Gli e-book stanno andando verso un modello a consumo, come quello di musica proposto da Spotify.
E pensare che i libri fino a oggi sono stati l’ultimo bastione dei contenuti digitali a resistere alla trasformazione in abbonamenti, a differenza di musica, giornali, film, giochi e anche spettacoli televisivi.
Ma poi qualche settimana fa Tim Waterstone, fondatore della catena di librerie Waterstone, ha annunciato la nascita di Read Petite, un abbonamento per un servizio streaming di racconti. Si tratta di un piccolo passo introduttivo verso un modello a consumo per un settore che sta vedendo il passaggio dai libri cartacei a quelli elettronici.
E man mano che cresce il mercato di questi dispositivi (Kindle e Kobo, ma anche i tablet di varie marche), cresce anche la domanda di servizi streaming per leggersi quanti più libri possibile: l’editore e il libraio che per primi arriveranno a questo mercato potranno godere di un vantaggio non indifferente.
L’accesso a molti libri su abbonamento, come concetto, non è poi così nuovo: inizia infatti con le biblioteche pubbliche, posti che più classici e old economy non si può. Una versione più moderna è il servizio Amazon Prime, che in America (non ancora in Italia) consente l’accesso a una biblioteca di 300.000 titoli, ovviamente da leggere uno per volta.
Il servizio proposto dalle librerie Waterstone darà invece ai lettori accesso illimitato a tutti i libri disponibili per pochi dollari al mese. Il servizio partirà quest’autunno, e sarà interessante vedere come sarà giudicato dal mercato e, soprattuto, dagli editori.
Un editore che ha già aderito si chiama F+W Media: si tratta di un editore di testi sul design, testi di riferimento sulla scrittura e romanzi d’amore. Tutti segmenti che si prestano bene a un modello a consumo: quando si legge di design o si cercano riferimenti sulla letteratura, un libro solo non basta. E quando si leggono romanzi d’amore, beh, neppure. I lettori romantici (o forse sarebbe meglio dire le lettrici romantiche) a volte leggono un libro al giorno.
Questo modello, oltre ad adattarsi molto bene ai lettori di F+W Media, si adatta molto bene all’editore, che potrà accedere a moltissime informazioni sui suoi lettori e sulle loro abitudini di lettura.
Un’altra azienda ad aver sperimentato modelli differenti di funzionamento è Kobo. Il produttore di lettori digitali (i cui prodotti sono stati adottati in Italia da Mondadori) ha provato a vendere libri capitolo per capitolo, a vendere libri in streaming sul web e a venderli con la pubblicità, prima di adottare un modello tradizionale. Oggi Kobo, dopo aver fatto molti esperimenti, sostiene che un modello basato solo sugli abbonamenti non ha molto senso, ma può funzionare se inserito in un’offerta più ampia.
Probabilmente il lettore medio che legge non più di un libro o due al mese (e in Italia non ce ne sono tantissimi) non trarrà grande utilità, ma chi preferisce leggersi un bel libro invece che guardare l’ultimo episodio di un telefilm in streaming sicuramente sarà molto interessato.
Conviene quindi chiedersi non se questo sistema partirà, ma quando.