Cartoline da San Patrignano

Congresso Assodimi
Congresso Assodimi

© Congresso Assodimi, un'immagine dell'edizione 2019

Il congresso Assodimi si conferma come momento di incontro e condivisione irrinunciabile per chi è interessato allo sviluppo professionale del noleggio.

Platea CongressoASSODIMI_18ottobre19

Magari, durante l’anno, non è sempre facile aderire alle tante iniziative proposte lungo la penisola; ma comunque l’appuntamento di ottobre lascia sempre tutti soddisfatti. Non sono pochi, infatti, 350 convenuti, anche se la filiera che vedrebbe potenzialmente coinvolti i produttori, i noleggiatori, le società di servizi, eccetera, è molto più ampia e trasversale, delineando un significato di comunità che travalica il concetto stesso di associazione.

La 27esima edizione è stata caratterizzata dall’azzeccata cornice della Comunità di San Patrignano. Piacevole e informale il networking della vigilia nelle cantine (seguito da appendici sparse di tipo “alcoli-colloquiale” a gruppetti nei bar di Rimini); coinvolgente la convention vera e propria negli ampi spazi della hall: entrambi i momenti  hanno favorito lo scambio di suggestioni, idee, appunti o anche solo dei saluti.

Con così tanta gente in circolazione è normale che qualcuno, prima di guardarti in faccia, scruti con attenzione il tuo badge, come a chiedersi: “Ok, dove ho già visto questo volto noto?” E’ normale anche che qualcuno ti guardi più storto del solito, perché qualche giorno prima ti sei permesso di esprimere pubblicamente il tuo libero pensiero su fatti accaduti altrove che hanno toccato da vicino le loro aziende. Pazienza, tutto concorre a ridefinire le amicizie vere, che restano salde nel tempo, che si nutrono di reciproco rispetto e sincerità d’animo. Il tempo sistemerà anche gli sguardi storti, i sorrisi freddini, e consegnerà all’oblio i convenevoli formali e superficiali che poco hanno a che fare col concetto di comunità.

Congresso-ASSODIMI_18ottobre2019_19Ciò che non riesco ancora a considerare normale, nel senso che per me è sempre un fatto speciale, sono i singoli sorrisi con cui alcune persone mostrano il piacere di incontrarti. Li vedi da lontano e già esprimono la gioia sincera di ritrovarti. Ci si avvicina, ci si abbraccia e ci si sente davvero parte di una piccola comunità, talvolta unita alla condivisione di una storia personale. Sono persone che magari hai visto una sola volta in aula, oppure in diverse occasioni e che ti hanno percepito generoso, sincero ed entusiasta del lavoro che fai; i loro sguardi e le loro strette di mano dicono più di ogni possibile frase di circostanza e, da soli, valgono il prezzo del biglietto. Quindi sì, il noleggio (dentro e fuori l’associazione) può diventare una comunità ancora più forte, se si cammina insieme con rispetto e non con sospetto, senza dimenticare che si possono fare affari anche in modo del tutto etico e che “il business” è sì importante, ma le relazioni umane lo sono decisamente di più.

In questo senso, trovo giusto che chi, all’interno della filiera del noleggio, non pratica relazioni umane sane, oneste e trasparenti, venga lasciato ai margini di questo rinnovato concetto di comunità (anche se si pone in bella vista all’interno dell’associazione). Penso che tutti, io per primo, si abbia ancora tanta strada da fare, ogni giorno, per considerarci costruttori di un bene comune: sarebbe arrogante affermare il contrario. Questo congresso ha quindi avuto il merito di mostrare una strada praticabile per tutti. Anzi, rovesciando il paradigma e pensando proprio a San Patrignano e ai suoi significati, in una comunità ideale alcuni soggetti, dovrebbero sostare per qualche tempo in questi luoghi di recupero prima di tornare a operare sul mercato. Un modo per ripulirsi dalle proprie pessime abitudini e per disintossicare tutto il mercato che si rivolge al settore. Mi ci metto anch’io, quindi nessuno si senta chiamato direttamente in causa. In fondo, il senso della formazione è anche questo, e di formazione tesa al cambiamento, in questa comunità se ne fa davvero tanta.

