Gli anni d’oro del rapporto fra noleggio e cantiere

noleggio e cantiere
noleggio e cantiere

Per comprendere gli aspetti evolutivi (e anche per affrontare i rischi di una rapida involuzione) del noleggio in cantiere, è necessario prendere in esame gli elementi che hanno caratterizzato questo rapporto negli anni: su quali basi si è consolidato il noleggio e quali sono i fattori chiave che possono rimetterlo al centro di questa dinamica, cercando di comprendere il ridimensionamento in atto di questo ruolo da parte della sharing economy e dello sviluppo delle nuove tecnologie.

Dei cinque elementi che compongono il moderno cantiere edile nella sua globalità (attività operativa, mezzi d’opera, personale operativo, organizzazione del cantiere, sicurezza del lavoro), gli ultimi due si sono sviluppati in modo significativo soprattutto nel corso degli ultimi quarant’anni. A partire dagli anni Cinquanta e fino alla metà degli anni Settanta, prevale ancora una forma di impresa edile in cui il ricorso al noleggio è praticamente inesistente (eccezion fatta per poche grandi imprese impegnate in opere di ingegneria civile) e in cui il peso prevalente – sul lavoro finale e sui costi complessivi d’impresa – è determinato dalla manodopera. C’è il carpentiere per le casseforme, il ferraiolo per le armature, i muratori, gli elettricisti, gli idraulici; e poi ci sono gli operatori addetti al funzionamento, alla manutenzione e alla riparazione delle macchine, tutte rigorosamente di proprietà dell’impresa: macchine motrici, generatrici e operatrici. Troviamo quindi l’addetto alle macchine per la movimentazione terra (cingolate e gommate), alle macchine da scavo carico e trasporto, alle macchine di sollevamento (gru o autogrù), all’autocarro, alla centrale di betonaggio o autobetoniere, alle macchine produttrici di energia (motocompressori o elettrocompressori per aria compressa, gruppi elettrogeni per elettricità), alle macchine per il trattamento ecologico dei rifiuti prodotti nel cantiere e nell’area complessivamente interessata dai lavori. Insomma: per decenni l’impresa edile è al centro di una complessa rete di relazioni economiche che rientrano in un meccanismo ben oliato e funzionante, basato sulla concezione – o forse sarebbe meglio dire sull’illusione – di un’illimitata disponibilità di risorse e di una continua crescita economica.

L’espansione dinamica del mercato edilizio, la crescita delle grandi città e dei loro sobborghi, il crescente bisogno di casa diffuso sul territorio, costituiscono un formidabile traino che lascia passare in secondo piano alcune prime avvisaglie di crisi, interpretate come un naturale prodotto dell’eccesso di crescita. In questa fase, l’importanza e il ruolo sul mercato di un’impresa edile – anche in considerazione dei requisiti richiesti per l’aggiudicazione di appalti di opere pubbliche – è strettamente legato alle sue «dimensioni fisiche proprietarie» per quanto concerne tecnici, operatori e numero di macchinari di cui dispone; i costi economici legati allo stoccaggio dei macchinari inutilizzati, alla loro sorveglianza e manutenzione da parte di personale appositamente dedicato a tali attività, così come i ritardi causati dalla temporanea indisponibilità dei macchinari stessi a causa di periodici lavori di riparazione, rientrano fra i costi fissi e sostanzialmente ineliminabili. Scopriremo, dopo qualche anno, che le cose non stanno esattamente così. Infatti, con la crisi petrolifera degli anni Settanta e l’avvio del processo di deindustrializzazione, anche in Italia si avvia un progressivo superamento – per ragioni di bilancio e di razionalizzazione delle risorse – della dimensione cantieristica edile basata sul controllo e sulla proprietà diretta da parte dell’impresa dell’intero ciclo dei macchinari edili. Alcuni centri di ricerca di settore e persino alcuni corsi di laurea universitari iniziano a occuparsi in modo più approfondito che in passato della gestione delle macchine da cantiere e della valutazione dei costi e dei noli per l’impresa edile. L’analisi costi/benefici, i criteri di scelta (è meglio acquistare o è più conveniente noleggiare un motocompressore o un frantumatore?) diventano parte integrante del percorso formativo di ingegneri e architetti destinati a operare nel settore e a sovrintendere alle opere edili.

