Il Piano Casa della Regione Veneto, approvato e in via di attuazione da parte dei comuni, stimola l’Ordine degli Architetti a porre un quesito interessante, ripreso su L’Arena.it:
Chissà che cosa succederà quando il proprietario di una casa vorrà demolirla e poi ricostruirla con il 40 per cento di cubatura in più, o il 50, ma il dirimpettaio non godrà più di un bel panorama del [Monte] Baldo o del [Monte] Carega, visto che la casa di fronte a lui si è alzata di due piani. «Si rischia di andare per tribunali». A porre la questione è Arnaldo Toffali, presidente uscente, riconfermato, dell’Ordine degli Architetti della provincia di Verona, che mette l’accento su uno dei punti che ritiene critico del Piano casa varato dalla Regione, sul concetto di ristrutturazione. Non chiarito, a suo dire, nemmeno nella circolare esplicativa della legge, appena diffusa.
Questo potrebbe frenare alcuni (anche se non tutti) tra coloro che desiderano avvalersi di questa attesa misura di legge.
«Cè già una legislazione nazionale sulle ristrutturazioni edilizie, che dà precise direttive e vincoli (…) ma questo Piano casa potrebbe aprire le porte a possibili contenziosi legali, visto che la demolizione e la ricostruzione non si può considerare a tutti gli effetti una ristrutturazione, tanto più se avverrà su un sedime diverso dall’originale. E ciò introduce un elemento di rischio per il professionista che deve firmare la Dichiarazione d’inizio attività».
Speriamo che l’impatto (tutto da verificare) sia molto limitato, ma si tratta di un vincolo che riduce di un altro po’ l’interesse per i Piani casa e quindi la sua utilità per il settore edile.
Nel frattempo, anche il Cresme (via Edilbox) ha ufficializzato che il Piano Casa non avrà effetti nel 2009:
(…) Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme mette in guardia da conclusioni semplicistiche: “Le famiglie non hanno fretta di avviare i lavori, vuoi perché la stagione non è la migliore, vuoi perché il quadro normativo non è ancora definitivo. “Se a luglio dell’anno prossimo la situazione non si sarà evoluta in modo significativo – prosegue Bellicini – allora dovremo rivedere le stime”. Appare chiaro, comunque, che quest’anno la misura non avrà effetti rilevanti sul rilancio dell’edilizia. Non è un caso che i costruttori continuino a chiedere al governo di emanare il decreto legge di semplificazione delle procedure, bloccato in conferenza Stato-Regioni dalla scora primavera.
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