L’arte dell’inganno

Da quando si è iniziato a parlare di semplificazione, le cose in edilizia non sono mai state tanto farraginose. Mille fra progetti, incentivi, agevolazioni, stanziamenti, sostegni vari, ma i cantieri non partono: la burocrazia, una evidente incapacità da parte della Pubblica Amministrazione di definire e accettare le sue responsabilità, blocca tutto, rimanda, forse un giorno, chissà.

Anche il recente annuncio da parte del governo dello stanziamento di 47 miliardi in quindici anni destinato alle infrastrutture e agli investimenti di manutenzione del territorio un po’ fa piacere, un po’ fa amaramente sorridere. Ne abbiamo viste troppe, non ci si crede più. Si fa presto a fare proclami, ma se in un paese normale questa notizia potrebbe avere un suo peso, una sua solidità, dalle nostre parti finisce direttamente nella cartelletta delle boutade. Si fanno piani lunghi quindici anni, e nemmeno sappiamo se il nostro debito pubblico smetterà di crescere, prosciugando le risorse. Si parla di miliardi come fossero noccioline, e ogni due per tre l’Europa ci costringe a manovre e manovrine che vanno a ingrassare il nostro debito, togliendo ossigeno allo sviluppo.

I governi sono ballerini che più non si può, e il prossimo ci dirà che il precedente ha esagerato, che quei soldi non ci sono, o che si devono spendere per altre urgenze. Non è pessimismo, è un richiamo alla storia e alla cronaca nazionale degli ultimi anni.

Queste righe prendono spunto dall’affermazione del presidente di Ance Gabriele Buia, sempre sull’argomento “47 miliardi”. Ha detto: “Perché queste risorse si trasformino veramente in cantieri dobbiamo rimuovere gli ostacoli burocratici e procedurali che impediscono di fare le opere che servono al Paese”. Appunto, e poi c’è il resto. Se la politica decidesse una buona volta di diventare un po’ più credibile e realistica (per esempio: questo è ciò che faremo il prossimo anno con i soldi che abbiamo) e un po’ meno ridondante e aulica, sarebbe meglio.

Ma probabilmente non sarebbe più politica, l’arte dell’inganno.