione e crescita professionale attraverso la valorizzazione delle competenze.