Insieme per crescere

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Qualche settimana fa abbiamo dato notizia del closing ufficiale della trattativa che ha portato all’acquisizione di Nacanco e Nacanco Service da parte della multinazionale francese Loxam. Mostrando interesse verso il mercato italiano, il colosso europeo del noleggio ha intravisto in Nacanco il partner ideale e da qui sono partite le operazioni. La prima conseguenza è per il nostro mercato, che acquisisce un player importante e determinato a far crescere ulteriormente quello che è stato per anni uno dei leader di casa nostra. La seconda riguarda le strategie di Loxam, che sta dando un’impronta sempre più internazionale alla sua realtà, con oltre la metà del fatturato che ormai viene fatto all’estero, tramite le numerose recenti acquisizioni. Per approfondire i risvolti di questa importante notizia abbiamo incontrato Marzia Giusto, che con la grande disponibilità che la contraddistingue ci ha spiegato i diversi  passaggi dell’operazione.

Marzia, tutto nasce dalla conoscenza con Gerard Deprez?

Avendo fatto parte del board di ERA nel periodo in cui è stato Presidente, per sei anni abbiamo sviluppato una buona relazione. Per la verità, lui conosceva la nostra realtà fin dai tempi in cui operavamo in Spagna. Quando il loro obiettivo di internazionalizzazione ha toccato fortemente l’Italia, hanno visto in Nacanco il partner naturale per raggiungere questo obiettivo e sono cominciate le trattative.

C’è stato subito interesse anche da parte vostra?

Avevamo la necessità di rinfrescare il parco e stavamo uscendo da una crisi che ha messo noi e tutto il settore in difficoltà, quindi anche la nostra capacità di investimento era limitata. Alla fine, quindi, l’interesse è stato reciproco. Non è stato un closing facile, ma ha portato al risultato che entrambi speravamo di raggiungere. Noi siamo rimasti nella nuova società (Loxam Access Srl) con una quota di minoranza e con un progetto condiviso.

Dal punto di vista della compagine dirigenziale quindi non cambia nulla?

Assolutamente. E’ rimasto tutto uguale, il passaggio è stato indolore, nessuno si è accorto del cambiamento. Sono rimaste le stesse persone, le stesse filiali, gli stessi responsabili. Solo un normale e già programmato avvicendamento nella direzione commerciale.

Che idea ti sei fatta dell’immagine che Loxam ha del mercato italiano?

Secondo me hanno l’idea di un mercato che crescerà nel futuro, una crescita dettata dal fatto che siamo ancora un Paese a bassa penetrazione di noleggio rispetto ad altre nazioni europee. Il motivo per cui hanno preferito acquisire un’azienda piuttosto che entrare direttamente  è una questione di strategia. Se decidi di entrare da solo sai già che devi aspettarti un inserimento nel mercato decisamente più lungo. Devi costruirtelo, rispetto ad acquisire un’azienda italiana dove trovi già un pacchetto di clienti consolidato e il personale è già pronto e preparato. La prendi in corsa e sai che farà tutto quello che deve, anche a livello burocratico, perché conosce benissimo il Paese in cui opera.

Dal tuo punto di vista cosa invece può cambiare con l’arrivo di questi colossi?

Faccio un passo indietro. All’interno di Loxam ci sono due grandi divisioni: la divisione generalista e la divisione specialista di sollevamento puro. Come Nacanco siamo specialisti nel sollevamento. Quindi a livello gestionale, facciamo riferimento a Lavendon, capofila per Loxam di questo settore, con sede in UK. Quindi il mio rapporto è con gli inglesi più che con i francesi. In questo mese l’impressione che ne ho tratto è stata molto positiva: sono organizzati, strutturati, molto attenti ai numeri e alla sicurezza sulle macchine, aspetto per loro prioritario. Abbiamo avuto momenti di meeting e di incontro dedicati esclusivamente a questo argomento. Ecco, pur reputando Nacanco un’azienda strutturata e organizzata, su questo argomento specifico ci siamo resi conto che dobbiamo fare ancora grandi passi in avanti. Cambierà decisamente la cultura del noleggio.

Quali saranno le principali integrazioni organizzative e strategiche?

Al momento è prematuro dirlo. Per ora tutto si sta limitando a meeting telefonici o fisici di approfondimento dei singoli aspetti. Dobbiamo preparare delle statistiche, dei report finanziari ed economici, rilevazioni gestionali che possono riguardare anche la sicurezza (se ci sono stati incidenti, anche quelli che potevano potenzialmente succedere all’interno dell’azienda). Quindi c’è un focus particolare e sicuramente avremo bisogno del loro aiuto. A loro non importa entrare a livello strategico gestionale in Italia. L’importante è che vengano raggiunti gli obiettivi. Per ora si stanno dimostrando una struttura di supporto: al loro interno ci sono centri di eccellenza, ognuno per una materia specifica, commerciale, marketing, IT, finanza, safety… Noi abbiamo pensato, per esempio, che safety potesse essere un buon tema perché a nostro avviso la cultura anglosassone ha molto da insegnarci in questo senso.