Sebastiano Barisoni

Sebastiano Barisoni

Di tutti gli interventi che si sono succeduti sul palco, quello che più mi è rimasto impresso è stato lo speech di Sebastiano Barisoni, vice direttore di Radio24 e conduttore di Focus Economia, una vecchia volpe del giornalismo che unisce spettacolo, contenuti e qualità del public speaking. La sua performance ha strappato applausi e consensi a tutta la platea, alcuni sinceri, altri un po’ telecomandati. Barisoni, infatti, non ha detto cose particolarmente eclatanti o innovative: come nel suo stile un po’ iconoclasta, ha snocciolato concetti che tutti i presenti sono in grado di pensare e affermare. Il buon Sebastiano è però arrivato al cuore della gente perché, facendo leva sulle sue istrioniche capacità comunicative, dosando sapientemente il tono della voce, la postura, le battute che si era preparato prima (alcune già ascoltate da lui in altri contesti) e alternando contenuti corretti con slogan a effetto, ha semplicemente detto le cose che la gente voleva sentirsi dire, nel modo giusto per dirle. Alternando strigliate accorate, invettive divertenti e immagini inquietanti di soggetti messi repentinamente alla berlina (deliziosa quella del 50enne che, pensandosi perennemente giovane, continua a frequentare la discoteca con i suoi jeans rossi), lo speaker ci ha ricordato che questa crisi non è più una crisi, bensì il nuovo contesto in cui imparare a stare. Che in questo tempo nuovo dove uno smartphone (quindi la tecnologia) conta più dell’automobile (perché oggi ci si sposta anche usando lo smartphone) la crisi rappresenta semplicemente una rivoluzione per chi la sa raccogliere e affrontare, per chi si mette in gioco ogni giorno rimboccandosi le maniche e guardando all’essenziale, pensando a come crescere mettendo al centro i bisogni dei soggetti per cui pensa i suoi prodotti e i suoi servizi. Magari sacrificandosi, perché il sacrificio, nel suo significato etimologico più profondo, rende sacro il tuo gesto. “Se ti sacrifichi per la tua famiglia, la rendi sacra” ha detto Barisoni in uno dei momenti più intensi del suo show.

Ovviamente, se fuori tutto cambia, deve cambiare tutto anche dentro: dentro le persone e dentro le organizzazioni. E’ semplice. E’ difficile. Se qualcuno sta affrontando il mercato pensando di essere ancora dentro a una crisi che passerà, si sveglierà tardi e in lacrime, perché questa “crisi” non finirà mai. Per cui, l’atteggiamento giusto è “chinarsi e tenere botta”, ma non nel senso di piegarsi sulle ginocchia e soccombere, ma diventare flessibili e adattarsi ai cambiamenti.

Quante volte avete sentito queste cose negli ultimi anni? Ovviamente tante, ma ascoltarle in un contesto di comunità e dette con il massimo dell’efficacia possibile, ci induce ad alzarci dalla sedia e ad applaudire. Il pensiero dei presenti lo ha sintetizzato molto bene Marco Rossi, noleggiatore di Rimini e, prima di tutto, persona amabile e stimabilissima:

“Un intervento super interessante, con tante conferme e molti spunti di riflessione! Stiamo vivendo una rivoluzione dalla quale non è più possibile tornare indietro, quindi pensare di agire e lavorare come un tempo è estremamente sbagliato, ma finalmente il vero valore delle aziende si è spostato dal prodotto alle persone che la compongono, sono loro la chiave per il vero valore aggiunto”.

Una frase che condivido pienamente e che mi impegno a declinare nelle attività che propongo – dalla formazione di Rental Academy alla consulenza aziendale, alla comunicazione su questo portale – in cui sono proprio le persone e il valore che sanno generare che cerco di mettere sempre al centro.

 

community 2018

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Le foto sono pubblicate su gentile concessione di Masi Communication. Ringraziamo Riccardo Breda, Elena Zanardo e Simone Mazzer per la collaborazione.

Tag dell'articolo: Assodimi

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