Non sembra essere ancora arrivato il momento di una ripresa completa delle opere pubbliche nel campo dell’edilizia. Stretti dai vincoli del contenimento della spesa, gli enti pubblici non hanno risorse da investire, nonostante il Paese abbia a tutti i livelli bisogno di investimenti per ripartire ma soprattutto per funzionare in modo efficiente.
Uno degli indicatori da cui si deduce in modo numerico questa stagnazione delle opere pubbliche è dato dall’Osservatorio OICE-Informatel sulle gare per affidamento di opere pubbliche. L’indice fornisce un dato interessante perché l’aggiudicazione di un’opera pubblica è la fase che precede, sia pure di un periodo di tempo variabile da caso a caso, l’inizio dei lavori veri e propri, con conseguente attivazione dell’indotto derivante dall’opera (tra cui quindi anche un aumento delle occasioni di uso delle macchine e strumenti per edilizia a noleggio).
Secondo l’aggiornamento al 31 marzo dell’osservatorio OICE-Informatel, a marzo 2015 si è chiuso un primo trimestre in discesa rispetto al primo trimestre 2014, con cali del 10,8% in valore e dello 0,5% in numero. In particolare
le gare per servizi di ingegneria e architettura rilevate nel mese sono state 365, per un importo di 30,6 milioni di euro. Rispetto al mese di marzo 2014 il numero delle gare cresce del 20,1% e il loro valore cala del 21,1%.
Nel complesso del trimestre sono state bandite 919 gare per un importo complessivo di 109,0 milioni di euro.
A voler cercare una nota positiva, come fa l’Osservatorio stesso, si può notare che, seppure in calo rispetto al 2014, le gare sono in crescita rispetto al 2013 e al 2012, che quindi potrebbero rappresentare sperabilmente il periodo in cui si è toccato il fondo. Se così fosse, nel secondo trimestre si può sperare di ritrovare dati in crescita.