L’importanza di chiamarsi parco macchine

parco macchine nolggio
parco macchine nolggio

Una tra le tematiche che hanno suscitato maggiore interesse durante le lezioni del Master in Noleggio 2017 è quella che ha toccato gli aspetti, le leve e i correttivi, a disposizione del management di un’impresa di noleggio, per gestire con equilibrio la principale fonte di reddito, ossia il parco macchine.

Una volta stabilita la strategia di segmentazione e la focalizzazione sui target di mercato da servire, una volta analizzata la potenziale domanda e quindi determinato il parco macchine in base alle scelte tecniche, alla dimensione necessaria, alle tempistiche di rinnovo e ai propri obiettivi di qualità del servizio erogato, il noleggiatore dovrà valutare attentamente il problema della dinamica dei flussi finanziari che promanano dalla gestione del parco stesso. Una buona pianificazione finanziaria del parco e una sua gestione ottimale, si rifletteranno infatti sulla finanza dell’intera azienda, assicurando un corretto equilibrio tra fonti e impieghi finanziari, addirittura potendo sincronizzare i cash flow in entrata con quelli in uscita (e quindi limitare il fabbisogno di circolante non generato dal circolante stesso). In questa ottica, qualsiasi nuovo investimento nel parco deve essere valutato, oltre che determinando i flussi di cassa nel tempo – e attualizzandoli a un tasso opportunamente calcolato – anche considerando almeno altri tre aspetti:

  • la scelta della durata ottima prevista dell’investimento, intesa come permanenza della singola macchina all’interno del parco;
  • la valutazione dell’impatto che l’investimento ha sull’equilibrio finanziario complessivo del parco;
  • l’analisi di sensibilità dell’investimento a diversi scenari plausibili.

Prima di tutto la qualità

Presso un noleggiatore, le macchine dovrebbero permanere in linea di massima per il giusto periodo, possibilmente pianificato, curate e accudite, sia per motivi commerciali che economici. L’efficienza delle macchine è uno dei pilastri della qualità del servizio offerto. È innegabile quanto l’età della macchina sia correlata alla sua efficienza e, quindi, a una buona qualità del servizio. Disporre di macchine giovani significa anche offrire un livello tecnologico d’avanguardia beneficio del cliente; di contro, possedere macchine di età avanzata comunica un’immagine aziendale negativa, che si ripercuote in primis sulla percezione della qualità del servizio da parte del cliente (ma solitamente ha effetti negativi diretti sull’efficienza stessa del servizo e quindi sulle attese di ritorno dell’investimento da parte di chi le prende a nolo).

Il noleggio, inoltre, è un’attività che implica uno sfruttamento intensivo del parco macchine. È normale che una macchina a noleggio sia mediamente molto più usata di una di proprietà. Il prodotto noleggiato è spesso utilizzato dal cliente in modo e in condizioni peggiori rispetto a come usa le sue macchine. Tutti questi motivi fanno sì che, oltre un certo numero di anni, i costi di manutenzione, la svalutazione del valore del bene e il suo sempre più ridotto coefficiente di noleggio dovuto ai fermi macchina, rendano economicamente sconveniente il mantenimento all’interno del parco.

L’equilibrio fra costi e canone

Oltre ai giudizi qualitativi, un’analisi quantitativa permette di inquadrare e collegare i due aspetti attraverso la valutazione dell’elemento tipico di congiunzione fra la gestione economico-finanziaria e quella commerciale: il canone di locazione (cui è dedicata un’abbondante parte sempre in uno degli incontri del Master).

Quali sono, allora, i valori da considerare per stabilire la permanenza ottimale della macchina all’interno del parco?

Per calcolare il flusso in entrata generato da un prodotto, occorre fissare valori plausibili per il coefficiente di noleggio e il canone di locazione. In base ai giorni di utilizzo della macchina supposti, si effettua anche una stima dei costi: si devono considerare sia i costi di variabili manutenzione, che possono essere visti come la parte incerta del costo totale, sia i costi fissi. Ultimo fattore da considerare è l’andamento previsto della svalutazione del mezzo stesso, che deve essere un dato il più possibile oggettivo (tenendo conto anche della domanda e offerta dell’usato, ad esempio). Fissati questi valori, il management può calcolare dopo quanti anni il Valore Attuale Netto dell’investimento in un mezzo nel parco venga massimizzato, scegliendo quindi il termine di quell’anno come momento per la dismissione dell’investimento. I dati possono essere analizzati avvalendosi di una tabella (come quella che utilizziamo in aula durante il Master).

Un glossario per le analisi

In che modo il management dovrebbe stimare i valori fondamentali per l’analisi delle dinamiche finanziarie del parco macchine? Commentiamo brevemente alcuni elementi di riferimento.

Il canone di locazione può essere fissato nel tempo, facendo anche riferimento alle tariffe medie applicate dai concorrenti nella nostra area. Dopo qualche anno è prassi prevedere un livello inferiore al 10 per cento circa, dato che le macchine non più nuove vengono spesso spinte attraverso politiche tariffarie agevolate (promozioni, non sconti sul listino).

Il calcolo del coefficiente di noleggio deriva dall’analisi della domanda e dal grado di disponibilità che il management vuole garantire. Se si desidera offrire un servizio che prevede ampia disponibilità di macchine per il cliente, occorrerà abbassare di molto il coefficiente che risulta fra il numero di giorni per i quali si prevede di poter noleggiare la macchina e numero di giornate disponibili, aumentando al contempo le unità destinate nel parco.

Le entrate periodali rappresentano semplicemente il prodotto fra i giorni in cui la macchina è locata nell’anno e il canone di locazione medio giornaliero. Le entrate cumulate non sono altro che la sommatoria delle varie entrate periodali.

I costi variabili sono essenzialmente riconducibili ai costi di manutenzione prevedibili nel tempo.

Il cash-flow periodale rappresenta il flusso di cassa derivante dall’investimento in un determinato periodo, durante il quale l’investimento stesso non viene dimesso. Il cash-flow cumulato in caso di dismissione rappresenta invece la sommatoria dei vari flussi di cassa prodotti nel tempo dall’investimento, compreso il flusso derivante dalla sua dismissione, cioè dalla vendita della macchina usata.

Il VAN del progetto in caso di dismissione è calcolato per ogni periodo come se in questo la macchina uscisse dal parco e fosse rivenduta nel mercato dell’usato.

Nel prossimo articolo proveremo a inquadrare qualche effetto pratico nella gestione e quali possano essere i rischi tipici dell’asset: anche la migliore e la più avveduta pianificazione presenta, infatti, incognite sempre dietro l’angolo (una fra tutte, la modifica dello scenario del mercato di riferimento. Ma è il bello dell’attività del noleggiatore.

Nel frattempo, se volete dire la vostra sull’articolo, commentate qui sotto.

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