L’economia italiana, tra stabilità e incertezza

Andamento dell'economia italiana nel 2018
Andamento dell’economia italiana nel 2018

Tra Luglio e Agosto la Banca d’Italia ha rilasciato il proprio Bollettino Economico e quello della BCE: entrambi contengono alcune indicazioni sull’andamento dell’economia italiana e sulla situazione complessiva di quella europea e mondiale.

Andamento dell'economia italiana nel 2018

Può essere interessante fare una breve sintesi di tali indicazioni alla fine di questa pausa estiva per avere un’idea della situazione che ci aspetta alla ripresa dell’attività ai primi di Settembre.

Per quanto riguarda l’economia globale, il suo slancio è rimasto stabile nel secondo trimestre del 2018, ma continuano a evidenziarsi rischi al ribasso connessi ai dazi commerciali. Inoltre, gli indicatori del commercio mondiale hanno registrato una perdita di spinta. Le condizioni finanziarie si sono lievemente inasprite nelle economie di mercato emergenti, ma nel complesso restano favorevoli nelle economie avanzate.

Venendo alla situazione continentale, l’economia dell’area dell’euro prosegue su un percorso di crescita solida e generalizzata, anche se a ritmi inferiori a quelli del 2017. Le incertezze viste in precedenza a livello mondiale, e in particolare la minaccia del protezionismo e il rischio di un protratto innalzamento della volatilità nei mercati finanziari, continuano a richiedere di essere tenuti sotto controllo. Ciononostante, i rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro non sono elevati. Il Consiglio Direttivo della BCE ha confermato la propria decisione di mantenere il c.d. quantitative easing, ossia l’acquisto di titoli di stato che ha aiutato anche il nostro governo a ridurre la propria spesa per gli interessi sul debito pubblico, fino alla fine del 2018.

L’inflazione a livello continentale sta finalmente raggiungendo il livello desiderato dalla BCE (vicino, ma leggermente inferiore, al 2%), anche se questo valore è una media di quella registrata nei vari paesi, e in Italia è leggermente inferiore.

La situazione italiana

In Italia la crescita sta procedendo, nonostante i segnali di rallentamento emersi nei mesi primaverili. Gli indicatori disponibili suggeriscono che nel secondo trimestre la produzione industriale dovrebbe essere rimasta stazionaria, mentre l’attività nei servizi dovrebbe aver continuato ad aumentare: nel complesso la dinamica del PIL dovrebbe aver registrato una crescita attorno allo 0,2% sul periodo precedente, con rischi al ribasso legati alla debolezza nella manifattura e al calo delle esportazioni, che stanno iniziando a risentire delle tensioni politiche sul commercio globale.

È proseguito l’aumento dei prestiti alle imprese, favorito, oltre che da condizioni di offerta distese e costi di finanziamento contenuti, dal buon andamento degli investimenti. La dinamica dei prestiti alle famiglie si è mantenuta solida, sia per l’acquisto di abitazioni sia per il credito al consumo. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche ha continuato a diminuire.

Le previsioni per l’andamento del PIL, secondo la Banca d’Italia, sono di una crescita sia quest’anno (+1,2%) che nei prossimi due, anche se a ritmi leggermente inferiori (+1% nel 2019 e +1,1% nel 2020).

Questo scenario presuppone un contesto globale favorevole, condizioni di offerta del credito positive e un assetto monetario ampiamente espansivo come quello adottato fino a oggi dal Consiglio direttivo della BCE. Esso tiene conto delle misure di bilancio approvate fino a Giugno, mentre non include alcun provvedimento che non sia ancora definito con un sufficiente grado di dettaglio né presente nella legislazione. Sarà quindi molto importante verificare la tenuta e la capacità operativa del governo e quali saranno le decisioni di tipo economico che esso prenderà: di sicuro non mancheranno le sfide e le priorità di intervento (quella di ammodernamento delle infrastrutture è solo l’ultima in ordine di tempo a essersi riproposta alla attenzione del pubblico), in un contesto in cui le risorse disponibili restano poche.

E questo, forse, è il punto interrogativo più rilevante, che però fino all’estate non sembra aver intaccato in modo sensibile il clima di fiducia di imprese e famiglie.

Tag dell'articolo: scenario economico

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