Stanno quindi pensando obiettivi di consolidamento più che ai risultati?

I risultati e le strategie sono lasciati alle singole entità e credo che questo sia intelligente. Ognuno conosce il proprio Paese, i clienti e cosa bisogna fare. Il mio lavoro sarà di arrivare ai risultati che vogliamo con le strategie che riteniamo migliori. Noi abbiamo fatto il budget per il 2018 e con un’autoanalisi abbiamo evidenziato i punti carenti della nostra struttura. Oltre ai risultati finanziari ed economici vogliamo raggiungere più alti livelli qualitativi di performance, partendo dalle fondamenta.

Hanno apprezzato il lavoro che Nacanco ha fatto negli anni?

Moltissimo. Anche Don Kenny, CEO di Lavedon che è il mio diretto responsabile, è rimasto ben impressionato dalla nostra struttura. E’ stata una grande soddisfazione.

Il vostro parco mezzi attuale è di circa 2.300 macchine: quante saranno nei prossimi sei mesi?

Credo di poterti dire che un 15 per cento di queste è interessato alla sostituzione, con un incremento complessivo nel periodo del 10 per cento circa. Inseriremo soprattutto macchine elettriche, è un input preciso che ci arriva dalla loro attenzione all’impatto ambientale, loro sono molto green oriented. Come sai, da noi questa sensibilità è tutta da costruire, anche se Nacanco ha già una buona parte di mezzi elettrici nel parco. Ovviamente inseriremo anche mezzi che per la loro specifica tipologia non possono essere elettrici, mi riferisco ai carrelli telescopici, per esempio.

E’ evidente l’intento di sfidare il mercato con una precisa mentalità…

Sì, però non la impongono: loro indicano la direzione, poi capiscono perfettamente le difficoltà dei diversi Paesi. Lavendon era già un’azienda internazionale quotata in borsa e ha avuto un’esperienza simile quando è stata acquisita da Loxam, che si è internazionalizzata da poco.

Sei gratificata di appartenere a questa nuova mentalità?

Sono veramente contenta. Certo ci sono i pro e i contro, c’è un’analisi che va molto più a fondo rispetto a quanto siamo abituati in Italia, e più reportistiche da fare. E’ però una grande scuola e sono molto contenta per la mia crescita professionale. Ad esempio, le tematiche del green e safety: Nacanco, da azienda già strutturata, è pronta a recepirle. Poi, per il resto hanno visto che bene o male ci siamo. Anzi, su certe cose ci hanno chiesto di condividere la nostra esperienza con i loro colleghi, per esempio sul sistema informatico o sulla gestione dei trasporti. Il concetto è che ogni Paese è performante su un aspetto rispetto agli altri, quindi loro valutano l’esperienza e le best practice di ogni Paese e le trasmettono laddove sia possibile applicarle.

Tornando alle macchine, come saranno acquistate ora?

Anche in questo caso siamo liberi. Lavendon è a nostra disposizione con il suo ufficio acquisti. Naturalmente, acquistando ogni anno un grosso numero di mezzi, possono spuntare delle condizioni migliori delle nostre. Ma se la stessa macchina noi riusciamo a trovarla a condizioni migliori, siamo liberi di procedere direttamente. Io mi aspetto che Lavendon spunti condizioni migliori, ma non è così scontato. E’ un mix: a seconda di dove andremo a spendere meno si potrà decidere se comprare in Inghilterra, in Francia o in Italia.

Allo stato attuale però Nacanco e Lavendon non sono fidelizzati sugli stessi marchi…

No, però loro ascoltano le nostre necessità, sanno che non è il nostro obiettivo in questo momento ampliare i partner. Lavendon capisce perfettamente che certe macchine sono difficoltose da inserire nel mercato italiano, per ragioni di post vendita e commerciali. Se il post vendita di altri brand funziona meglio, loro si adeguano a quelle che sono le volontà del Paese, non hanno interesse a imporre un marchio specifico che poi potrebbe dare problemi o creare un impatto negativo sui numeri. Hanno un approccio anglosassone, molto pragmatico, molto concreto e molto intelligente.

Da ultimo, cosa rimane dell’esperienza Nacanco? Infine, concordi che il 2017 è stato un anno fantastico per il noleggio?  

Confermo, è stato un anno di ripresa più decisa. L’outlook sul 2018 è buono, ci aspettiamo un buon risultato anche per l’anno prossimo.

Cosa rimane di Nacanco? Per il momento, ti dico che resterà tantissimo, io continuerò a portare avanti questa azienda. Nacanco è fatta dalle persone che ci lavorano, che hanno un certo stile e lo stile resterà quello di sempre.

Tag dell'articolo: Loxam, Nacanco

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