Politiche di sviluppo, siamo ancora al palo

volvo ec480e
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Qualcuno si è stupito che il settore delle costruzioni sia stato l’unico (o quasi) in Italia a non mostrare i segnali di una ripresa che, seppur pallida, ha interessato la moltitudine delle attività produttive del nostro paese. Le previsioni di inizio 2017 basavano su una convinzione più o meno da tutti condivisa: la lentezza della ripresa in questo settore, una caratteristica “strutturale” e non certo una novità, avrebbe quanto prima mostrato concreti segnali positivi. I principali rilevatori congiunturali avevano infatti azzardato un non trascendentale +1/ +1,5%, tanto per non esagerare, ma i dati di fine anno sono stati molto vicini a un misero +0,3%, che è sempre un segno più, ma non modifica di un millimetro la situazione (cosa che non sarebbe avvenuta nemmeno con le percentuali ipotizzate, perché per crescere veramente c’è bisogno di altro). A inizio 2018, con la speranza – perché navighiamo sempre nel mare della speranza – che ripartano i lavori pubblici; con una smisurata fiducia che il mantenimento sostanziale delle agevolazioni fiscali induca il privato a proseguire nella sua meritoria opera di manutentore della sua casa, eccoci a riproporre ipotesi di crescita intorno al +1,5/ 2%. Ancora una volta, non sono percentuali azzardate, o buttate lì tanto per dire qualcosa. A ben guardare, le potenzialità del nostro mercato sarebbero molto più elevate, non sono le ipotesi di lavoro che mancano, ciò che latita sono i soldi, ma anche politiche adeguate di sviluppo.

Tengono solo le ristrutturazioni

Da un paio d’anni, ovvero da quando il segno meno ha abbandonato le statistiche di fine anno, il mercato galleggia poco oltre lo 0%. Il progressivo e fortunatamente costante incremento del comparto della ristrutturazione e della riqualificazione in generale (in crescita anche negli anni più difficili della crisi) ha portato (sta portando) alla creazione di una infinità di piccoli cantieri che generano piccoli ordini, limitati acquisti e impercettibile valore. Tutti insieme tengono in piedi la congiuntura di settore. Ma non si cresce. Alla luce di queste considerazioni, riesce quindi difficile ipotizzare per quest’anno un andamento differente da quello del 2017, o del 2016. Di politiche serie a sostegno dell’attività costruttiva non si parla; le grandi opere hanno bisogno di grandi investimenti, quindi restano al palo. Il mantenimento quasi totale degli incentivi fiscali, con un incremento di fondi messi a disposizione per il consolidamento del suolo e la messa in sicurezza degli edifici (tutte iniziative necessarie) consentiranno alla ristrutturazione in senso lato di mantenere il suo trend positivo. Ma, anche per quest’anno, per il momento e con le informazioni certe di cui disponiamo, non si crescerà.

Tag dell'articolo: edilizia e costruzioni

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