Abbiamo parlato spesso in questo portale di Car2Go, uno dei pionieri, anche nel nostro paese, della mobilità sostenibile basata sul car sharing nelle grandi città.
I servizi di car sharing come Car2Go, ma anche ad esempio Enjoy, E-vai e Guidami, consentono ai loro abbonati di utilizzare un’autovettura (nel caso di Car2Go delle Smart ForTwo, e più recentemente alcune Smart ForFour) per un periodo di tempo inferiore alle 24 ore, pagando il servizio in base ai chilometri percorsi, al tempo di utilizzo o a una combinazione di questi due elementi.
Questi servizi si focalizzano sull’uso dell’auto per brevi spostamenti nell’area urbana di ubicazione: per questo in genere prevedono dei vincoli all’area di utilizzo della vettura. Ad esempio, si può tranquillamente uscire dall’ambito urbano in cui la si è presa, anche per andare in un’altra città, ma si deve tornare entro 24 ore al suo interno pena l’applicazione di tariffe più salate. A Milano, inoltre, Car2Go nel 2015 ha diviso la città in due macro-zone (centro e periferia), e richiede che le auto prese in ciascuna di esse siano riportate in quella di origine.
I vincoli della discordia
E’ tuttavia notizia di questi giorni che Car2Go ha deciso di inserire nuovi vincoli alla mobilità dei propri mezzi. Come riporta ad esempio il Fatto Quotidiano, citando le nuove condizioni di uso:
(…) “Il cliente non può…utilizzare il veicolo car2go per effettuare viaggi in Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia o per effettuare viaggi all’estero”
La decisione in merito ai viaggi all’estero è meramente un adeguamento a quanto già fanno gli altri operatori, e la stessa Car2Go in altri paesi. Quello che invece fa discutere è la scelta di vietare di recarsi nelle regioni del Sud, operata per motivi chiaramente legati alla maggiore rischiosità di tali regioni per le assicurazioni, che avrà pertanto influito sulle tariffe applicate dalla compagnia di Car2Go a quest’ultima. Sarebbe in linea con questa scelta (se non è un refuso) il fatto che Molise e Sardegna (due regioni con tariffe RCA medie più vicine a quelle nazionali) non sono nell’elenco delle esclusioni.
Sul web questo tuttavia non è piaciuto, e si sono scatenate le polemiche tra due gruppi di utenti: da un lato quelli che difendono Car2Go, spiegando che l’azienda non è una Onlus, e pertanto per guadagnare deve applicare vincoli laddove i suoi costi sarebbero eccessivi; di questi, alcuni si limitano a considerazioni di natura strettamente economica, mentre altri aggiungono motivazioni politiche, spiegando che le regioni del Sud si “meritano” situazioni come queste. Dall’altro ci sono gli utenti (e alcuni giornalisti) che ritengono che questo sia ingiusto nei confronti delle regioni coinvolte, e che questo comportamento, oltre a essere un autogol mediatico per Car2Go, di fatto screditi un po’ tutto il nostro Paese.
E voi, cari lettori, che cosa ne pensate? Car2Go sta ingiustamente discriminando chi vive in alcune regioni italiane, o sta solo difendendo legittimamente i propri interessi?
Come sempre vi lasciamo spazio nei commenti qui sotto.
Perchè le compagnie di Assicurazione non facevano già questa”discriminazione?”
Questa idea che hanno gli utenti di Car2Go,sempre alla ricerca di servizi al minor costo possibile,secondo la quale tutto sia dovuto sempre,comunque e,come ora,dovunque esprime un concetto a dit poco approssimativo di “economia gestionale”.
Ogni prodotto/servizio viene fornito in funzione dei costi necessari a produrlo/fornirlo.
Molto meglio farsi qualche domanda sul perchè in quelle regioni assicurare costi così tanto e darsi delle risposte,lasciando perdere,per favore,l’immagine del nostro paese,demolita purtroppo da tempo dal malcostume imperante….