Sicurezza degli edifici, apriamo un fascicolo

Sicurezza degli edifici, apriamo un fascicolo
immagine Sicurezza degli edifici, apriamo un fascicolo

Da anni si parla della necessità di dotare gli edifici di una “carta d’identità” , utile per conoscere il suo stato di salute. La abbastanza recente iniziativa del ministero delle Infrastrutture di prevedere anche un certificato di stabilità, reso ancor più necessario dai recenti crolli, oltre ovviamente agli ingenti e dolorosi danni provocati dai terremoti, ha provocato reazioni diverse fra gli ordini professionali che gravitano nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.

Si deve comunque partire da una premessa: sono circa 20 milioni oggi in Italia gli edifici che sono stati costruiti prima del’entrata in vigore della normativa sul rischio sismico. Se a questi aggiungiamo molti edifici costruiti, per usare un eufemismo, senza particolari attenzioni negli anni prima della crisi, quando comunque le regole c’erano, il numero è destinato ad aumentare.

Il fascicolo del fabbricato è certamente un documento indispensabile, perché la sicurezza degli immobili non è un argomento su cui scherzare. Conoscere la vulnerabilità di un edificio è il primo passo per favorire interventi di ripristino. È anche giusto considerare però questo edificio in tutte le sue possibili criticità: non solo strutturali, ma anche relative agli impianti, che spesso sono fortemente inadeguati e non a norma. Si tratta, alla fine, di definire i termini di un mercato nel mercato e, probabilmente, per non giungere al solito pastrocchio all’italiana, non bastano un decreto e nemmeno tanta buona volontà.

Tag dell'articolo: edilizia e costruzioni

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