Roberto Ferramola lascia e raddoppia

Roberto Ferramola
Roberto Ferramola

Roberto Ferramola

Voi sapete che mi piacciono le persone, un po’ meno i personaggi. In questo settore, ma del resto nella vita in generale, si incontrano sia gli uni che gli altri. Le persone rimangono, mentre i personaggi evaporano rapidamente, perlomeno dalla mia testa. In senso meno figurato, anche le persone, a volte, se ne vanno. Fortunatamente, questo non significa solo quello che ci si immagina. Spesso se ne vanno solamente dall’azienda in cui hanno profuso le loro energie, semplicemente perché è giunto il momento.

Roberto Ferramola è una di queste persone. Le caratteristiche umane, le sue origini e l’entusiasmo che gli è innato, lo hanno sempre tenuto al riparo dal rischio di diventare un personaggio. Insieme ai suoi fratelli, quasi mezzo secolo fa, Roberto ha animato lo sviluppo tecnologico e commerciale della Pimespo, diventata OM, poi Still, e ora parte del gruppo Kion/Linde. Ma il suo vero sogno imprenditoriale (negli ultimi anni anche un incubo), Roberto lo ha incarnato 35 anni fa con AIRO/TIGIEFFE, azienda costruttrice di mezzi di sollevamento tutta italiana (la sede è a Luzzara, tra Mantova e Reggio Emilia) attraverso cui si è fatto conoscere e apprezzare i tutto il mondo. Ho frequentato parecchie volte AIRO e le persone che ci lavorano, e mi pare di poter dire che quel misto di umiltà, orgoglio e pacata determinazione, tratti inequivocabili del carattere di Roberto (ma direi, di tutti i Ferramola), sono finiti per diventare anche gli elementi identificativi di AIRO e dei suoi prodotti. Macchine oneste e di qualità elevata, pensate e costruite più per dare valore e benefici ai clienti che non a se stessi (a mio parere oggi non è così scontato).

Le dure leggi del mercato, i riflessi del lungo periodo di congiuntura, hanno inevitabilmente toccato anche AIRO che, pur mantenendo una forte identità tecnologica e logistica italiana, dal punto di vista societario appartiene ora al gruppo cinese Beijing Jingcheng Heavy Industry. Ferramola ha quindi pensato che fosse arrivato anche il momento di lasciare il campo alle giovani generazioni, chiamando le persone che ha fatto crescere ad assumersi responsabilità più dirette e lasciando definitivamente alle spalle la sua creatura.

Dato che l’ho sempre visto sudare più per rincorrere un aereo e visitare nuovi Paesi in cui diffondere i prodotti di AIRO che per farsi una sauna,  quando ho saputo la notizia, ho chiamato personalmente Roberto per capire in che modo avrebbe avviato la sua terza vita professionale, stagione per la quale non nutrivo dubbi.

E, infatti, Ferramola mi ha confermato che non è sua intenzione starsene con le mani in mano, anzi. “Dopo un breve periodo di vacanza, svilupperò una nuova attività che nasce sia dalla lunga esperienza sul campo, sia da come immagino potrà essere il futuro dei costruttori di macchine e attrezzature, sempre meno coadiuvati da distributori o agenti, dato che i costi spesso non hanno adeguati ritorni. La mia idea è quella di diventare area manager e vendere i prodotti di quei costruttori che vorranno condividere, in un’unica figura, i loro progetti di espansione commerciale in alcuni Paesi nei quali ho maturato profonda conoscenza delle dinamiche distributive”. Una sorta di manager in sharing, in sostanza.

I Paesi di cui parla Roberto sono quasi tutti quelli che stanno nell’America Latina, su fino al Messico; nell’area del Pacifico, compreso il Giappone e la Mongolia, e nell’emisfero australe. Luoghi lontani e di difficile interpretazione, in cui Ferramola può vantare e mettere a disposizione una forte conoscenza, apportando un contributo di consulenza non da poco. “Ho aperto un sito (www.robertoferramola.com) e ho già avviato alcuni contatti. Presto definirò quindi le marche che promuoverò. I prodotti che rappresenterò saranno comunque innovativi e con elevati standard di qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente e della salute”.

Insomma, Ferramola non lascia, ma raddoppia gli sforzi. Del resto, uno che ha pensato di chiamare la sua vecchia azienda AIRO (che in greco significa “risollevarsi”), non può che continuare a tenere lo sguardo alto e lontano.

Buona fortuna, baffo!

Tag dell'articolo: Airo, noleggio

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