Buone prospettive per l’industria e i servizi in Italia

Industria e servizi crescono a due velocità
Industria e servizi crescono a due velocità

Il clima di fiducia nel settore privato in Italia è migliorato, e le previsioni per i prossimi 12 mesi su attività aziendale, nuovi clienti e profitti sono tutte improntate al bello.

Industria e servizi crescono a due velocitàA dirlo è il recente report sul Business Outlook pubblicato dalla società IHS Markit per il nostro Paese, che indica anche che il settore industriale è tra i più positivi, grazie alla crescita della domanda e alle prospettive di investimento del Programma “Industria 4.0”: i piani di investimento e di assunzione di personale sono ai massimi livelli da quando è iniziata la rilevazione.

Il saldo tra il numero di aziende che si attendono una crescita del business nei prossimi 12 mesi e quelle che ne stimano una sua contrazione è di +40%, in aumento da +38% e in linea con le medie europee (+41%). Un livello di ottimismo diffuso, quindi, che supporta ancora una volta le previsioni positive espresse anche da altre indagini sull’industria e i servizi.

Entrambi questi settori hanno registrato importanti miglioramenti del clima di fiducia su questo fronte: il saldo per l’industria è passato da +37% a +41% e quello dei servizi da +38% a +40%.

L’andamento della profittabilità

La crescita attesa dell’attività aziendale è strettamente collegata all’aumento del numero di clienti, che a sua volta dovrebbe far salire le vendite e i profitti. Le aziende sono incoraggiate dalla crescita dei nuovi ordini, e la ripresa dell’economia sembra essere d’aiuto. Le aziende del settore manufatturiero sembrano essere in particolare fiduciose nell’aumento degli ordini dall’estero, e pertanto mostrano un sentiment migliore di quello delle imprese di servizi.

L’ottimismo in merito ai livelli di profittabilità nel settore della produzione ha raggiunto i livelli più elevati da giugno 2014.

Tra gli elementi che tuttavia limitano il clima di fiducia ci sono le preoccupazioni per la situazione politica (in particolare con riferimento alle prossime elezioni politiche), la competizione low cost proveniente da altri paesi e l’instabilità a livello europeo e globale (ad esempio quella causata dalla Brexit).

I piani di assunzione e investimento, e i rischi sui costi

Il clima di fiducia complessivamente positivo porta le aziende a prevedere un aumento dell’occupazione nei prossimi 12 mesi. Tuttavia ci sono alcune differenze tra i due settori.

Le prospettive di nuove assunzioni da parte delle imprese di servizi sono infatti calate leggermente rispetto all’indagine precedente, mentre nelle previsioni delle imprese industriali la crescita dell’occupazione è ai massimi storici da quando l’indagine è iniziata nell’ottobre 2009.

Nel frattempo, spinte dal programma Industria 4.0 promosso dal Governo, le attese per la spesa per investimenti nel manifatturiero sono anch’esse ai massimi livelli mai registrati nell’indagine (il saldo netto è pari a +27%). Sul fronte opposto, tra le preoccupazioni che frenano tali investimenti, nelle imprese di servizi ci sono quelle sulla disponibilità di credito e sull’aumento dei costi, che costituiscono in generale una fonte di timore per tutte le aziende nei prossimi 12 mesi.

Il saldo netto sul numero di imprese che si attendono un aumento dei costi dei fattori produttivi è infatti pari a +25% (in leggera diminuzione dal +26% della rilevazione precedente). Le pressioni competitive probabilmente ridurranno la possibilità che le aziende di servizi possano trasferire ai clienti questi aumenti previsti, mentre nel caso dell’industria c’è una maggiore fiducia sulla possibilità di trasferire gli aumenti a valle. Nel caso dell’industria il saldo netto di chi si attende una crescita dei prezzi di acquisto dei propri input è pari a +32%, il valore più alto da febbraio 2011.

In sintesi

Nel complesso quindi lo scenario che emerge per l’economia italiana è positivo me a due velocità. Anche se le imprese di servizi sono piuttosto fiduciose sullo sviluppo futuro, i loro livelli di ottimismo sono inferiori a quelli delle aziende industriali.

Le due spiegazioni più probabili a questa differenza di aspettative solo da un lato la presenza di un chiaro piano di sviluppo industriale e di incentivi da parte del Governo, e dall’altro il supporto proveniente dalla domanda estera, che incide maggiormente nel settore produttivo rispetto a quello dei servizi.

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