Prepararsi a momenti migliori: fare formazione

Sembra che, negli ultimi mesi, siamo entrati in un periodo di transizione. Poco più di un anno fa, con i fallimenti di grandi banche americane, la crisi finanziaria e dell’economia reale entrava nel vivo, portando con sé un’ondata di pessimismo tutto sommato giustificato.

Oggi sembra che le cose vadano un po’ meglio: i banchieri centrali si congratulano tra loro e con i ministri delle finanze per lo scampato pericolo, e ci avvisano che, anche se ci sarà ancora da penare per un po’, ci sono buone probabilità che il peggio sia passato.

Nell’immobiliare e nelle costruzioni si è registrato l’anno peggiore da un po’ di tempo a questa parte: tuttavia ci sono speranze che il 2010 possa essere un anno di ripresa, anche grazie agli stimoli statali, sotto forma di piani casa, sviluppo di edilizia sociale, e grandi e piccole opere.

La crisi ha quindi lasciato il segno, e in realtà ci vorranno ancora diversi mesi perché gli stimoli si trasferiscano al mercato nel suo complesso. Ma le cose potrebbero migliorare, e quindi bisogna farsi trovare pronti: in questo e nel prossimo articolo vedremo alcuni consigli, all’apparenza anche ovvi, su come muoversi in questo momento di transizione.

Chi ha memorie delle recessioni precedenti si ricorderà sicuramente che, bene o male, prima o poi le cose migliorano: è nella natura dei cicli economici, e non è mai troppo presto per prepararsi al meglio.

Non farsi paralizzare

Il primo errore da evitare è restare immobili. Anche se, dal punto di vista psicologico, è comprensibile non muoversi e continuare ad aspettare di avere una visione più chiara della situazione, restare inattivi significa lasciare che i concorrenti si muovano al posto nostro, e quindi si avvantaggino. In questi ultimi mesi chi è rimasto fermo ha già perso terreno.

La recessione è un momento duro per tutti, ma per chi non si paralizza, e invece reagisce, c’è la possibilità di guadagnare a spese dei concorrenti più deboli, e di chi resta immobile.

Investire in formazione

Siamo (quasi) tutti d’accordo che bisogna investire nella formazione delle risorse umane, ossia dei propri collaboratori, e magari anche nella propria. Tuttavia, nelle condizioni normali di operatività aziendale, è sempre difficile trovare il tempo per mandare i dipendenti a un corso di formazione: il corso spesso è un sacrificio per l’azienda più per il tempo che l’addetto non può dedicare al suo lavoro che per il suo reale costo monetario.

La crisi, purtroppo, libera del tempo ai collaboratori: ci sono meno clienti da servire, meno documenti da processare e meno macchine da gestire. Quindi la formazione è la prima attività a cui dedicare un po’ del tempo che, nostro malgrado, si è reso disponibile. A seconda del contratto di lavoro sottoscritto, ci sono diverse associazioni di categoria da contattare per sapere se esistono corsi di formazione: spesso questi ultimi sono gratuiti o a basso costo. I corsi riguardano molto probabilmente temi generali, non specifici per il settore della ferramenta, ma comunque molto utili, come ad esempio la gestione della comunicazione, la relazione con il cliente, il governo territoriale delle vendite, la contabilità e il magazzino, la gestione dei crediti e quella degli spazi di vendita.

Anche i formatori più esperti sono in grado di scoprire se ci sono meccanismi di finanziamento disponibili (e spesso ce ne sono), per coprire almeno parte delle spese per le attività d’aula.

Se nella propria zona non sono disponibili corsi gratuiti, ma a pagamento, riteniamo comunque che la spesa in formazione si ripaghi nel tempo, a patto che sia garantita la qualità dei corsi, dei materiali di supporto e soprattutto dei docenti. Se l’ipotesi di pagare per la formazione, in questo periodo di crisi, non è percorribile, ci sono comunque altre soluzioni. La prima è quella di verificare se i fornitori offrono opportunità di questo tipo, non solo di tipo promozionale su temi tecnici legati ai loro prodotti e al loro funzionamento, ma anche su argomenti più generali (come quelli citati sopra).

Quasi tutti i fornitori saranno disponibili a illustrare i loro prodotti, per renderli più facilmente “vendibili”: quelli più attenti e affidabili saranno disponibili anche a finanziare un corso di formazione su altri temi, a una o più persone del loro partner con cui si è stabilito un rapporto di collaborazione e fiducia.

Uscendo dall’area dei corsi specifici, ci sono comunque molte altre attività che si possono iniziare per migliorare la propria situazione: la formazione può avvenire “on the job”, come dicono gli americani, ossia direttamente mentre si lavora. Avendo, come detto, un po’ di tempo a disposizione in più, si può finalmente impiegare qualche ora per spiegare ai propri collaboratori alcune procedure che non hanno mai visto, magari collegate alla loro attività. Questo consente di ottenere diversi vantaggi: il primo e più importante è avere a disposizione, se si renderà necessario, una persona in più che sa svolgere una certa attività (ad esempio, inserire le bolle, controllare le macchine e così via). Il secondo è coinvolgere le persone su aree diverse, magari facendo anche capire loro le difficoltà e i rischi associati a certe attività che all’apparenza sembrano semplici. Il terzo vantaggio, anche se invero accade più raramente, è costituito dall’opportunità che qualcuno, osservando per la prima volta un processo svolto da un collega, scopra qualche sistema o meccanismo per portarlo a termine in modo più rapido o efficiente.

C’è infine un’altra attività, non legata direttamente alla formazione, che sfrutta la maggiore disponibilità di tempo per portare benefici tangibili al business: pulire e riorganizzare. Molte aziende in tutti i settori approfittano della crisi per modificare il layout dei punti di noleggio, l’organizzazione degli spazi, la gestione delle macchine: insomma, per guadagnare in efficienza. Come detto in precedenza, la minore mole di lavoro rende possibile effettuare queste modifiche, e crea meno inconvenienti alla clientela. Rientrano in questa attività anche il controllo dell’esistenza di eventuali prodotti invenduti in magazzino, e la conseguente organizzazione di attività promozionali ad hoc per fare spazio minimizzando le perdite.

Tag dell'articolo: crisi, formazione, risorse umane

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