A Settembre cresce ancora il PMI dell’industria europea

Andamento della produzione industriale e dell'indice PMI nella zona euro
Andamento della produzione industriale e dell’indice PMI nella zona euro

Fonte: IHS Markit, Eurostat

La produzione industriale in Europa, già in buona salute nel corso di questo ottimistico 2017, è salita ulteriormente a Settembre, con l’indice PMI (calcolato dalla società IHS Markit) che è giunto a un livello visto solo una volta negli ultimi 17 anni. L’indice PMI è infatti salito dal 57,4 di Agosto a 58,1, sempre più vicino al massimo storico di 60,5 (che fu registrato nell’Aprile del 2000).

L’aumento degli ordini ha spinto i produttori europei ad assumere nuovi addetti a una velocità mai vista negli ultimi 20 anni, facilitata anche dalla crescita delle esportazioni, nonostante l’euro forte.

Eppure, nonostante la spinta ad aumentare la capacità produttiva, è aumentata la quantità di lavoro arretrato, il che spinge a ritenere che ci sia spazio per ulteriori assunzioni. Questo aumento del backlog di ordini da evadere è il secondo più forte dalla storia di questo indice.

Anche l’ottimismo per la situazione economica è migliorato. Nonostante siano apparsi i primi timori per la forza dell’euro sui mercati valutari, la crescita dell’export è rallentata in misura marginale, e le condizioni della domanda interna sembrano migliorare.

La ripresa è sempre più condivisa da numerosi paesi. Settembre è stato il quarto mese consecutivo in cui tutti i paesi monitorati dall’indicatore PMI hanno registrato una crescita: l’ultima buona notizia in ordine di tempo arriva dalla Grecia, dove la ripresa è ai livelli più sostenuti dal Giugno 2008.

Il leader del gruppo è sempre la Germania, seguita da Olanda e Austria.

Andamento della produzione industriale e dell'indice PMI nella zona euro

Fonte: IHS Markit, Eurostat

La ripresa è accompagnata da alcune spinte inflattive, connesse anche all’aumento dei prezzi di alcune materie prime. L’aumento degli acquisti da parte dei produttori ha procurato alcuni ritardi nei tempi di consegna da parte dei fornitori, a un livello tra i più elevati da sei anni a questa parte. Ne è conseguito un aumento delle spinte inflattive, anche se queste sono rimaste inferiori a quelle registrate all’inizio dell’anno. Il recente aumento del prezzo del petrolio dovrebbe tuttavia far restare questa tendenza al rialzo nelle prossime settimane.

Questo miglioramento della situazione, in termini di minor rischio di deflazione, potrebbe spingere la BCE a ridurre la sua politica di stimolo monetario (agendo ad esempio sui tassi interbancari o sull’acquisto di titoli di Stato) già dall’inizio del 2018.

Tag dell'articolo: PMI, scenario economico

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