L’idea non è quella di sostituirsi al bike-sharing, bensì offrire un’alternativa al tradizionale noleggio delle biciclette.
Con questo presupposto parte il progetto Okobici, il primo servizio in Italia di bike-sharing peer-to-peer, pensato per tutti coloro che amano girare in bici, ma non sempre trovano facile affidarsi alle varie “stazioni” sparse per una metropoli. Capita, infatti, che un cicloamatore desideri raggiungere, per esempio, luoghi periferici non serviti dal bike-sharing standard, e che debba infine optare per un servizio di trasporto differente, rinunciando, pertanto, alla dueruote più ecologica.
In questo caso, invece, si tratta di inforcare la prima bici incontrata lungo il cammino, indipendentemente dalla disponibilità offerta da una rastrelliera disposta dal servizio pubblico, per dirigersi dove si desidera. Okobici, in pratica, propone a ciclisti e cicloamatori la possibilità di condividere il proprio mezzo di spostamento, sfruttando un dispositivo tecnologico applicato alle dueruote e un’interfaccia per la gestione e l’interazione con il servizio: le bici possono essere lasciate in ogni punto della città e prese “in prestito” da chiunque faccia parte della community.
Gli “abbonati” possono ricercare tramite web o telefonino la posizione dei vari mezzi e scegliere quello più vicino o che risponde al meglio alle proprie necessità. Grazie alla tecnologia GPRS l’utente è poi in grado di sbloccare la parte elettro-meccanica del device, che funge da lucchetto, e far sua, dunque, per il tempo del bisogno, la bicicletta.
Ci sono tre tipi di profili. Il provider è colui che compra un dispositivo e condivide la propria bicicletta; lo user paga un abbonamento annuale e usufruisce del servizio senza mettere in condivisione la propria bici; il curator, infine, si assume il compito di riparare le biciclette e offrire un servizio continuo e duraturo.
Da parte nostra cercheremo di monitorare l’evoluzione del servizio ed entrare meglio nel dettaglio di questa iniziativa sicuramente interessante.