Nelle scorse settimane abbiamo presentato i dati ANIASA sulla possibilità, per il noleggio, di cogliere le opportunità derivanti dai cambiamenti in atto nel settore Automotive. Un panorama che, dall’inizio della pandemia, sta affrontando quotidiane sfide, alla ricerca delle soluzioni vincenti per far fronte all’esplodere di difficoltà che – in realtà – erano latenti già negli anni precedenti il Covid-19.
Si tratta di effetti che non accennano a mollare la presa e che si sono avvinghiati al panorama Automotive facendolo oscillare da un picco all’altro, andando a colpire servizi che in Italia faticano ancora a trovare piede. Uno su tutti, per esempio, è l’ambito del car sharing.
Nei primi sette mesi dell’anno, per esempio, il car sharing ha registrato circa la metà dei noleggi effettuati nello stesso periodo del 2019. Questo come conseguenza dell’espansione di pratiche come il telelavoro, che ha a sua volta ridotto notevolmente gli spostamenti cittadini. Ma queste non sono le uniche cause.
La mancanza di una reale politica
È proprio questo uno dei punti principali. Non ci sono delle reali normative o politiche di sostegno verso l’auto condivisa. La realtà, però, è che può svolgere un ruolo centrale per la riduzione delle emissioni inquinanti e per decongestionare le città italiane.
Per usare le parole di ANIASA, “servono più attenzione e misure strategiche: dall’abolizione del canone annuale per i veicoli, alla riduzione al 10 per cento dell’IVA su questi servizi, dall’inclusione nel bonus mobilità alla previsione di fondi pubblici per la promozione di piattaforme di mobilità pay-per-use”.
Caratteristiche, queste, che cozzano con l’evoluzione cui sono soggette la domanda e l’offerta. Le abitudini di utilizzo del car sharing stanno lentamente cambiando. Per esempio, sono diminuiti i noleggi in centro città, favorendo un aumento di quelli in periferia. Allo stesso modo, gli utilizzi sono distribuiti in modo più uniforme nel corso della giornata: un aspetto, questo, da non sottovalutare se si tiene conto di quanto prima fossero concentrati esclusivamente nelle ore di punta.
Per quanto riguarda l’offerta, invece, sta aumentando la durata dei noleggi. Questo come conseguenza dell’emergere di nuove formule di car sharing a lungo termine, per rispondere all’esigenza di mobilità condivisa dimostrata dagli utilizzatori.
La pandemia ha confermato la centralità dell’auto anche nel sistema di mobilità cittadina, in cui il settore del car sharing può giocare un ruolo da protagonista. Per un suo definitivo rilancio e consolidamento nelle nostre città, sono però necessari e non più rinviabili interventi strutturali da parte delle pubbliche amministrazioni e del Governo.
Massimiliano Archiapatti, Presidente ANIASA
Come facilitare l’introduzione del car sharing
A tal proposito, ANIASA ha costruito un elenco di quattro proposte, pensate ad hoc per essere sottoposte a Governo e Pubbliche Amministrazioni:
- abolizione del canone annuale. Secondo ANIASA è un controsenso richiedere agli operatori di pagare una cifra annua per la sosta dei veicoli condivisi, che diventano invece fondamentali per liberare il suolo pubblico e abbattere le necessità di parcheggi.
- allineamento dell’IVA al 10 per cento, valore attualmente al 22 per cento per quanto riguarda il trasporto urbano di persone.
- inclusione nel buono mobilità, che oggi prevede la copertura del 60 per cento della spesa per l’acquisto di biciclette, monopattini o mezzi simili, e l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale. Da cui, però, restano escluse le autovetture.
- fondi pubblici per la promozione del Mobility as a Service, oggi aspetto sempre più centrale nella nuova concezione di mobilità.