Dopo il periodo non semplice appena trascorso, Rental Blog ha deciso di ripercorrere insieme a voi i pezzi principali che vi hanno incuriosito e tenuto compagnia negli ultimi mesi. Questo articolo, pubblicato originariamente il 27 Marzo, cerca di approfondire il tema del cambiamento, che nel periodo appena trascorso ha portato con sé una maggiore attenzione incentrata sulla paura e sul coraggio, entrambi necessari per affrontare il mutare delle situazioni.
“Per quanto riguarda il futuro, non si tratta di prevederlo, ma di renderlo possibile”. (Antoine De Saint–Exupéry)
Quando ho iniziato a scrivere questo articolo, il mio focus era concentrato sul percorso tematico che avevamo intrapreso sulle pagine di Rental Blog.
Siamo partiti identificando i bisogni profondi che un individuo può desiderare di soddisfare e immaginarli realizzati nel proprio contesto o ambiente lavorativo.
Poi siamo passati a comprendere in che modo un ambiente positivo possa influire su questa legittima soddisfazione e, di contro, perché un luogo in cui sia difficile lavorare e avere relazioni umane sane, ci ostacola, quando non ci crea vere e proprie nevrosi e patologie.
Il nostro percorso normale sarebbe dovuto proseguire quindi con la descrizione di alcune semplici strategie di sopravvivenza, ma gli eventi ci hanno portato molto al di fuori della normalità.
Rimandiamo questi esercizi a quando, finalmente, riusciremo a tornare nel nostro luogo di lavoro fisico e rivedere i colleghi. Magari, nel frattempo, saremo cambiati noi stessi e sarà cambiato anche il nostro punto di vista sugli altri; potremmo forse apprezzare, o tollerare meglio, anche alcuni loro difetti che ci sembravano prima insormontabili.
Cos’è il cambiamento e come ci riguarda
Il tema del cambiamento è entrato prepotentemente in gioco a rimodulare le nostre riflessioni e, mai come in questo periodo di angosce legate al Coronavirus, poter analizzare insieme come mettere in atto i cambiamenti che ci aiutano ad affrontare anche una grande incertezza come questa, che ha certamente riflessi sul lavoro, sulla socialità e sull’economia, ma prima di tutto sulla nostra salute, si rivela di importanza vitale.
“Le cose cambiano. Stamani la camicia era pulita e stirata; adesso è sporca e stropicciata. Le banane, che erano acerbe, sono maturate. E il caffè nella tazzina si sta raffreddando. Nemmeno io sono quello di una volta: sono invecchiato, ho perso molti capelli, ho letteralmente cambiato ogni cellula del mio corpo. Eppure c’è un senso importante in cui sono sempre io, così come è naturale pensare che questa camicia sia proprio quella che ho indossato al risveglio e queste banane le stesse che ieri erano in negozio…”.
Sono scene di vita quotidiana quelle descritte in queste considerazioni del filosofo contemporaneo Achille Verzi, indicative di quel fenomeno, così semplice e complesso nello stesso tempo, a cui diamo il nome di “cambiamento”.
Lo viviamo tutti nelle forme più svariate, nella soggettività delle percezioni, attraverso un’ampia gamma di sfumature emotive, elaborandone un senso profondo o rimanendo sulla superficie del suo significato.
Paura e coraggio
Nonostante la “popolarità” del concetto, arrivare a comprendere e a definire la natura e i significati del cambiamento ha rappresentato per l’uomo un’ardua sfida fin dalla notte dei tempi.
La ruota della nostra storia ha sempre girato intorno a due assi incrociati: la paura del nuovo e dell’ignoto da una parte, e il coraggio di esplorarlo, l’eroismo di scoprire cosa ci fosse al di là delle “Colonne di Ercole” di ogni situazione, dall’altra.
Un tema che, tra l’altro, avete affrontato in maniera eccellente lo scorso anno al Rental Business Forum e che sarà perno della formazione dell’Alta Scuola di Management di Rental Academy.
A proposito delle famose Colonne, Tucidide, storico dell’antichità, affermava che oltre quel limite le navi rischiano di “cadere giù dall’orlo del mondo” e nessuno, quindi, osava avventurarsi.
Cristoforo Colombo, incarnando l’archetipo dell’eroe, ruppe ogni indugio e partì alla volta del Nuovo Mondo. Il navigatore genovese, cercando le Indie, ha scoperto però una realtà diversa e fin lì sconosciuta: l’America.
Naturalmente, oggi questi archetipi primordiali si sono evoluti perché sono cambiati i tempi e noi con loro. Tuttavia, di fronte al cambiamento, in ognuno di noi che ne siamo coscienti o no, permane una sottile ansia o addirittura una profonda angoscia legata al senso di incertezza che esso porta con sé.
Il desiderio di cambiare
Per quanto non sia semplice fornire una definizione chiara ed esaustiva del concetto di cambiamento e siano numerose le proposte fornite dalla letteratura su questo argomento, cerchiamo di partire da qui, definendolo come un comportamento intenzionale o una strategia che mettiamo in atto per raggiungere uno stato desiderato e che comporta qualcosa di nuovo o di diverso e che per noi è ancora sconosciuto.
Tale definizione si adatta alle trasformazioni che, volenti o nolenti, in alcuni momenti della nostra vita mettiamo in atto sia nel nostro ambito personale, sia in quello professionale e organizzativo. Anche se a seguito di eventi imprevisti e traumatici, come accade da qualche settimana.
In tutti questi casi, il cambiamento è un processo intenzionale che operiamo in risposta a una situazione di crisi, al fine di adattarci, per necessità o per volontà, a mutate situazioni di vita; o per cogliere da queste ultime delle opportunità di miglioramento. E qui tornano forte il tema della vita e il significato di crisi ai tempi del Coronavirus.
Anche se la parola “crisi” ha assunto nell’uso comune un’accezione negativa, la sua etimologia deriva dal verbo greco “Krino”, che significa separare, discernere, valutare, svelandoci in questo senso una connotazione positiva, in quanto momento di riflessione, valutazione e discernimento che può trasformarsi nel presupposto necessario per una rinascita.
Nei prossimi articoli dedicheremo la nostra attenzione alle resistenze al cambiamento, cioè a ciò che ostacola il nostro desiderio di cambiare.
