Il settore manifatturiero in Europa ha registrato a Dicembre la crescita maggiore da due anni a questa parte.
Lo riporta la società di ricerca Markit Economics, che ogni mese stila un indice, chiamato PMI (Production Manufacturing Index) che “tasta il polso” della produzione in vari settori economici in tutti i paesi europei e nelle principali economie mondiali.
L’Indice Composito Markit PMI si attesta a Dicembre sul valore di 52,7, in salita dal 51,6 di Novembre, restando stabilmente sopra la soglia di 50, che è lo spartiacque tra recessione e crescita in campo industriale.
Nel complesso si tratta del valore più alto in 31 mesi. La maggiore produzione e l’aumento dei nuovi ordini incoraggiano le imprese manifatturiere a non effettuare ulteriori tagli occupazionali. Continua inoltre l’aumento delle esportazioni, non ostacolate per fortuna dall’euro forte.
A differenza di quanto abbiamo spesso visto, specialmente negli ultimi anni, la produzione industriale italiana non resta fuori da questo scenario positivo: con un valore di 53,3 il PMI italiano è anch’esso ai massimi da oltre due anni e mezzo. Gli esperti di Markit hanno anche registrato qualche spunto positivo in termini di occupazione nel nostro Paese, dato ancora più positivo se si aggiunge che risultano elevati i livelli di lavoro inevaso.
Nonostante anche il 2013 si chiuda con una variazione negativa del PIL, e la crescita per il 2014 sia prevista al rallentatore, cominciano a vedersi i primi piccoli effetti della relativa stabilità politica, degli interventi della BCE di Mario Draghi e di alcune decisioni del Governo.
Secondo l’indagine congiunturale della Banca d’Italia, ad esempio, il 60% delle imprese con crediti verso la PA ha iniziato a ricevere i primi rimborsi dei crediti pregressi, che subito sono stati usati a loro volta per diminuire i debiti commerciali e l’esposizione al sistema finanziario (in alcuni casi più gravi, per pagare gli stipendi arretrati). Anche da questo, quindi, potrebbe dipendere la riduzione della domanda di finanziamenti alle banche registrata dalla BCE e dalla Banca d’Italia: un altro elemento di speranza in una notizia di per sé negativa.