Uno sguardo indietro e uno avanti

Cofiloc ivano e carlo buso di Cofiloc
Cofiloc ivano e carlo buso

Ivano Buso con il figlio Carlo (fotografia di Daniela Grancini)

Lo scorso giovedì abbiamo dato la notizia dell’acquisizione da parte del Gruppo Kiloutou delle società Cofiloc ed Euronol, specializzate nel noleggio di attrezzature per il movimento terra e il sollevamento, con filiali nel Nord Italia e nel Centro. Un’acquisizione storica, poiché si tratta della prima in assoluto nel nostro Paese da parte di un colosso europeo del noleggio. Con questa mossa, Kiloutou include quindi l’Italia nel suo piano di sviluppo a livello internazionale. E lo fa scegliendo due aziende che del noleggio di casa nostra rappresentano un paradigma di eccellenza, se non per i numeri in assoluto, certamente per la qualità riconosciuta.

Cofiloc ed Euronol vantano comunque una rete di dieci filiali e un organico di oltre 90 persone. Aziende multispecialiste che hanno sempre puntato sulla competenza, sulla qualità dei servizi e sulla gamma dei mezzi proposti, dispongono di una flotta di circa 4mila macchine (pale caricatrici, escavatori, piattaforme aeree, eccetera), completata da un parco di gru che permette loro di offrire a una clientela fidelizzata di professionisti dell’industria, dell’edilizia e dei lavori pubblici un insieme di soluzioni di eccellenza.

L’imprenditore trevigiano Ivano Buso è stato il principale artefice dello sviluppo di Cofiloc, dalla sua fondazione che risale ai primi anni ’90, quando il noleggio in Italia era una cosa raffazzonata e decisamente agli albori. Ripercorriamo con lui un po’ della sua storia personale, che è anche la storia del noleggio nel nostro Paese.

 

Buso, com’è cominciata l’avventura di Cofiloc?  

Con l’offerta a noleggio di gru edili nuove, sviluppato negli anni successivi sempre tenendo presente il target degli operatori dell’edilizia e delle costruzioni.

 

Com’era in quegli anni la cultura del noleggio?

Era un disastro, in pratica non esisteva il noleggio come lo immaginiamo oggi. Quel poco che c’era, era fatto dai concessionari con le loro macchine usate. Con Cofiloc abbiamo introdotto questo primo salto di qualità, cominciando a mettere a disposizione dei clienti macchine completamente nuove.

 

Com’è stata la risposta dei clienti?

Subito positiva, ma anche diffidente. Diciamo che li ho dovuti educare, quasi addomesticare. Quando però coglievano la differenza e cominciavano ad apprezzare il servizio in tutte le sue componenti, le imprese ci hanno sempre premiato con la fedeltà assoluta.

 

E’ stato tutto così facile?

Al contrario, le difficoltà c’erano ed erano date proprio dalla scarsa conoscenza del noleggio da parte delle imprese. E’ stato difficile introdurre questo nuovo modo di pensare e di utilizzare i mezzi. E’ stato un percorso lungo e complesso, ma anche affascinante e soddisfacente, perché man mano che inserivamo prodotti e macchinari nuovi, personale adatto al noleggio – e l’evoluzione di Cofiloc è stata possibile proprio grazie alla qualità dei nostri collaboratori – il successo è venuto di conseguenza. La qualità è quello che ci ha fatto vincere tutte le sfide.

 

Com’è stato il rapporto con i noleggiatori che intanto stavano entrando sul mercato?

Mi sono sempre trovato abbastanza bene con i colleghi, tenendo conto che comunque io sono sempre andato avanti per la mia strada, con le mie scelte, senza mai guardare nessuno. La differenza con loro la faceva la qualità dell’impostazione dell’azienda: noi siamo diversi, lo siamo sempre stati. Anche il mercato ci ha identificato come un’azienda diversa, con un sistema di lavoro diverso e, infatti, non ci ha stupito essere stati avvicinati da un grande player europeo. La nostra identità ci ha sempre dato tanti vantaggi e, in fondo, ci ha lasciato fuori dalla competizione. Chi viene da Cofiloc, anche oggi, sa quello che trova e sa che lo trova solo da Cofiloc. Sono i fatti che lo dicono.

 

Che cosa cambia ora per i clienti?

Non cambierà niente, o meglio, tutto sarà portato avanti con maggiore decisione e rapidità. Kiloutou ha scelto Cofiloc perché affine al suo modo di operare; noi abbiamo trovato in loro un partner importante. Ci hanno avvicinato, abbiamo trovato un accordo. Hanno lasciato carta bianca alla famiglia Buso: Carlo rimane Amministratore delegato, Sandro e Ivano Zamperini restano direttori delle filiali. Le strategie non cambiano, tranne che Kiloutou è determinata nel perseguire l’inserimento del noleggio di piccole macchine e attrezzature. Noi in questo settore non siamo preparati e quindi vedremo come la cosa sarà armonizzata nella nostra organizzazione.

 

Resterà il brand Cofiloc?

Resterà il marchio e i colori rimangono gli stessi. Per Kiloutou si tratta di un investimento strategico a tutti gli effetti. Sono aziende, queste, che non hanno bisogno di troppi cambiamenti, solo di crescere. E in ciò, credimi, sono molto determinati.

 

E’ un passaggio storico, data la cronica diffidenza da parte degli operatori esteri a entrare nel nostro mercato. Cosa succede adesso secondo lei?

Premesso che sono molto soddisfatto di questa operazione, sia perché è stata Kiloutou a essersi fatta avanti, sia perché offre la possibilità a Cofiloc di crescere molto più rapidamente, direi che cambieranno molte cose.  E’ giunto il momento, anche per il nostro mercato, in cui spariranno molti noleggiatori piccoli e medi; come nel resto dell’Europa, rimarranno tre o quattro aziende più grosse e queste saranno oggetto di altre acquisizioni.

 

Quindi è una tendenza irreversibile?

Io ne sono certo. Da quello che ho capito, è giunto il momento in cui stanno per arrivare i grandi gruppi. Certo, non saranno acquisizioni semplici come quella di Cofiloc: i nostri partner francesi hanno disponibilità finanziarie notevoli e sicuramente metteranno molti soldi in Italia. L’obiettivo che si sono dati è di consolidare il primato di Cofiloc sul mercato italiano. Noi però eravamo un caso quasi unico, in quanto altrettanto solidi finanziariamente. Le prossime, forse, saranno acquisizioni più complesse. Ma ci sarà spazio anche per loro.

 

E Ivano Buso adesso cosa farà?

Ah, io rimango ancora per qualche tempo in azienda, poi mi dedicherò a un nuovo progetto, davvero innovativo. Sono convinto che nella vita bisognerebbe sempre poter fare più di un lavoro contemporaneamente.

 

C’è un po’ di nostalgia, guardandosi indietro?

Indubbiamente sì, la sento. Cioè, sento di aver fatto qualcosa di importante a cui sono legato. Ma non è nella mia indole attaccarmi troppo alle cose, resto legato solo alla mia famiglia. Era da qualche tempo che avevo il desiderio di dedicarmi ad altro, a qualcosa di completamente diverso che stimolasse ancora la mia passione. Diciamo che quando mi è capitata questa occasione, a cui è stato difficile dire di no, ho pensato che fosse davvero arrivato il momento giusto per me. Quando ho finito un’avventura, ho già la testa su altro. Ora sono concentrato su questi nuovi obiettivi, ma è presto per parlarne…

Tag dell'articolo: Cofiloc, Kiloutou

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