Secondo le indagini sociologiche condotte ogni anno, i consumatori americani (così come quelli italiani) considerano i loro animali domestici come dei membri della famiglia. I proprietari di cani, in particolare, sembrano sentirsi più “genitori” di un amico a quattro zampe che non semplici possessori di animali. E il loro numero aumenta a tasso costante, tanto che in alcune città americane si contano più cani di proprietà che bambini.
Questa evoluzione ha portato con sé la nascita di molteplici opportunità di business per le aziende americane. Non solo si è sviluppata un’offerta di alimenti biologici per cani, ma anche cibi speciali progettati per far seguire anche a loro le diete “paleo” tanto care ai loro padroni (pardon, genitori). Poi ci sono i materassi ortopedici. Per non parlare dei 400 milioni di dollari spesi nel 2016 per i costumi di Halloween…
In generale, la spesa annua in prodotti alimentari e di altro genere per gli animali domestici negli USA è cresciuta di circa il 40% negli ultimi 10 anni: un valore elevato se si considera che il mercato è già piuttosto vasto, e nel 2016 ha toccato quota 43 miliardi di dollari di giro d’affari complessivo.
Ora un gruppo di startup ha fiutato (se ci perdonate il gioco di parole) l’opportunità. Così come Airbnb offre ai viaggiatori un’alternativa al tradizionale soggiorno in hotel, due aziende, Rover e DogVacay, vogliono dare ai possessori di animali domestici un’alternativa ai sistemi tradizionalmente utilizzati quando si è lontani da casa.
I servizi in questione funzionano con modalità molto simili a quelle che abbiamo ripetutamente visto in altri contesti. I clienti cercano con un’App un dog-sitter nelle vicinanze. A differenza dei servizi a cui siamo abituati a pensare (un ragazzo o una ragazza che portano il cane a spasso qualche volta al giorno), in questo caso il servizio è molto più completo: l’ospite terrà il cane a casa propria per tutta la durata dell’assenza del proprietario.
Il costo medio del servizio è di 30 dollari a notte, di cui l’80% va all’ospite e il 20% alla piattaforma. Si tratta di un prezzo largamente inferiore a quello mediamente richiesto da una tradizionale pensione per cani.
Oltre al prezzo, l’altro grande vantaggio di queste App è che le bestiole ricevono un trattamento molto migliore. Le App presentano strumenti appositi per consentire ai padroni di trovare ospiti che siano davvero amanti dei cani: solo il 15% di chi si è proposto è stato approvato come dog-sitter.
E oltre a offrire agli animali più attenzione e spazi dove scorrazzare, queste piattaforme offrono diversi extra per i padroni più apprensivi. Rover ha lanciato un servizio che consente ai clienti di controllare quanto si è mosso il loro cane usando i dati del GPS dello smartphone dell’ospite. E ovviamente, come Airbnb, sia Rover che DogVacay assicurano i soggiorni canini contro il rischio di incidenti.
Un altro vantaggio di questo modello di business è che, a differenza di altre piattaforme social che mettono in contatto i clienti con i lavoratori (come ad esempio giardinieri, tuttofare o massaggiatrici), i consumatori tendono a usare i servizi di dog-sitting più volte all’anno, e tendono a essere fedeli. Questo ha aiutato Rover e DogVacay ad attrarre interessanti flussi di finanziamento di venture capital, circa 140 milioni di dollari nel complesso.
Ma queste aziende incontreranno una forte concorrenza quando cercheranno di espandersi globalmente. Le aziende che offrono questi servizi stanno spuntando come funghi in molti paesi, come Australia, Brasile e Regno Unito. E a differenza di Airbnb, che si avvantaggia della propria presenza in moltissimi paesi di destinazione dei viaggiatori, l’effetto rete per i servizi di dog-sitting è limitato a livello di area locale. Anche se si sono saggiamente lanciate nel mercato in anticipo sugli altri, questi operatori resteranno di taglia media, e difficilmente raggiungeranno le dimensioni dan San Bernardo di Airbnb.