Il PIL italiano è sceso ai livelli più bassi dal 1980, e la recessione si candida sempre di più a essere la peggiore del dopoguerra. Il PIL è sceso del 2.4% nel primo trimestre 2009 (dato congiunturale), o in altri termini del 5,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima. Questo significa una performance annualizzata del 9,6% (se gli altri trimestri andassero come questo), o del 4.6% se negli altri trimestri la situazione dovesse restare stabile (il cosiddetto PIL acquisito per il 2009).
L’Italia è più o meno oggi allo stesso livello del primo trimestre 2005, e purtroppo stiamo viaggiando indietro nel tempo.
Tutti i principali indicatori di attività economica (indice delle vendite al dettaglio, produzione industriale, ordinativi dell’industria, produzione nei servizi) stanno scendendo, anche in quasi tutti i casi sembra che il tasso di decrescita sia in rallentamento. Il problema con questo tipo di ragionamento è che deve essere confermato da un arresto, nei prossimi mesi, del tasso di riduzione dell’attività, e non solo da un suo rallentamento.
E’ quindi ancora presto per ritenere che la crisi sia passata, e che il punto di minimo sia stato toccato. Il 40% delle imprese industriali, ad esempio, riporta nuovi ordini in calo, sia interni che dall’estero. Tutto ciò sta avendo ripercussioni sui posti di lavoro, che non lasciano ben sperare per una ripresa rapida, soprattutto in un mercato rigido come quello italiano.
Il Governo ha ridotto le sue stime per il risultato complessivo di quest’anno a -4,2%, mentre il Fondo Monetario Internazionale le ha portate a -4,4%. Se l’economia non dovesse crescere nel 2010, andremmo incontro a tre anni di recessione ininterrotti, un evento mai accaduto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Questo avrà anche un impatto rilevante sul debito pubblico (che si misura in percentuale sul PIL). La spesa pubblica è salita del 21% nel primo trimestre, mentre le entrate sono scese del 4,8%. Secondo la Commmissione Europea, questo dovrebbe far salire il deficit al 4,5% del PIL quest’anno, e al 4,8% l’anno prossimo. Il debito salirà dal già alto 105,8% del PIL nel 2008 al 113% nel 2009, e al 116,1% nel 2010.