In sostanza, inizia a delinearsi un approccio più imprenditoriale e finanziario nella gestione del cantiere; al titolare di un’azienda impegnata nel settore delle costruzioni non è più richiesta la tradizionale gavetta e nemmeno una consolidata esperienza familiare del settore specifico. Il suo compito è garantire la combinazione di diversi fattori indispensabili per il prodotto finale: fornitura di opere e servizi al più basso costo, programmazione dei lavori senza rischi di interruzioni, ottimizzazione delle risorse a disposizione dell’impresa anche in termini di spazi destinati all’attività di stoccaggio e uffici. Questo passaggio di fase cruciale avviene per la concomitanza di tanti fattori: il primo, come si è già detto, è legato all’aumento del prezzo dei combustibili fossili e coincide con la prima crisi energetica che accompagna la ristrutturazione del settore industriale; nel contempo, si esaurisce la fase espansiva del mercato edilizio che durava, praticamente ininterrotta, dall’inizio del secondo dopoguerra: la grande e a tratti selvaggia crescita urbana, le periferie estese a dismisura a ridosso dei nuclei storici urbani iniziano ad assestare i propri confini e a consolidarsi in un ambito territoriale ben definito, rimasto sostanzialmente immutato fino a oggi. I grandi cantieri e le grandi opere edili iniziano a convogliare, più che sull’occupazione di nuovi spazi urbani, su interventi di ri-costruzione e infrastrutture di servizi per l’area urbana e metropolitana: riuso delle aree dimesse, trasformazioni funzionali degli edifici esistenti, sviluppo di linee di trasporto sotterraneo. E non stiamo ancora parlando della crisi globale degli ultimi otto anni, che si è abbattuta in modo accanito proprio sul settore delle costruzioni, stravolgendone le geografie prima ancora che le dinamiche; ma proseguiamo.

Nuove capacità e competenze vengono richieste dal mercato; soprattutto, nuova e maggiore flessibilità da parte dell’impresa edile, per garantire certezza di tempi di esecuzione. Il blocco di un mezzo meccanico e il conseguente ritardo nell’esecuzione delle opere previste sono eventi che, specie nella realizzazione di lavori di rilevante interesse pubblico, possono costare un prezzo salato all’impresa che ne è coinvolta. A questo si aggiunge, dalla fine degli anni Ottanta in avanti, l’introduzione progressiva di una sempre più puntuale legislazione in materia di sicurezza sul lavoro che impone alle imprese di introdurre in bilancio con una nuova voce, a tutela della salute del lavoratore, che prima non esisteva – o meglio, era diluita in vari settori in modo non organico.

Si innova l’economia e anche l’impresa edile segue il percorso: i grandi spazi per lo stoccaggio dei mezzi, i magazzini pieni di materiali in attesa di impiego vengono progressivamente dismessi; il «just in time» porta l’impresa a valorizzare il proprio patrimonio immobiliare (vendendo a peso d’oro gli spazi urbani non più strettamente indispensabili all’attività di impresa) e ad affinare le capacità del management di reperire sul mercato ciò che prima era comodamente (ma antieconomicamente) a disposizione nel sottostante magazzino: macchine, mezzi, pezzi di ricambio, servizi igienici, mense. L’impresa è più piccola, per meglio muoversi e adattarsi a un mercato non più espansivo.

Questa «seconda fase» della storia dell’impresa di costruzioni schiude le porte allo sviluppo del noleggio nel settore specifico dell’edilizia: inizia a prendere forma un’impresa edile di tipo «leggero» sotto il profilo della proprietà di mezzi e strutture operative, ma sempre più «pesante» per quanto riguarda le opere. I noleggiatori prosperano, ma ben presto inizieranno ad andare in crisi, adottando tattiche suicide, incomprensibili a qualsiasi analista economico-finanziario. Ma c’è un ulteriore elemento che porta a considerare questo passaggio di fase – dall’impresa edile autarchica e «proprietaria» all’impresa edile «basata sul noleggio» – come un fenomeno non solamente italiano, ma europeo.

Lo analizzeremo nel corso del prossimo articolo dedicato al tema.

Newsletter - RentalBlog

Iscriviti Qui alla Nostra Newsletter

Ricevi tutti i nostri aggiornamenti esclusivi sul mondo del noleggio

ARTICOLI CORRELATI

Rimaniamo in contatto!

Iscriviti alla newsletter per non perdere i nostri aggiornamenti.

Marketing a cura di