Breather è una startup canadese che, attraverso un’App per smartphone, consente di cercare spazi di lavoro disponibili per brevi intervalli di tempo. Ora l’azienda, che ha lanciato i suoi servizi l’anno scorso a Montreal, ha annunciato di aver iniziato l’attività anche a New York.
Il servizio viene promosso sul sito di Breather come “una seconda casa o un secondo ufficio quando e dove vuoi”. Si tratta quindi di un’offerta simile a quella di Airbnb, ma con due differenze:
- gli spazi di Breather sono presi in affitto dall’azienda (e non dai singoli clienti) e
- la focalizzazione è più spinta sull’ambito professionale e lavorativo.
Le sale messe a disposizione possono essere usate per un minimo di 30 minuti fino all’intera giornata. Il costo di un’ora a New York è 25 dollari, a Montreal 15. Sono ubicate in edifici commerciali, ma arredate con gusto e in modo da facilitare anche qualche minuto di relax (da cui il nome Breather, che richiama la possibilità di avere un po’ di… respiro).
Le sale attualmente disponibili a New York sono ancora poche, localizzate vicino alla Penn Station, a Soho e nel Flatiron District, ma l’azienda conta di aggiungerne altre nelle prossime settimane, dopodiché di aprire anche una nuova location: San Francisco, a due passi dalla Silicon Valley, secondo cuore pulsante dell’economia dei servizi USA dopo la Grande Mela.
L’App di Breather (che per ora funziona solo su iOs, ma dovrebbe presto arrivare anche per Android) sfrutta i principi già visti per Uber o Airbnb: l’utente usa il suo iPhone per trovare, grazie al GPS, una sala vicino a sé, e prenotarla. Quando inizia il periodo di prenotazione, appare sul suo telefono un codice numerico da usare per sbloccare la serratura. Il prelievo dalla carta di credito (che deve essere collegata al profilo di uso dell’App) avviene solo quando si lascia la sala, e solo per il numero di ore in cui la si è usata.
Meno guai con la legge?
Siccome Breather non si posiziona come un hotel o un bed and breakfast, non dovrebbe incorrere in molti dei problemi legali che sono capitati ai servizi come Airbnb. Tuttavia, ci potrebbero essere problemi legati a come i clienti usano il servizio.
La start-up canadese sottolinea però che il suo servizio non può essere utilizzato per finalità “immorali o illegali”, come la pornografia, la vendita o l’uso di droga, il gioco d’azzardo o la prostituzione. Anche se Breather provvede alla pulizia delle sale, a tutti i clienti è richiesto di lasciarle in ordine, e questi ultimi sono responsabili di eventuali danni.
Ormai il concetto della condivisione di un “terzo luogo” in cui passare del tempo (dopo la casa e l’ufficio) sta diventando sempre più comune, specie con l’aumento della mobilità di consumatori e uomini d’affari: per questo Breather (così come i suoi concorrenti come LiquidSpace, PivitDesk e Regus) potrebbe avere successo.
Di sicuro i nostri lettori diretti a New York hanno a disposizione un altro servizio di uso di spazi condivisi, dopo quello delle docce e toilette di POSH Stow and Go. Ormai non avete più scuse per non partire…