L’indice PMI in Europa sale sempre più su

Andamento del PIL e dell'indice PMI in Europa
Andamento del PIL e dell’indice PMI in Europa

Il ritmo di crescita dell’economia della zona euro è migliorato notevolmente e ha raggiunto il livello massimo da sei anni a questa parte. A dirlo è l’indagine PMI realizzata mensilmente dalla MarkitEconomics, secondo cui gli ordini delle imprese sono aumentati, così come i livelli di ottimismo e anche l’occupazione. Tutto questo fa ben sperare per il mantenimento della ripresa in corso  anche per i prossimi mesi.

L’indice PMI Markit per l’Eurozona ha raggiunto quota 56 a Febbraio, secondo le stime preliminari, in crescita dal 54,4 di Gennaio. Se confermato, sarebbe il valore più alto dall’Aprile 2011.

Andamento del PIL e dell'indice PMI in Europa

La crescita prosegue ininterrotta sia nella produzione industriale che nei servizi; nel primo settore, in particolare, è supportata dalla crescita delle esportazioni, che aumentano grazie all’euro debole. L’aumento delle vendite spinge inoltre le aziende ad assumere più personale, al ritmo più elevato da sei anni a oggi. Questo vale anche per il settore dei servizi, dove la crescita degli organici  è ancora più sensibile.

La spinta alle assunzioni arriva anche dal miglioramento del sentiment delle imprese, in particolare per la situazione attesa da qui a un anno: gli ordini aumentano, altri se ne attendono per il futuro e pertanto le imprese sembrano aver deciso di investire a pieno regime.

Dal punto di vista dei paesi in cui si realizza l’indagine, la Francia è stato, a sorpresa, quello con la crescita del PMI più forte, addirittura più di quello della Germania (non succedeva dall’Agosto 2012). Questo risveglio francese è alla base della ripresa generale a livello continentale.

Aumentano i rischi di inflazione

Continuano a crescere le spinte verso l’aumento dei tassi di inflazione. Le imprese intervistate dichiarano che i loro costi di produzione sono aumentati a tassi elevati, sia nella produzione che nei servizi. La crescita è collegata all’aumento dei prezzi globali delle commodity, all’euro debole e all’aumento relativo del potere contrattuale dei fornitori.

Anche l’aumento dei tempi medi di consegna dai fornitori è un segnale della presenza di una situazione di crescita, in cui i fornitori faticano a star dietro alle richieste della domanda: questo indice è ai massimi dal Giugno 2011, e, abbinato al loro maggior potere contrattuale spinge a ritenere che nei prossimi mesi le spinte inflative saranno ancora maggiori.

Sembra quindi che le politiche della BCE, unite alla favorevole evoluzione dei mercati internazionali, stia spingendo finalmente alla crescita dell’economia e dei prezzi, senza bisogno di ulteriori azioni da parte della Banca Centrale. La situazione sociopolitica resta incerta (con la Brexit da gestire, la Grecia di nuovo sull’orlo della crisi ed elezioni in arrivo in Francia, Olanda e Germania, se non anche in Italia), ma qualsiasi problema si potrà gestire con più facilità se si riesce a partire da una base di crescita dell’economia.

Tag dell'articolo: PMI

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