Per poter lavorare all’interno dei cantieri dell’Expo 2015, le imprese sono state rigorosamente selezionate attraverso un regolamento trasparente e ben fatto. Insomma, la Regione Lombardia, Direzione Sanità, ha come sempre fatto le cose per bene, dimostrando competenza e dedizione. Potete leggere il regolamento qui, per intero: sembra ci sia quasi tutto per garantire il presidio della sicurezza, e anche quella trasparenza necessaria in questi casi, soprattutto dopo lo stupro che è stato perpetrato sull’Expo e sui suoi ideali dai comitati d’affari che hanno manipolato gli appalti (non è fantascienza, non è complottismo, ci sono indagini ancora in corso, speriamo possano servire a qualcosa).
Da quel che mi risulta, però, chiacchierando con alcune di queste imprese e noleggiatori, sembra che siano i controlli a essere carenti, al punto che (riporto alcune lamentele) “c’è chi rispetta rigorosamente tutte le formalità di protocollo, che prevedono un badge preautorizzato per ogni mezzo, o parte di mezzo, e c’è chi invece ha capito che, in assenza di controlli, può far girare anche il triplo delle macchine autorizzate, perché i badge se li può tranquillamente spostare da una macchina all’altra senza che nessuno dica niente”.
Il tema dei controlli, precisamente della carenza di controlli e sanzioni, torna sempre a galla: chi è capace, chi riesce, trova sempre il modo di ciurlare nel manico ed eludere le norme. Da noi l’aspetto etico è molto attenuato, per usare un eufemismo; fosse più condiviso, i controlli sarebbero più sereni e quasi parte di un aspetto amministrativo. L’aspetto etico deriva dall’applicazione delle norme perché ritenute buone e valide, rispettose dei loro contenuti (e qui stiamo parlando di sicurezza di chi lavora), viene molto prima del poter lavorare di più a ogni costo.
E’ così audace chiedere a quei noleggiatori, che si sono così prodigati per poter lavorare nei cantieri dell’Expo, almeno per una volta di non fare i furbi?