C’era una volta il SAIE

Le fiere ieri e oggi
Le fiere ieri e oggi

Le fiere ieri e oggi

C’era una volta un contenitore fieristico nato per favorire la promozione di prodotti e servizi in edilizia: luogo fisico dove qualcosa di importante passava realmente di mano. Il SAIE, per l’edilizia (e anche per il noleggio) settore in crescita inarrestabile, era uno strumento di promozione appetibile, micidiale, potentissimo, che riempiva i propri spazi espositivi praticamente in automatico. E con una lista di espositori in lunga attesa. La funzione commerciale della fiera superava di gran lunga qualsiasi altra funzione, ad esempio quella informativa o formativa. Per alcuni giorni a ottobre, Bologna diventava una specie di Woodstock delle costruzioni. Il prezzo da pagare, moneta a parte, era una certa arroganza da parte di chi muoveva le leve di questo potere, chi aveva il coltello dalla parte del manico. Non è un giudizio morale, è la conseguenza della legge della domanda e dell’offerta, forse solo interpretata in modo poco lungimirante.

Sulle manifestazioni fieristiche in generale, su quelle di prodotto in particolare (a parte rarissime eccezioni per attrattiva o posizionamento geografico), si è abbattuto uno tsunami rapido e devastante se consideriamo gli effetti; nient’altro che il riflesso di un naturale processo evolutivo se osserviamo dove si sono spostate negli ultimi anni le informazioni e i marketplace (un processo spiegato già all’inizio degli anni ’90). Internet, la globalizzazione, la delocalizzazione, la dematerializzazione e, last but not least, una crisi di settore particolarmente accanita all’interno di un processo recessivo mondiale, hanno spazzato via quello che c’era una volta.

Messe da parte le arroganze, consegnati agli archivi le istantanee di padiglioni faraonici stipati di merce luccicante (così come corridoi di passaggio, vialetti, androni e quanto più spazio fosse possibile marchettare), l’avvento del nuovo mondo ha reso necessario un rapido ripensamento che poggia ora i suoi pilastri su nuovi paradigmi. La gente non si muove più come una volta. I visitatori sono più importanti del contenitore. I contenuti sono più importanti del prodotto esposto. Quest’anno quindi, con un apprezzabile gesto di umiltà, il SAIE si è inventato un’interessante osmosi con AMBIENTE LAVORO, manifestazione frequentatissima in cui i temi infiniti della sicurezza vengono sviscerati, più che ostentati. Le due fiere avranno libertà di accesso reciproco: diciamo che per una volta il piccolo Davide permette al gigantesco Golia di non soccombere del tutto.

Sarebbe molto bello, al di là dei prevedibili comunicati stampa che alla fine racconteranno del solito grande successo giocando coi numeri come nemmeno il “porcellum”, che per una volta tutti ci togliessimo la maschera. Sarebbe costruttivo assistere a una vetrina in cui le verità, gli orientamenti, le difficoltà, i ripensamenti, possano essere condivisi, cercando proprio nella condivisione delle informazioni il valore aggiunto di un ambito aggregativo così importante, perché insieme, senza arroganza o esercizi di potere, si affronta meglio il futuro.

E Dio sa quanto gli operatori italiani dell’edilizia ne hanno bisogno.

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