L’altro giorno, mi sono trovato a percorrere un lungo tratto di strada in un percorso piuttosto defilato: l’autostrada bloccata per un incidente mi ha, infatti, costretto a un fuori programma campagnolo nella zona di produzione del Valpolicella. Paesaggi bellissimi, alternati ad agglomerati formati da capannoni di artigiani e piccole industrie, movimentavano l’attraversamento tra un paese e un altro.
La mia curiosità però – ed è in questi casi che si manifesta la famigerata deformazione professionale – è stata catturata da una miriade di piccole e piccolissime realtà in cui veniva pubblicizzato il noleggio di qualcosa. In circa 80 chilometri di tragitto, ho contato almeno una ventina di cartelloni estemporanei, spesso rudimentali, scritti con il pennarello, come se si trattasse di qualcosa di provvisorio o stagionale. E, in effetti, un’azienda agricola metteva bene in evidenza la disponibilità a noleggiare i propri macchinari di lavorazione del terreno; quindi, immagino che questi cartelloni scompariranno molto presto, con l’arrivo dell’autunno. Una sorta di arrotondamento della redditività dei propri capitali, ho pensato.
Ben diversa è la faccenda relativa al noleggio di macchine più complesse che, per questioni normative oltre che di sicurezza, necessitano di una cura più costante. Una vecchia e arrugginita piattaforma aerea semovente verticale “a forbice”, posizionata a ridosso della strada dietro una rete metallica, nascondeva i propri colori sbiaditi e occultava pneumatici paurosamente consunti, indossando un lenzuolo con sopra scritto “noleggiami”. Ho guardato un po’ in giro, ma non ho visto altre cose che mi avrebbero fatto pensare a un “parco macchine”. Se solo ci fosse stato qualcuno presente al momento, mi sarei fermato per chiedere qualche banale informazione sul servizio offerto: la macchina ha il libretto di uso e manutenzione? Quando è stata fatta l’ultima verifica periodica di legge? Mi sarebbero state impartite informazioni sull’utilizzo?
Più oltre, un garden center dai toni parecchio dimessi, esibiva un cartello con una freccia indicante un retro magazzino e la scritta “noleggio attrezzi vari”. Mi è bastato un rapido sguardo d’insieme per capire al volo che, anche in questo caso, si trattava probabilmente di qualche usato invenduto allestito alla bisogna.
Alla fine mi sono chiesto: quanti sono “questi” noleggiatori in Italia? Che tipo di cultura del noleggio trasmettono? Perché le imprese più grandi e organizzate, che investono in tecnologia, risorse, macchine, non alzano la loro voce per dire “basta”, per generare una sorta di linea di demarcazione, un divieto di fatto a esercitare una professione così delicata senza dimostrare di averne i requisiti? Perché nessuno fa niente per scrivere nero su bianco questi requisiti e presentarli al legislatore?
Questo dovrebbe essere il compito atteso dalle associazioni di categoria, dove di tutto si parla tranne di questi argomenti.
Paura che l’elenco soci possa ridursi drasticamente???
saluti.
Ciao Pier, è sempre bello leggere i tuoi “racconti” presi dalla vita reale di tutti i giorni. Inultile dire che sono d’accordo con te ma nel contempo credo che il discorso valga non solo per il noleggio ma per tutto il mercato Italiano. Tu hai contato una ventina di cartelli NOLEGGIO ma sono sicuro che se avessi contato quelli con scritto VENDITA sarebbero stati centinaia…….e anche qui moltissimi sarebbero stati caratterizzati da scarsa professionalità o servizio post vendita o ecc. ecc. I legislatori e le associazioni hanno sicuramente un ruolo importante ma ritengo non possano arrivare a quello che chiediamo. A mio parere sarà sempre più il cliente finale a fare da giudice nella disputa tra chi fa le cose perbene e chi si improvvisa. Infatti mi pare di capire che molti dei noleggiatori improvvisati fossero già chiusi….o quasi.
Grazie come sempre per i tuoi spunti.
E chi sennò se non i nostri legislatori o le associazioni di categoria potrebbero mettere “ordine” a questo “sistema” tutto italiano dei venditori e/o dei noleggiatori, eufemisticamente improvvisati?
Forse i Grandi Costruttori o qualche Grande Noleggiatore.. che potrebbero avere la “voce grossa” per farsi ascoltare… dovrebbero far leva sulla propria forza per tentare di cambiare.
Non certo i “piccoli” seppur organizzati e seri.. potrebbero da soli intervenire sullo lo status quo.. Ma diciamo la verità.. non siamo ipocriti.. nè parliamo da venti anni di questi argomenti.. Nessuno ha interesse che le cose funzionino diversamente e meglio.. Ed i Costruttori, meno che meno.. soprattutto se noleggiano in diretta.. Meglio tanti piccoli.. che pochi grandi!!! Sia che vendano o che noleggino.. Si “gestiscono” meglio… si fraziona il rischio.. e si azzera il loro potere contrattuale… negli acquisti. E se poi dr. Cantù volesse essere Lei a mettere “nero su bianco”, senza avere timore di diventare un moderno Don Chisciotte, e passare coraggiosamente dalle facili Constatazioni.. ai difficili Fatti.. magari facendosi qualche nemicuccio.. sappia che troverà molti seguaci..