Guida al SEO – 12: La cassetta degli attrezzi

SEO per farsi trovare sui motori di ricerca
SEO per farsi trovare sui motori di ricerca

L’ottimizzazione per i motori di ricerca non è fatta soltanto di strategie innovative, ma anche di aggiustamenti tecnici meno avvincenti, ma altrettanto importanti per la buona riuscita dell’iniziativa. Per questo motivo importante conoscere quali sono gli strumenti tecnici a disposizione di chi si occupa di SEO, e i motivi per cui possono essere estremamente utili.

Questo è il nostro dodicesimo e ultimo articolo su come gestire le attività di SEO. Questi sono gli argomenti di tutti i post precedenti:

  1. perché le aziende hanno bisogno di ottimizzare la propria comunicazione sui motori di ricerca;
  2. come funzionano i motori;
  3. come pianificare l’attività di SEO;
  4. perché è importante e in che cosa consiste la ricerca di parole chiave;
  5. come trovare e analizzare le parole chiave;
  6. come ottimizzare il contenuto delle pagine;
  7. come collegare le parole chiave ai contenuti del sito;
  8. l’architettura e la struttura del sito;
  9. diagnosticare i problemi nella visibilità del sito per i motori di ricerca;
  10. gestione dei cambiamenti del sito;
  11. come ridurre i rischi.

Come qualsiasi cassetta degli attrezzi che si rispetti, anche gli strumenti del SEO possono sembrare banali ma allo stesso tempo pericolosi; ognuno di loro ha una sua finalità, e alcuni possono essere utilizzati per un solo compito. Ad esempio, una sega è indispensabile quando bisogna tagliare del legno, ma è completamente inutile quando si deve stringere una vite molto piccola: un cacciavite sarà lo strumento adatto in quel caso, ma può essere utilizzato anche per fare un invito per piantare un chiodo.

Sapere se uno strumento di SEO è una sorta di sega o un cacciavite, quale è la funzione per cui è stato progettato e come lo si può usare con sicurezza sono tutti elementi utili per l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Governare le visite

Alcuni strumenti SEO vengono attivati direttamente sul sito, e consentono di determinare se gli spider dei motori di ricerca possono indicizzare o meno le pagine. Quindi, in senso positivo, se volete tenere alcuni motori di ricerca meno affidabili o raccomandabili lontano dal vostro sito, questi sono gli strumenti da usare. In senso negativo, se registrate alcuni problemi, qui potrebbe risiedere la loro causa.

Il file robots.txt

Il file robots.txt è un file che si trova nella cartella principale di ogni sito web (ad esempio: http://www.sitodinoleggio.it/robots.txt). Questo file indica agli spider dei motori di ricerca quali pagine non visitare attraverso un comando chiamato “disallow” (in inglese letteralmente “non consentire”), che i motori rispetteranno. Questo comando può essere rivolto a uno specifico motore o a tutti, caso per caso, e si può usare l’asterisco (il simbolo “ * “) come carattere jolly per gestire gruppi di pagine o categorie, senza dover per forza indicare tutte le singole pagine una per una.

Per evitare di bloccare per errore l’accesso ai motori su tutto il vostro sito, verificate sempre i cambiamenti al file robots.txt con uno strumento gratuito offerto da Google che si chiama Tester dei file robots.txt prima di lanciare definitivamente le modifiche.

I tag meta robots

Questi tag possono essere applicati a singole pagine del vostro sito per dire ai motori di ricerca se indicizzarle o meno. Utilizzate un tag con attributo NOINDEX nella testata della vostra pagina per chiedere ai motori di ricerca di non indicizzarla né darle un posizionamento. Si possono utilizzare anche altri attributi, come ad esempio NOFOLLOW, NOCACHE, e NOSNIPPET, rispettivamente per evitare di trasferire il valore della vostra pagina a un’altra attraverso un link, evitare che venga salvata una copia nell’archivio del motore di ricerca e per evitare di mostrare una parte del testo (snippet) nei risultati di ricerca.

Chi fosse interessato a questo tema può trovare maggiori informazioni nel post (in inglese) “The Robots Exclusion Protocol” che è stato pubblicato sul blog ufficiale di Google nel 2007.

Consentire e facilitare l’indicizzazione

Gli strumenti di indicizzazione aiutano a guidare i motori di ricerca verso i contenuti che volete siano indicizzati e posizionati per aumentare il traffico verso il vostro sito. Si tratta di tre strumenti specifici.

