Uno degli elementi alla base della crisi attuale è stato ed è tuttora legato al credito. Prestiti sbagliati (in alcuni casi gravemente afflitti da pratiche scorrette e comportamenti con rilevanza penale, come nel caso dei mutui subprime negli USA) e lo scoppio di una vera e propria bolla creditizia hanno portato le banche a ridimensionare drasticamente il proprio orientamento e la propensione a concedere prestiti. Le banche, che sono alla base del sistema economico per la loro capacità di collegare i depositi di chi i soldi li ha (i risparmiatori) alle necessità di chi ne ha temporaneamente bisogno (altre famiglie per comprare casa, o le aziende per investire) hanno chiuso i rubinetti, perché si sono indebitate troppo, e male, negli ultimi anni.
Fin qui, nulla di nuovo, come purtroppo testimoniano anche le risposte alle nostre indagini per il Panel Rental Blog.
La novità sta però nella nascita di operatori specializzati che cercano di sostituirsi alle banche in alcuni dei segmenti del mercato del credito, e specificamente in quelli del credito alle PMI e alle famiglie: i sistemi di credito peer-to-peer, analoghi a quelli che abbiamo già visto più volte ad esempio nel car sharing o nel bike sharing.
Si tratta, come lascia intendere il nome, di operatori che non prestano soldi propri, ma organizzano piattaforme in cui si incontrano la domanda di risorse finanziarie e l’offerta da parte di piccoli investitori e risparmiatori. Alcuni trattano prestiti, altri capitali di rischio, alcuni si rivolgono alle imprese, altri ai privati. Nel Regno Unito Zopa ha da poco raggiunto un valore complessivo dei prestiti concessi di 250 milioni di sterline, e negli USA Prosper arriverà nel 2012 a 150 milioni di dollari, il doppio del 2011.
Zopa, uno dei più famosi siti di social lending, è attivo anche in Italia, dove ha da poco cambiato nome in Smartika. Il sito consente di contrarre prestiti per importi da 1.000 a 15.000 euro, e ha erogato oltre 2 milioni di euro di prestiti nel 2012, a partire da marzo, mese in cui ha ottenuto l’autorizzazione a operare da parte della Banca d’Italia. I prestiti, che vengono ripartiti tra numerosi prestatori per ridurre i rischi a carico di questi ultimi, hanno durata variabile da 24 a 48 mesi, e il TAEG medio pagato a Dicembre 2012 è stato dell’8,9% (un dato che media quelli di numerose classi di rischio di credito). Il sito pone un forte accento sulla presenza, per chi presta denaro, di rendimenti interessanti, ma soprattutto sull’elemento etico del social lending, ossia la possibilità di prestare soldi ad altri risparmiatori saltando intermediari che oggi sono visti nella migliore delle ipotesi come incapaci di soddisfare le esigenze delle famiglie (e nella peggiore come “vampiri” dediti solo al proprio profitto).
Ancora nel Regno Unito, MarketInvoice consente alle imprese di farsi scontare le proprie fatture da privati, ottenendone in cambio denaro contante. La presenza di un meccanismo di asta tra i finanziatori consente di ottenere percentuali elevate di finanziamento immediato (80%-90% del valore delle fatture) e tassi di sconto che oscillano tra l’1 e il 2% dell’importo (a cui occorre aggiungere la fee di MarketInvoice). Il servizio è attualmente ristretto a fatture per lavori e servizi prestati a grandi imprese, possibilmente quotate, il che consente di mantenere ridotto il rischio di insoluto; è però possibile che in futuro il parco di fatture presentabili si ampli, insieme alla capacità del sito di offrire servizi di valutazione della loro possibilità di essere pagate e dell’affidabilità dei clienti a cui sono emesse.
Il settore dei prestiti peer-to-peer è ovviamente ancora minuscolo, se confrontato con quello bancario nel suo complesso, e ancora oggi molte cose potrebbero andare storte: un grosso fallimento potrebbe decretare l’insuccesso di tutte queste iniziative, e le banche tradizionali, nonostante la pessima reputazione guadagnata negli ultimi anni, restano concorrenti formidabili, con le loro reti diffuse e la presenza di servizi di studio e analisi dedicati espressamente a valutare le aziende affidatarie.
Tuttavia alcuni enti di supervisione e controllo stanno iniziando a regolare il settore, il che ha effetti positivi perché aumenta i livelli di fiducia che si può concedere a questi operatori, e gli investitori istituzionali si stanno accorgendo che questo potrebbe essere un mercato interessante, e quindi stanno iniziando a investire (come ha fatto ad esempio Jacob Rothschild in Zopa a dicembre).
Ci sono quindi i presupposti perché si verifichi una progressiva segmentazione del mercato del credito, dove altri canali si affiancheranno a quelli tradizionali costituiti dalle banche: il social lending si candida a farne parte, accoppiando etica a economia.