Le tre fasi delle pagine di atterraggio: il “prima”

Le tre fasi delle pagine di atterraggio
Le tre fasi delle pagine di atterraggio

Le pagine di atterraggio (landing page nell’onnipresente linguaggio del marketing anglosassone) sono strumenti molto particolari nella comunicazione online. Non sono infatti come l’homepage del sito, nè come dei post del blog aziendale. Non sono pagine qualunque, nè comunicati stampa nè white paper o documenti per la vendita.

Eppure sono molto importanti per cercare di convertire i visitatori del sito in potenziali clienti, o meglio ancora in clienti veri e propri. E proprio per questo non devono essere considerate come tutti gli altri contenuti del proprio sito web.

Per poter massimizzare la loro capacità di conversione le pagine di atterraggio devono essere analizzate lungo tre momenti: prima, durante e dopo che vengono visitate. Purtroppo, anche coloro che cercano di progettare le proprie landing page in modo strategico spesso si concentrano solo su una di queste fasi, ossia il “durante”.

Ecco perché da oggi, in un ciclo di tre post che ci accompagneranno per tre settimane, parleremo di tutte e tre le fasi di funzionamento di una pagina di atterraggio, partendo naturalmente dal “prima”.

L’importanza del prima

La prima fase di funzionamento di una landing page è importante perché è in questo momento che si impostano i suoi obiettivi.

E come abbiamo già visto in passato, una pagina di atterraggio deve spingere chi la legge a fare una sola cosa. La scelta dell’obiettivo è l’unico momento di questo processo a tre fasi in cui ci si può permettere di pensare a sè stessi, ossia alla propria azienda. In tutti gli altri al centro dell’attenzione ci sarà solo il lettore/visitatore.

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Questi sono ovviamente solo alcuni esempi. Qualunque sia la nostra scelta, però, l’obiettivo deve essere uno solo.

Per questo motivo, rispetto alla grafica generale del sito in cui si trovano, molto spesso le pagine di atterraggio vengono “spogliate” quasi completamente dei loro elementi di contorno, come ad esempio i menù di navigazione, i pie’ di pagina con informazioni sull’azienda, i pulsanti per collegarsi ai social media e così via.

In altre parole, occorre fornire a chi arriva su quella pagina solo due scelte: aderire alla proposta che gli facciamo o, ovviamente, declinare e andarsene.

Questa decisione, di sicuro piuttosto drastica e apparentemente contro-intuitiva, porta in genere a un aumento dei tassi di conversione, e il motivo in fondo è semplice: il visitatore non è distratto da altre cose, e si concentra sull’offerta (che ovviamente deve essere irresistibile, altrimenti non c’è landing page che tenga).

Ma se è interessato, non deve distrarsi: l’obiettivo di questa pagina, diversa da tutte le altre, non è fargli fare un giro del nostro sito, leggere il “chi siamo”, e neppure consultare l’elenco di macchine a noleggio.

In altre parole: quando si pianifica una pagina di atterraggio, la fase del “prima”, scegliete un solo obiettivo, e rimuovete qualunque elemento di contorno che non lo supporti direttamente.

Tag dell'articolo: digital marketing, marketing

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