Tornare a pensare in grande ma insieme

Valore del noleggio operativo
Valore del noleggio operativo

Alla fine, i venti populisti sono arrivati a soffiare anche nei settori tradizionali dell’economia, complice uno scenario che all’orizzonte vede più di qualche nube.

Ci si dovrebbe compattare, perché solo collaborando tutti e insieme si riesce a far crescere un settore, un segmento, un comparto; gli esempi si sprecano, anche nel noleggio. Ma il concetto di fare sistema (“sistema Paese”, “sistema Europa”, “sistema Industria” e perché no “sistema Noleggio”…) sta lasciando spazio a un sempre più diffuso stile che sta a metà strada tra il “si salvi chi può” e l’atavico “mors tua, vita mea”.

Eppure, anche spogliato dal linguaggio moderno che di slogan si nutre, il vecchio detto “uniti si vince” è sempre di vitale importanza. Sono ad esempio reduce dal TEDx di Lugano, incentrato proprio sulla condivisione di cultura e informazione e di metodologie innovative, a vantaggio del salto di qualità di insieme. Quando ci si scambia qualcosa, un’idea, un progetto, una collaborazione qualsiasi, si diventa tutti più ricchi.

Purtroppo, lo scetticismo egoista che ha fatto perdere fascino alla metafora del sudore, tradotta nel motto “remare tutti nella stessa direzione”, trae la propria forza nel crollo delle leadership positive e trainanti, trasparenti e credibili, a ogni livello. Si continua però a remare, ognuno per sé e per sopravvivere, soprattutto a un sistema politico che, pur avvicendando i suoi protagonisti, non cambia il suo registro. Agli slogan e alle promesse con cui si conquista il potere, fa seguito un dilettantesco esercizio del potere stesso, ma la colpa è sempre di qualcun altro: l’opposizione, i governi precedenti.Quando, invece, la colpa è prima di tutto nostra, a partire dalla delega di chi ci rappresenta senza alcuna forma di controllo e indirizzo.

Fare sistema significa, quindi, mettere da parte l’egoismo e condividere, ogni maledetto giorno, progetti che hanno lo scopo di far funzionare bene un governo, un’azienda, un’associazione, una fiera, un portale…gli esempi possono essere infiniti; non ultimo la responsabilità e l’impegno di compilare un questionario per poter dare un volto realistico, quindi utile a tutti, a un’indagine. Fare sistema, per poter funzionare veramente, implica che tutti devono entrare con entusiasmo nell’ingranaggio, altrimenti non funzionerebbe, perché basta un granello di poco dignitoso ostruzionismo, una molecola di ottuso protagonismo generalmente servile, una particella di banale e arrogante personalismo, e l’ingranaggio si inceppa. E si rimane fermi.

Oscar Wilde, evidentemente affascinato da Thomas Moore e dalla sua scintilla umanistica, scriveva che l’isola di Utopia è l’unico posto al mondo dove l’uomo prima o poi sicuramente approda. Il principio è giusto: è la gente che è sostanzialmente sbagliata (inadatta, fisiologicamente, a fare sistema). Il teorema è appassionante, basti pensare ai a sostanziali riflessi nella nostra vita quotidiana: tutti abbiamo bisogno di qualcuno che remi con noi, ma leggendo i quotidiani pare non riesca a fare sistema nemmeno una coppia senza figli.

La definizione certamente non prevede che tutti debbano pensare allo stesso modo, o che debbano essere cancellate l’originalità e la passione, perché è di questi ingredienti che si dovrebbe nutrire ogni nostra attività. Ecco allora che il principio si appella disperatamente all’etica: facciamo sistema nei limiti caratteriali della razza umana e negli obblighi che ci vengono dallo stare al mondo. Proviamo a lavorare per la collettività: per l’azienda dove siamo impiegati, per chi affida alla nostra esperienza l’auspicio di migliorare l’organizzazione della propria impresa, e non per la magnificazione del fragile «io». E magari anche per chi si danna l’anima chiedendo dei dati da mettere a disposizione del mercato, cioè di tutti. Per costruire un sistema di relazione e di fiducia reciproca che favorisca la visibilità e quindi la forza di un settore o di un insieme aggregato, rimanendo negli esempi finora fatti. E’ un richiamo paradossale: dall’avvento dei social network tutti abbiamo fatto esperienza della bellezza della condivisione, e dei suoi rovesci della medaglia.

Fare sistema nel noleggio?

A fare sistema ci provano, senza troppi referenti istituzionali, molti noleggiatori. In piccolo se volete, ma quello che veramente è importante è entrare nell’ottica. Se accettiamo questo principio, ci allontaniamo dall’Isola di Utopia e cominciamo a immaginare che anche tutto ciò che ruota attorno a noi sia sulla medesima sintonia: i nostri fornitori, i nostri clienti; la pubblica amministrazione… Senza pretendere di cambiare la gente, che è impossibile, cerchiamo noi di costruire un ambiente positivo, dove chi è contro le regole si senta un emarginato, non un furbo da premiare. Non possiamo pensare di fare sistema e poi salire sul carro dei furbi.

Mi direte che un altro slogan storico è: “così va il mondo”. Può essere, ma come pensiamo allora di crescere, di recuperare un po’ di credibilità, di organizzare il nostro sistema noleggio per renderlo più competitivo per le aziende a cui ci rivolgiamo, e quindi più ricco anche per noi? Successivamente all’Umanesimo, quando l’uomo tornava protagonista dopo i secoli bui dell’Età di mezzo, se non ricordo male iniziò il Rinascimento. Possiamo sempre riprovarci, magari funziona ancora così.

Uno dei maggiori difetti del mondo in cui viviamo, puerilmente basato com’è sull’apparenza e non sulla sostanza, è quello di dare valore a ciò che riveste un contenuto, piuttosto che alla sostanza. Ad esempio, si partecipa a un’iniziativa solo se ci sono (o non ci sono) anche gli altri – e voglio sapere chi c’è prima di dare il mio augusto benestare – non perché l’iniziativa sia interessante, magari anche arricchente dal punto di vista professionale, ma per poter dire di esserci (o non esserci) stato. È una nota di presenzialismo passivo, condizionato, derivativo che, se ci pensiamo bene, dimostra che forse non ci sentiamo così determinanti come vorremmo mostrare.

Ma la realtà è ben diversa, e dice che ogni esperienza è importante, ogni tipo di organizzazione concorre alla crescita di un settore; dice che non è fondamentale il livello del fatturato o di posizionamento nel mercato, ma che lo sono le idee, quelle che generano la crescita comune, quindi anche la redditività singola. Ogni azienda è importante nel nostro sistema, soprattutto quelle che possono trasmettere ai clienti esperienze positive. Con la consapevolezza della propria posizione e, se occorre, anche con l’umiltà della leadership raggiunta.

Un valore che va oltre il singolo prodotto e il singolo servizio. Che pensa in grande perché solo insieme si possono scrivere le regole di un mercato, anziché continuare a subirle.

Tag dell'articolo: mercato del noleggio, noleggio

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