  1. Mappa XML. A differenza di una tradizionale mappa del sito che gli utenti possono visitare per vedere la sua struttura e orientarsi meglio, la mappa XML è un elenco di tutte le pagine e dei loro attributi espresso nel protocollo XML: per gli esseri umani si tratta di un elenco incomprensibile, ma per i motori di ricerca è di rapida interpretazione. Una mappa in XML non garantisce l’indicizzazione, ma informa il motore di ricerca che la pagina esiste e lo invita a visitarla. Le mappe XML non possono contenere più di 50.000 indirizzi e possono pesare al massimo 50 MB. I siti di grandissime dimensioni possono crearne più di una e collegare tra loro. Per facilitare i motori di ricerca nel trovare la vostra mappa XML includete i suoi riferimenti nel vostro file robots.txt.
  2. Console di ricerca di Google. Una volta creata la vostra mappa XML (più o meno tutti i sistemi di gestione dei siti Web hanno i loro plugin per farlo in modo automatico), inviatela alla console di ricerca di Google per richiedere la sua indicizzazione. Esiste anche uno strumento denominato “analizza come Googlebot” che consente un’indicizzazione mirata di alcune pagine molto importanti. Questo strumento consente di richiedere a Google di visitare e analizzare una pagina, che viene anche mostrata all’utente per far vedere come appare al motore stesso. Dopo aver visualizzato come la vede Google, si può cliccare su un pulsante aggiuntivo per richiedere l’indicizzazione della pagina, e anche di tutte quelle a cui essa si collega.
  3. Strumenti per i webmaster di Bing. Anche il motore di ricerca Bing offre degli strumenti per inviargli la nostra mappa XML e per indicizzare singole pagine. Gli strumenti per i webmaster di Yahoo non sono più attivi, ma siccome Bing gestisce il motore di ricerca di Yahoo, i suoi strumenti valgono per entrambi.

All’interno degli strumenti per i webmaster di Google e di Bing potrete poi trovare molti altri strumenti utili.

Rimuovere i contenuti duplicati

I contenuti duplicati sprecano valore nei confronti di motori di ricerca, rallentano la scoperta di nuovi contenuti, e spingono i motori di ricerca a ripartire l’autorità del sito su più pagine, riducendo quindi il valore di ognuna di esse. Tuttavia è naturale che si possano creare dei contenuti duplicati, ad esempio attraverso strumenti come i tag o le categorie, che possono far apparire la stessa pagina due o più volte perché essa viene classificata in più posti.

Per risolvere questi problemi si possono utilizzare i redirect 301 e i tag canonici.

Redirect 301

I redirect 301 sono dei codici di stato, registrati sul server del sito, che si avviano prima che inizi il caricamento della pagina e che segnalano motore di ricerca che quella pagina non esiste più, ma viene al contrario sostituita da un’altra. Questi strumenti sono particolarmente utili nel SEO, perché trasferiscono l’autorità della vecchia pagina quella nuova, consentendo quindi di non perderla.

In generale, i redirect 301 sono lo strumento preferito per gli esperti di SEO, da usare praticamente sempre se le risorse tecniche e di marketing a disposizione lo consentono. Per ulteriori informazioni potete visitare la pagina di aiuto della console di ricerca di Google.

Tag canonici

I tag canonici sono un altro tipo di metadati che si trovano nella testata della pagina. Questi pezzettini di codice dicono a motore di ricerca se la pagina che sta analizzando è quella”ufficiale” e “corretta” che dovrebbe essere indicizzata. Questi tag costituiscono delle richieste e non dei comandi, ma possono comunque indicare ai motori di ricerca quale è la pagina giusta da registrare.

Ad esempio, se nel vostro sito esistono quattro versioni esatte della stessa pagina (che per semplicità possiamo chiamare A, B, C e D), e solo la A è quella giusta, i tag canonici potrebbero essere presenti in tutte e quattro, e indicare ai motori di ricerca che solo la pagina A è quella canonica, e di indicizzare solo quella. I tag richiedono inoltre ai motori di assegnare tutta l’eventuale autorità delle pagine duplicate alla sola meritevole di averne. Anche in questo caso si può visitare la console di ricerca di Google per maggiori informazioni.

De-indicizzare i vecchi contenuti

De-indicizzare i vecchi contenuti è un modo per mantenere il sito in ordine negli indici dei motori di ricerca. Quando le vecchie pagine si accumulano in quegli indici, fanno salire il numero di quelle che i motori mantengono nei loro archivi e che continuano a visitare per mantenere aggiornata la registrazione del vostro sito. I motori mantengono le pagine nei loro indici fintanto che ricevono una risposta di pagina valida (codice 200).

L’uso dei redirect (codice 301) è un modo molto valido anche per de-indicizzare i vecchi contenuti perché oltre a segnalare al motore che la pagina non esiste più, li spinge a de-indicizzare il vecchio indirizzo URL. Un errore 404 è un altro codice di errore che spinge i motori a de-indicizzare la pagina perché li avvisa che la pagina non esiste più. Se il motore riceve una risposta dal sito con codice 301 o 404, si verificherà la de-indicizzazione. In ogni caso, per quanto possibile, è meglio utilizzare un redirect con codice 301 perché quest’ultimo mantiene e trasferisce l’autorità della vecchia pagina a quella nuova invece che farla perdere con la sua naturale cancellazione.

Tenete presente che non tutte le pagine che sembrano errate restituiscono ai motori di ricerca un codice 404. A volte i vecchi indirizzi usano un codice indicato “soft 404” che reindirizza il motore di ricerca a una pagina che sembra essere di errore, ma in realtà restituisce un codice 200 (ok): in questo caso il messaggio che si dà al motore di ricerca è esattamente l’opposto di quello più adatto. Anche in questo caso la console di ricerca di Google fornisce tutte le informazioni che servono.

Tag dell'articolo: digital marketing, SEO

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