Migliora la congiuntura, anche secondo la Banca d’Italia

Migliora situazione congiunturale economia italiana
Migliora situazione congiunturale economia italiana

La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato i risultati del suo Sondaggio Congiunturale sulle imprese italiane, che riporta i dati aggiornati al terzo trimestre 2017. La situazione riportata è nel complesso positiva, e va a confermare quanto risulta da numerosi altri sondaggi, tra cui ad esempio quelli dell’Istat sul clima di fiducia.

Migliora situazione congiunturale economia italiana

Come riporta l’istituto di Via Nazionale, le imprese intervistate

(…) hanno nuovamente espresso giudizi favorevoli sull’andamento del proprio fatturato nel 2017.La quota di imprese che hanno riportato una crescita del fatturato dei primi nove mesi dell’anno rispetto a un anno prima è salita a circa il 50%, un valore prossimo a quello registrato nel biennio precedente la crisi dei debiti sovrani dell’area dell’euro; allo stesso tempo, la quota di imprese il cui fatturato è diminuito nei primi tre trimestri dell’anno è scesa al di sotto di quella registrata nel 2010-2011; il saldo tra la quota di giudizi di aumento e di riduzione è più che raddoppiato rispetto all’anno prima (a 28 punti percentuali da 12 dell’anno precedente).

Il fatturato cresce grazie all’export (dove più di metà delle imprese riporta una crescita), ma non solo. E oltre a questo è da segnalare che le imprese ipotizzano un ulteriore aumento delle vendite nei prossimi 6 mesi, diffuso in tutti i settori, a cui sembrano contirbuire, secondo le stime, sia la domanda interna sia quella estera.

L’andamento favorevole delle vendite (realizzate e attese) si è accompagnato a sviluppi positivi dell’occupazione. Il saldo fra giudizi di aumento e riduzione del numero di addetti è tornato a crescere significativamente nel 2017 (dal 7 al 15%), grazie sia all’ulteriore calo della quota di imprese che hanno registrato una flessione, sia alla crescita della quota di aziende che hanno rilevato un aumento.

Altre notizie positive arrivano dalle previsioni sul fronte degli utili: il miglioramento delle vendite ha fatto salire il numero di imprese che prevedono un utile alla fine dell’anno, che arriva a circa l’80%, il livello più elevato dell’ultimo quinquennio, dal 58 percento del 2012. La crescita è comune a tutti i settori.

Circa un quarto delle imprese intervistate, un valore storicamente elevato, ha inoltre dichiarato che nel 2017 la spesa per investimenti sarà maggiore di quanto inizialmente programmato, mentre circa il 60% ha confermato i propri piani. Nei piani di investimento per il 2018, inoltre, la spesa dovrebbe continuare ad aumentare in quasi tutti i settori. Per i due terzi delle imprese le attese sulla domanda e fattori organizzativi e tecnici si confermano tra i principali stimoli all’espansione degli investimenti nel 2018. Per contro, un quarto delle imprese ritiene che il principale ostacolo all’investimento sia l’incertezza economica e politica.

Un dato particolarmente interessante per le imprese del noleggio è quello relativo alle finalità dei nuovi investimenti. Se nel 2015-2017 il 40% delle imprese ha svolto principalmente investimenti di sostituzione, lasciando invariata la propria capacità produttiva, nel prossimo triennio le imprese che prevedono di fare questa scelta saranno poco meno del 30%, mentre circa il 60% indirizzerà i propri investimenti principalmente all’espansione della capacità produttiva o all’apertura di nuovi mercati, soprattutto nel settore dei servizi.

Si potrebbe aprire quindi anche in Italia qualche spazio a quel fenomeno, registrato negli ultimi anni negli USA, per il quale le imprese, che sono passate al noleggio in passato per motivi fondamentalmente tattici, ossia far fronte alle oscillazioni della domanda, ora potrebbero riconoscere che il noleggio è lo strumento adatto a sostenere la propria crescita, sempre in modo flessibile.

Le imprese di costruzione

Nei primi nove mesi del 2017 la produzione delle imprese di costruzione con almeno 10 addetti ha mostrato segnali di ripresa: alla riduzione significativa della quota di quelle che ne hanno dichiarato un calo si sono contrapposti il lieve incremento dei giudizi di stabilità e quello, più intenso, delle valutazioni di aumento. Un miglioramento dei giudizi sulla produzione si è osservato anche per il comparto delle opere pubbliche, per il quale il saldo è divenuto positivo per la prima volta dall’inizio dell’indagine, in particolare grazie al contributo delle grandi imprese. Al recupero hanno contribuito, sebbene in misura contenuta secondo le imprese, le modifiche al Codice degli Appalti.

Analogamente a quanto registrato anche dall’Istat, la dinamica favorevole della produzione non ha però favorito una ripresa dell’occupazione. I giudizi di flessione del numero di addetti hanno sopravanzato quelli di aumento di 12 punti percentuali; meno della metà delle imprese ha riportato una stabilità degli occupati.

Per il 2018 le imprese prevedono un nuovo miglioramento delle condizioni congiunturali. Sia nell’edilizia pubblica sia in quella privata la quota di imprese che si aspettano una produzione stabile o in miglioramento è salita di circa 8 punti rispetto alle attese formulate nella scorsa indagine, superando l’80%.

Nel complesso, quindi, anche l’indagine trimestrale della Banca d’Italia mostra un quadro congiunturale in miglioramento per l’industria e le costruzioni. Ogni impresa e ogni mercato locale logicamente fanno caso a sé, ma è confortante vedere come la maggior parte degli istituti di ricerca più importanti del Paese sia allineata nel registrare questo miglioramento della situazione dopo un lungo periodo di crisi.

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