Svizzera, è l’ora del noleggio

Le aziende di noleggio italiane possono espandersi in Svizzera
Il noleggio alla conquista della Svizzera

Il noleggio italiano può conquistare la Svizzera

Venerdì scorso, in seconda serata sul primo canale della televisione della Svizzera italiana si è parlato di noleggio, nell’ambito della trasmissione Tempi Moderni, già di per sé una dichiarazione d’intenti. “Il noleggio è in aumento nei più disparati settori, dallo sfizio glamour a una nuova base per il bilancio aziendale. Un cambiamento che riguarda anche la mentalità di chi al possesso predilige sempre più spesso l’accesso, quando serve, come piace” si è detto nell’introduzione. Il tema, affrontato in modo semplice senza tralasciare motivazioni più in profondità, ad esempio la scarsa presenza dell’offerta, ha quindi analizzato i riflessi sul noleggio professionale delle nuove tendenze nel privato.

La trasmissione forse non arriva a caso: la piccola nazione che confina con il nord del nostro Paese, sta vivendo infatti un momento molto delicato per quanto riguarda l’economia, fin qui florida in quasi tutti i settori –  un’anomalia rispetto a tutti i Paesi confinanti e di cui gli italiani hanno beneficiato non poco. Della Svizzera, recentemente si è fatto un gran parlare a seguito della scelta di lasciar fluttuare il franco al valore di libero mercato. Da un valore tenuto controllato per un euro di circa un franco e 20 centesimi, si è passati a una pressoché stabile parità di 1/1. Il franco era stato  “drogato” dalla banca nazionale svizzera che da 4 anni comprava euro (un totale di circa 500 miliardi) per mantenere stabile il rapporto ed evitare che la valuta svizzera si rafforzasse eccessivamente. Il direttore della Banca Nazionale pensa che attualmente il franco sia decisamente sopravvalutato a seguito dell’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro, e che pertanto la situazione si correggerà da sola. In ogni caso, la Banca Nazionale svizzera stava spendendo troppo.

La prima conseguenza è che le attività commerciali legate al turismo e al suo indotto e quelle legate all’industria subiranno un forte contraccolpo. L’industria perché i prodotti svizzeri saranno notevolmente più cari all’estero; il turismo perché da un giorno all’altro il costo di una vacanza in Svizzera per un cittadino UE è aumentato del 20%. Va considerato che l’industria avrà però la possibilità di acquistare le materie prime a prezzi più bassi e il turismo, nelle zone cui fanno capo i frontalieri, potrebbe speculare sui salari. C’è però chi ci guadagna: in primis, appunto, i frontalieri, che in un attimo si sono visti aumentare il salario del 20%, anche se non è detto che il cambio rimanga assestato su questi livelli. Poi i commercianti nelle zone di frontiera, visto che per uno svizzero ora fare la spesa nell’U.E. è ancora più conveniente. In minima parte, ci guadagna anche il singolo cittadino svizzero che potrebbe spendere meno per le vacanze e forse trovare dei prezzi più bassi nei negozi sulle merci importate, così come gli europei che hanno ancora capitali in Svizzera, sempre che possano rimpatriarli. Ci guadagna anche chi investe all’estero.

A medio termine però, rimangono delle forti incognite: se la situazione dei cambi si assesterà da sola, la Banca Svizzera avrà vinto la sua scommessa. In caso contrario, il rischio è che l’economia nazionale ne risenta fortissimamente, ed è qui che entra in gioco una maggiore consapevolezza dei vantaggi del noleggio.

Noleggiare ottimizza le risorse economiche e finanziarie, quindi risulta finalmente attrattivo anche in Svizzera, e perciò se ne parla. Ma per suscitare una domanda matura, occorre una struttura di offerta che faccia un salto di qualità e che non sia improvvisata e arrembante. Le imprese italiane che hanno pensato di investire in tal senso, non solo in Ticino, si sono scontrate con un territorio intricato e complesso che necessita di particolari chiavi di lettura e di esperienze specifiche. Varcare il confine rovesciando prezzi bassi e inefficienze si rivelerebbe un boomerang. Le (poche) società svizzere di noleggio professionale del Canton Ticino sono, infatti, perplesse (per usare un eufemismo) dall’atteggiamento tutto italiano circa contratti, servizio e canoni. Aspetti che rischiano di svilire l’immagine del noleggio in generale.

Le opportunità però ora ci sono e non solo in edilizia, per chi possiede una buona organizzazione, per chi si affida a consulenti esperti, o per chi agirà in partnership con gli operatori locali. Non bisogna però perdere tempo, o peggio, farsi soffiare il know how dalle solite compagnie nord europee.

Tag dell'articolo: B2B, noleggio

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