Come pubblicato sull’inserto “Edilizia e Territorio” del Sole 24 Ore, sono quasi zero le domande arrivate finora alle (pochissime) regioni attive sul fronte dei piani casa.
Il bilancio della Regione partita per prima, la Toscana, a 100 giorni dalla possibilità di presentare le denunce di inizio attività e con il periodo propizio dell’estate alle spalle, è deludente: nessuna richiesta a Firenze, Pisa e Lucca, una sola a Siena e a Pistoia e sette a Grosseto. In questa Regione pesano anche i paletti imposti dalla stessa legge, che spesso rendono più allettanti gli ampliamenti già ammessi nei singoli piani comunali.
Ma anche nelle altre Regioni la macchina si muove con affanno. In attesa del modello per l’invio on line, l’Umbria considera nulle le (poche) domande già presentate. La Valle d’Aosta preferisce aspettare alcuni provvedimenti di attuazione.
In Toscana, da un lato, si dice che la legge è ancora troppo poco conosciuta per poter dare un giudizio definitivo. D’altra parte, però, i vincoli sono numerosi, e alcuni comuni (come quello di Forte Dei Marmi) giudicano il piano casa troppo permissivo.
Quindi, basandosi su dati iniziali di sole tre regioni, sembra davvero presto per dare giudizi di qualunque tipo sul successo di queste iniziative. In altre regioni (come il Veneto e la Provincia Autonoma di Bolzano) sembra infatti che i piani casa stiano raccogliendo un forte interesse da parte di proprietari e costruttori.
Bisognerà quindi ancora attendere qualche mese per poter avere notizie sulle domande di intervento effettivamente presentate anche in regioni più “permissive”, e quindi per tirare le somme a livello nazionale.
Noi restiamo scettici sul reale impatto di questi provvedimenti, ma magari ci sbagliamo. La cosa che ormai sembra certa è che, perché abbiano effetto, bisognerà aspettare il 2010 (e forse il suo secondo semestre).
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